Conoscenza è condotta descrittiva relativa al dominio cognitivo del conoscitore
Dominio delle sue interazioni
In cambiamento strutturale ontogenetico

Dominio descrizione uguale cognizione uguale interazione con sostenibilità costante

Spazio fisico definito da componenti determinati da operazioni che li caratterizzano in termini di proprietà  esse sono definite dalle interazioni dei componenti che caratterizzano es massa forza accellerazione distanza campi

La condizione maggiormente stabile per l'accoppiamento si verifica quando l'unità è sincronizzata precisamente per mantenere questa sincronizzazione cioè se l'unità diventa autopoietica. [ Orario di lavoro. Cultura e ozio, la qualità dell'arte popolare. I figli sono i genitori che lavorano, la  democrazia un sistema composito di ordine e subordinazione  ]
Il trickster, spesso un ladro o un folle, è colui che mette in moto cambiamenti imprevedibili nelle storie. Non crea, ma concrea, dando alla creazione aspetti imprevedibili, o, in alternativa, distrugge il mondo conosciuto o l'ordine costituito, creandone uno differente (vedi ad esempio Loki per la tradizione mitologica norrena; Prometeo per la cultura greca ). Echi di questa figura si ritrovano negli eroi aristofaneschi i quali appunto condividono con essa il potere di concreare, di plasmare la realtà creandone una nuova secondo la loro volontà
I miti riguardanti Loki presentano notevoli affinità con quelli riguardanti Prometeo, benefattore dell'umanità a discapito degli dei e perciò punito in modo simile a Loki, queste affinità sono state sottolineate da diversi studiosi
sfascio dei legami sociali e familiari, in un vortice di sangue e violenza al di là di ogni legge e regola.
termini complementari di una struttura unitaria. Non si trattava dunque di due pantheon distinti ma di un singolo pantheon di natura duale, i cui due gruppi divini erano fortemente caratterizzati in senso funzionale: gli Æsir si occupavano delle sfere del sacro inerenti alla sovranità, alla sapienza, al diritto e alla guerra, mentre i Vanir si occupavano essenzialmente della ricchezza e della fecondità. Il mito della guerra tra le due stirpi semplicemente ne giustificava la coesistenza, quindi la riunione delle diverse funzioni in un sistema unico
L'opposizione è più dunque tra un Ordine e un Caos non impermeabili l'uno all'altro.
Lo specifico meccanismo di accoppiamento energetico (il modo in cui l'energia prodotta in una reazione viene trasferita ad un'altra), che rende possibile questo non-equilibrio termico, era stato sino ad oggi oggetto di un acceso dibattito. Il processo che permette agli elettroni di riscaldarsi così tanto, in particolare con il gas a pressioni molto basse, era stato compreso in termini generali, ma vi era una netta separazione tra ciò che era compreso a livello teorico e ciò che poteva essere dimostrato nella pratica.

uno imperturbato, l’hamiltoniano atomico  come se l’onda elettromagnetica non ci fosse, e uno dipendente dal tempo che descrive esattamente l’accoppiamento dell’atomo con la luce.

Accoppiamento

Il modello cosmologico standard, secondo le autrici, non sarebbe più sufficiente a spiegare come funziona il cosmo. Per Stefano Ettori, dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna, esperto di formazione ed evoluzione di strutture cosmiche «gli autori dello studio mettono dei limiti sul parametro che nel loro modello accoppia la materia oscura con l’energia oscura. In caso di non accoppiamento ricadiamo nel modello cosmologico standard, con la costante cosmologica Lambda. Quel che trovano i ricercatori è che, a livello statistico, il parametro che descrive l’accoppiamento diventa significativamente diverso da zero se l’interazione tra materia oscura ed energia oscura comincia ad aver luogo negli ultimi 7 miliardi di anni. Quindi, il modello proposto, pur richiedendo un altro parametro (cioè quello dell’accoppiamento), riesce comunque a conciliare bene alcune tensioni attualmente presenti nella stima dei parametri che descrivono il nostro Universo».

Accoppiamento

L'equazione di campo indicata da Einstein non è l'unica possibile, ma si distingue per la semplicità dell'accoppiamento tra materia/energia e curvatura.

Filogenesi cambiamento identità

Steven Weinberg afferma che il principio antropico, applicato alla teoria delle stringhe, "può spiegare come mai le costanti di natura osservate assumono valori adatti alla vita, senza chiamare in causa un universo a taratura fine ed un creatore.
John Archibald Wheeler suggerì il "principio antropico partecipatorio", una versione alternativa del principio antropico forte, aggiungendo che gli osservatori sono necessari all'esistenza dell'universo, in quanto sono necessari alla sua conoscenza. Quindi gli osservatori di un universo partecipano attivamente alla sua stessa esistenza. Nel 2005, nell'articolo "The Drake Equation: Adding a METI Factor", il classico principio antropico partecipatorio riceve una sua naturale estensione: "La missione dei mittenti consiste nel consegnare la coscienza nell'Universo". In altre parole, l’intelligenza in una posizione in grado di decidere se riempire l’Universo con segnali ragionevoli a bassa entropia
« Dobbiamo tenere presente il fatto che la nostra posizione [nello spazio e nel tempo] è necessariamente privilegiata, in quanto compatibile con la nostra esistenza di osservatori »
(Brandon Carter, cosiddetto Principio antropico debole)

« L'universo (e di conseguenza i parametri fondamentali che lo caratterizzano) dev'essere tale da permettere la creazione di osservatori all'interno di esso a un dato stadio [della sua esistenza] »
(Brandon Carter, cosiddetto Principio antropico forte)
Alla fine la materia e l'energia si dissolveranno anch'esse, i buchi neri assorbiranno il restante, evaporando poi tramite la radiazione di Hawking; solo i fotoni continueranno ad esistere, senza gravità. Alcuni scienziati, che accettano il modello, sostengono che il tempo si fermerà e si annulleranno le dimensioni e le distanze.[5] Roger Penrose, nel libro Dal Big Bang all'eternità, afferma che l'infinitamente piccolo allora equivarrà all'infinitamente grande, e l'universo apparentemente freddo e morto potrebbe così dare origine, per effetto dell'annullamento delle leggi fisiche precedenti, ad un nuovo Big Bang (la bassa entropia sarebbe la stessa della nascita del primo universo)
Se l'universo vive per un tempo sufficientemente lungo, raggiungerà asintoticamente uno stato nel quale tutta l'energia è uniformemente distribuita, e non saranno possibili processi energetici (inclusa la vita).
. In termini fisici, l'entropia raggiunge il massimo valore, e l'universo è in equilibrio termodinamico.
ossia un inizio senza "confini iniziali"
Penrose afferma che l'entropia si blocca e si abbassa drasticamente in presenza solo di fotoni, così come si ferma il tempo stesso, in quanto non c'è più massa ma solo energia.
i vari modelli degli universi infiniti, che giudica teorie incomplete e con forzature fisiche e matematiche, nonché incongruenze legate alla geometria dello spaziotempo (da cui il termine "conforme") - un esempio di questa "geometria perfetta" (Penrose cita, come padre della "geometria conforme", Eugenio Beltrami) è la cosiddetta tassellatura di Penrose - e all'entropia dell'Universo.[15] Questa teoria è proposta come un primo embrione di una teoria del tutto.[15
sarebbe una forza complementare alla gravità e alla materia oscura, che in alcuni modelli quantistici, da attrattiva diventa anch'essa respingente, e viceversa potrebbe accadere all'energia oscura, senza che vi sia la contrazione dell'universo come nel Big Crunch.
L'energia oscura, forza disgregante
Se la densità è invece minore del valore della densità critica, la curvatura è negativa (come una superficie iperbolica, simile ad una sella), e la gravità sarebbe troppo debole per poter contrastare l'espansione. Quest'ultima ne sarebbe rallentata, ma non fermata.
talché la curvatura complessiva dello spaziotempo risulti positiva, come la superficie di una sfera.
l'Universo sia del tutto autosufficiente: un eterno divenire della realtà fisica (energia-materia) che non ha mai avuto origine e non avrà mai fine.[4]
il tessuto spazio-temporale si lacera e la gravità da attrattiva diventerebbe repulsiva, facendo rimbalzare l'Universo in un nuovo Big Bang
Mandando a ritroso nel tempo le equazioni
Al momento non è ancora chiaro come si possa incorporare la gravità nella meccanica quantistica
La singolarità iniziale del Big Bang, sorta praticamente dal nulla, esplodendo avrebbe creato non solo l'energia e la materia ma anche lo spazio e il tempo. Da notare che il vuoto-nulla nella realtà fisica non esiste; c'è sempre, perlomeno, una quantità minima di energia denominata energia di punto zero.
che sostiene che un universo enorme e freddo fermerebbe il tempo e annullerebbe la differenza tra grande e piccolo, generando un nuovo Big Bang e un nuovo universo
In base a questo modello si pensa che la quantità di radiazione gravitazionale emessa da un corpo dipenda dal grado di disomogeneità nella distribuzione della sua massa (in termini di deviazione del corpo dalla simmetria sferica); la grandezza fisica che misura questa disomogeneità è il momento di quadrupolo.[5]

Accopiamento

Anche Leibniz conciliò l'entelechia aristotelica con la visione neoplatonica, facendone una proprietà essenziale della monade, cioè di ogni "centro di energia", capace di svilupparsi autonomamente verso la propria meta: ogni monade non riceve alcun impulso dall'esterno, ma tutte insieme formano un complesso unitario, retto al suo interno da un'armonia prestabilita da Dio, Monade suprema. Esse sono infatti coordinate al pari di tanti orologi, funzionanti per conto proprio ma sincronizzati tra di loro.

« C'è dentro di me non so che spirito divino e demoniaco; quello appunto di cui anche Meleto, scherzandoci sopra, scrisse nell'atto di accusa. Ed è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte. »
(Apologia di Socrate, 31 d)


« Eros è un gran Dèmone, o Socrate: infatti tutto ciò che è demonico è intermedio fra Dio e mortale. Ha il potere di interpretare e di portare agli Dèi le cose che vengono dagli uomini e agli uomini le cose che vengono dagli Dèi: degli uomini le preghiere e i sacrifici, degli Dèi, invece, i comandi e le ricompense dei sacrifici. E stando in mezzo fra gli uni e gli altri, opera un completamento, in modo che il tutto sia ben collegato con sé medesimo. »
(Platone, Simposio 202, D-E)

più potenti degli uomini ma meno degli Dèi
A differenza di questi ultimi che sono sempre buoni, tra i Dèmoni ve ne sono anche di cattivi. Quando gli antichi miti narrano di Dèi in lotta fra loro coinvolti in passioni umane, questi, per Senocrate, parlano di Dèmoni non di Dèi. I Dèmoni hanno un posto di rilievo sia negli atti cultuali sia negli oracoli. I Dèmoni infine corrispondono ad anime umane liberate dai corpi dopo la morte, permanendo in loro il conflitto tra bene e male, essi lo trasferiscono dalla Terra al mondo celeste.





« Inoltre rimane la cura di non insozzare il Dèmone che ha preso dimora nel nostro petto, la cura di non turbarlo con impressioni confuse e molteplici; di mantenerlo sereno e benigno, tributandogli rituale e onore come a un Dio; e non dire nulla che sia contrario al vero;Non far nulla contro giustizia. »
(Marco Aurelio, Colloqui con se stesso Libro III, 16)





« Platone, Pitagora, Senocrate, Crisippo, seguaci dei primitivi scrittori di cose sacre, affermano che i Dèmoni sono dotati di forza sovrumana, anzi sorpassano di molto per estensione di potenza la nostra natura, ma non posseggono, per altro, l'elemento divino puro e incontaminato, bensì partecipe, a un tempo, di una duplice sorte, in quanto ad una natura spirituale e sensazione corporea, onde accoglie piacere e travaglio; e tale elemento misto è appunto la sorgente del turbamento, maggiore in alcuni, minore in altri. Così è che anche tra i Démoni, né più né meno che tra gli uomini, sorgono differenze nella gradazione del bene e del male. »
(Plutarco, Iside e Osiride, 25)


Alessandro d'Afrodisia sostiene che il daimon di ogni uomo consiste nella sua stessa natura

Nel neoplatonismo, Plotino affida al «daimon che ci è toccato in sorte» il compito di guidarci nell'ascesa al soprasensibile, tramite la forza dell'eros e della bellezza. Poiché il pensiero cosciente e puramente logico non è sufficiente, si tratta anche in questo caso di un'ispirazione mistica, della scintilla di uno spirito divino grazie a cui è possibile elevarsi dalla dimensione materiale a quella intellegibile. Secondo Porfirio, lo stesso Plotino era assistito «da uno di questi demoni che sono prossimi agli dei».











La transizione alle religioni moraleggianti – dicono i ricercatori - è coerente con il passaggio da strategie di vita a breve termine (basate sull'acquisizione delle risorse e su interazioni coercitive) a strategie di lungo periodo, che puntano sull'autocontrollo e su interazioni cooperative).


ciò che percepiamo come freccia del tempo è in realtà solo l'inesorabile riarrangiamento di stati altamente ordinati in inutili configurazioni casuali, un prodotto della tendenza universale di tutte le cose di raggiungere l'equilibrio tra di esse.

"la freccia del tempo", come la chiamò per primo l'astrofisico Arthur Eddington nel 1927, è stata che si tratta di una proprietà emergente della termodinamica

Arthur Eddington coniò il termine 'freccia del tempo', e fece la famosa affermazione che il rimescolamento di materia ed energia è l'unica cosa che la natura non può annullare”, aggiunge Barbour. "Noi siamo qui, a mostrare al di là di ogni dubbio che questo è in effetti esattamente ciò che fa la gravità. Prende sistemi che sembrano straordinariamente disordinati e li rende meravigliosamente ordinati. E questo è quanto è successo nel nostro universo. Stiamo realizzando l'antico sogno greco dell'ordine che emerge dal caos."


Disponendo di tempo sufficiente – in effetti un tempo infinito - tutto ciò che può accadere accadrà, compreso l'emergere di una grande regione a bassissima entropia, che non sarebbe altro che una fluttuazione statistica di un universo senza età, ad alta entropia, che si trova in uno stato di quasi-equilibrio.


l'universo come lo conosciamo ora non è senza età né immobile. Devono spiegare l'emergere della freccia del tempo all'interno di un universo relativistico dinamico,


la sola forza di gravità prepara il terreno all'espansione del sistema e all'origine della freccia del tempo, il tutto senza dover ricalibrare dei parametri per predefinire una condizione iniziale di bassa entropia.


Da questo stato di bassa complessità, il sistema di particelle si espande poi verso l'esterno in entrambe le direzioni temporali, creando due frecce del tempo distinte, simmetriche e opposte. Lungo ciascuno dei due percorsi temporali, la gravità poi tira le particelle in strutture più grandi ordinate e complesse, equivalenti nel modello ad ammassi di galassie, stelle e sistemi planetari.


Da qui, il trascorrere del tempo termodinamicamente standard può manifestarsi e distendersi su ciascuno dei due percorsi divergenti. In altre parole, il modello ha un passato ma due futuri. Come è suggerito dall'indifferenza al tempo delle leggi della fisica, la freccia del tempo in un certo senso può muoversi in due direzioni, anche se qualsiasi osservatore può vederne e sperimentarne solo una. "E' la natura della gravità a strappare l'universo dal suo caos primordiale e a crearne la struttura, l'ordine e la complessità", dice Mercati. "Tutte le soluzioni si scompongono in due epoche, che vanno all'infinito nelle due direzioni temporali, separate da questo stato centrale che ha proprietà molto caratteristiche."


Se la gravitazione si rivelasse fondamentale per la freccia del tempo, questo potrebbe generare prima o poi previsioni verificabili e, in prospettiva, condurre a una spiegazione della storia e della struttura del nostro universo osservabile meno ad hoc di quella dell'inflazione.


Carroll ha ancora fiducia nella prospettiva che l'aumento di entropia sia la sola fonte per la freccia del tempo, senza bisogno di altre influenze come la gravità. "Tutto ciò che accade nell'universo per distinguere il passato dal futuro è in ultima analisi dovuto al fatto che l'entropia è più bassa in una direzione e più elevata nell'altra",


he ogni volta che si ha una collezione finita di particelle in uno spazio molto grande si avrà il tipo di comportamento generale che descrivono.


Il segreto termodinamico per il successo del modello, dicono, è l'ipotesi che l'universo abbia una capacità di entropia illimitata




Se non c'è limite alla quantità di entropia, allora si può iniziare da qualsiasi punto, e da lì ci si aspetta che l'entropia aumenti quando il sistema si sposta per esplorare regioni più grandi dello spazio delle fasi. L'inflazione eterna è il contesto naturale in cui invocare questa idea, poiché sembra verosimile che l'entropia massima sia illimitata in un universo che si gonfia per l'eternità.

Rivolta razionalisti
Descartes Spinoza Leibniz

Maiorem fidem homines adhibent iis quae non intelligunt.

le letture agli sfaccendati
intrattenere oziosi pensieri

Per chi sa discernere la realtà dalla sua ignoranza

il Sé interiore diventa troppo frammentato, possono insorgere manifestazioni patologiche di depersonalizzazione, ma anche, più semplicemente, episodi di ansia, depressione e difficoltà di integrazione sociale.

Il guscio di una chiocciola è la proiezione possibile della storia di una entità vivente, unità chiusa, modulata dagli eventi esterni.

una vita che muore
un'ecatombe

dal pacchetto scelta fra le altre
è cenere che cade e
si deposita
sul letto, si spegne
improvvisamente

Viveva nello stesso inganno
Cominciò a parlare così



la follia di don Chisciotte è lo strumento per rifiutare la volgarità e la bassezza del reale

Il romanzo mette in luce l'esigenza di far emergere la propria individualità, fuori di rigidi rapporti sociali cristallizzati, facendo emergere l'istinto, la follia, il sogno, l'ignoto.[7]. Il critico Mario Pazzaglia scrive: "L'intento dichiarato dell'autore era quello di abbattere l'autorità e il favore che hanno nel pubblico di tutto il mondo i libri di cavalleria, parodiandoli; e l'intento rispecchiava, in fondo, una crisi di valori nell'Europa del tempo travagliata da lotte di potenza imperialistica e dal deciso predominio del capitalismo che sosteneva i nuovi stati assolutistici ed era certo intimamente avverso a ogni forma di idealismo, di liberalità e di generosità cavalleresca"[8]


Il mondo che ora don Chisciotte attraversa è molto più ricco e variegato di quanto lo stesso don Chisciotte immaginasse, ma è anche tale da produrre una serie crescente di scacchi, come la sconfitta in duello da parte di un cavaliere più finto di lui, o la rovinosa caduta nel fango dopo che un'orda di porci lo ha travolto con Sancio. Don Chisciotte è diventato un personaggio tragico, e, prima di dichiararsi risanato e pentito, e dunque vinto, sul letto di morte, esclama, come un mistico: io sono nato per vivere morendo


età barocca in cui la realtà appare ambigua e sfuggente, dominata dall'indebolirsi del confine tra reale e fantastico nonché soggetta ad essere descritta da diversi punti di vista contraddittori.

Don Chisciotte rappresenta la crisi del Rinascimento e l'inizio del barocco


dimensione tragica che dipende dall'inesistente corrispondenza fra cose e parole

non se ne accorge e cerca di ristabilire i rapporti fra realtà e libri

Divenire esser scelti senza esser specificati

una accondiscendenza proba

Il perdurare della loro presenza dà risposte, nel mondo classico, al perdurare di domande alle quali i riti e i culti "diurni" in onore degli dei del Pantheon patriarcale sia romano che greco, non sapevano dare risposte

viaggio svelamento rivelazione albero parlante ua ua di teste

mare del tempo il mondo un intervello in cui qualcosa si sposta dall essere al nulla talvolta in questo intervallo la bellezza brilla come un enigma risolto da un linguaggio segreto

Il reame delle descrizioni

Ambivalenza e responsabilità

Chi non ha speranza è  invincibile

l'unicità delle visioni l'annotazione la visione del non utile del sublime poetico

La verità realtà del non mutare del mutare

Debussy accumulo mempria
Classica possibilità

La Madre con i due bambini [...] esibisce un volto già visibilmente cadaverico, mentre un infante osserva sgomento il deliquio orizzontale del fratellino. [...] Nessuno meglio di Schiele ha saputo render visibile quella che l'analitica esistenziale ha chiamato Geworfenheit, l'indifeso essere gettati in un mondo ostile. Insieme a lui soltanto Kokoschka, in seguito Dubuffet e Bacon. » (Marco Vozza
nel tentativo vano di tirarsi fuori dall'impasse,
ritorno del medesimo

Pensare quel che si vede
Vedere quel che si pensa

nel collo di una bottiglia
il riflesso di uno spazio inutile
le sue alil, di farfalle, a milioni
rarissime esalano
dembulanti
inutili

Spazio e t r mpo dell indifferenza dell omologazione senza senso orientamento

Esidderio infinito dellunfinito
levinas

Funzione del riso repirmere tensioni separatiste

Funzione riso reprimere tensioni separatiste

MMiFurberia.ingenuità
Personaggi sfuggono sib dall'inizio all'autore  incontrano possibilità  di interpretazione che il passaggio  dei secoli accumulera su di essi
Risibilita se inconscia inconsapevole
Speranza elevazione buffe ansie collere ma anche delicatezza generosità
Ineriza terrestre realtra vs più alta follia del più puro dei sogni
Sviluppo non tragico non romantico non amarezza sconfitta ideale
Don Chisciotte sancio integrano nell'interpretazione e nella valutazione del mondo.
Progresso dell a verità interiore
Chisciotte personaggio colto e complesso volto all'azione polisintattico mantenente un piano di estrema eleganza fra dignità e follia.  Un personaggio mediato duplice preoccupazione fra la sua complessità e la sua espressione più impeccabile. Liberato umanamente e poeticamnete dall azione. Equilibrio ristabilito dalla scelta fra religiosi del dire e cavalieri del fare.
Specchio riflettente deformante di Sancio.
Follia Chisciotte non.frutt squallido e disperato della sua maturità interiore. Carattere intellettual della sua formazioe lo spinge all azione. Reazione alla sua inattività? No fite cause.
Logica contadina Sancio loquacita qualitativa nella sua esprerienza interiore. Lui è il motore lindefinito inatteso ordinante gli aneddoti exempla della mania del Chisciotte. . Sancio ha un avventura piu progressiva più fortunata partendo da rozze preposizioni fra FURBERIA E INGENUITÀ.  Scoprire con gioia l'esercizio intellettuale, la prpria capacità di riflettere di condrontare esperienze di valutarle e tearne le conclusioni
No opposizione e conflitto fra i due ma diversa qualità esperienza umana e  nel senso contrario  che ha la loro parabola umana: l'eroe intellettuale che evade nell'azione,  la rustica creatura che sconfina nei campi del pensiero . La follia del don congiunge i due peronaggi. Prima erano chiusi nella loro sfera sociale. Sancio era bloccato entro una povera realtà senza sogni ne simoli intellettuali ne nulla di eccezzionale (peak experience).
Nello sguardo di don Alonso Quijano si posa sulle cose senza vederle. La sua mente è altrove; pensa con tristezza ai mali del mondo e al bisogno che vi sarebbe in esso d’un uomo generoso pronto a lottare per sanarli. Si finge «altrove» e finge situazioni risolte dal valore del suo braccio. Ma prima che dal braccio, dalla diritta tempra dell’animo. Non è ancora pazzo, ma pensa che varrebbe la pena di esserlo. E lí non ha niente da fare, la sua vita è sprecata.
Personaggio predestinato e personaggio inaspettato  ingresso casuale  colto a caso dalla vita
Pazzia garanzia di libertà più grande possibile rispetto alla terribile materia della sua esperienza vasta e sgomentosa e di pericoli.non solo.intellettuali ma nemmeno la.follia è libertà.  Protaginista metà savio metà folle si trova in empasse: la follia non lo libera dalla saggezza e la saggezza non lo libera dalla follia ed è  pertanto doppiamente vincolato dai principi dell una e dalle manie dell altra.

Sancio seme intelligenza disponibilità vergine assoluta
Due personaggi come pure immagini delle sostanze psicologiche che esprimono: una definita con.materiali culturali laltra potenzialità dinamiche. 
Sancio informe nessuna forma geme in lui anelando l'espressione ma disponibilità perpendicolare al romanzo nello scavo anteriore
Sublimo e ridicolo il primo.  Candido e furbo il secondo.
Distinti e non opposti diversi angoli prspettici visione integrata plicentrica
Un sorriso impedisce il voltarsi in tragedia ed è origine
Parabola mediterranea naufragazione scova nel disonore il tesoro dell esperienza e la sete inesausta di saperne di più e meglio sul mondo la curiosidad leggere qualsiasi pezzettino di carta trovato per la via
Rappresentare il mondo dall eccentrica prospettiva della follia salvaguardandosi da un malinconico autobiografismo
I due romanzi il.primo crede d'esser vetro il secondo si sente terribile invincibile corazza. Orgasmi uni impeti l'altro  sono chiavi dinterpretazione del r reale
Straordinaria mobilità interiore personaggi non sinbolica e aderente ad un astratta dialettica
Sancio umanità popolare e terrestre che ridimensiona specchio.riflettente deformante
Due distinti piani dell'anima
Bernini qualche decina d’anni piú tardi abbia preferito alla pianta centrale quella policentrica. Era solo la moda che sostituiva, per puro piacere di novità, l’ellisse al circolo, o non piuttosto una nuova visione del mondo che sostituiva l’antica: la vecchia anima rinascimentale, «a pianta centrale», che non riusciva a esprimere piú, e tanto meno a governare, i nuovi livelli della coscienza barocca, le fughe sempre piú fitte e ostinate verso la fantasia, verso il sogno o l’ignoto, o in direzione opposta, verso una realtà colta nei suoi elementi dinamici e fatta oggetto delle piú curiose esplorazioni e scoperte? Finiva l’umanesimo, e cominciava l’umanità. Un’umanità a cui non fanno paura le proprie contraddizioni, e non si cura di comporle in un ordine artificiale.

Reazioni dei due distinte ma in una strana maniera aegualmente assurde e complementari

Umanismo ratio armo n ia umanistica fra ideale e reale come uno contro il molteplice diriti sentimento o fantasia follia o istinto di tutta la zona d'ombra  o ribelle del vivere.umano nella bilancia perfetta dell assurdo
Sorpresa e irrazionale istanza dinamica
La nostra eta costringe le coscienze piu vigili alla cobtraddizione eta di crisi e di violenza di inflazione e crollo vecchi ideali nupva realta fervida e confusa  vita inquieta soluzioni estreme lasciar convivere la propria anima con ipotesi più opposte mentre le masse si danno alloppio per fuggire a siffatto turbamento.

Veleno evasione dalla realtà  la diminuizione di un valore accordata alla verità  della vita falso risparmio droga dell'evasione
Bisogno cntemporaneo.di avventura riflesse meno rapporti con proprio mondo
I fantasmi delle folle della nostra anima di folla SOTTRAENDOSI NELL AMARO GUSTO ALLE CHIUSE IMMAGINI DELLA VITA REALe
Angoscioso disagio che si serve di paradisi artificiali ridicoli ma non per ciò  meno grave e profondo
Abbandonarsi ai fa n tasmi per un desiderio di nuove condizioni di esistenza in cui l'individuo non è  bloccato e immobilizzato nei giochi meccanici deibrapporti sociali in cui vi sia la speramza di esiti individuali di farrsi CREATORI E NON VITTIME DI PREESISTENTI GERARCHIE dove le nozioni.bene.e male.non.confuse e conveninenti utili e sia.possibile trovar l'orO e i verdi pascoli
Sogno glorioso e miserabile
Coscienza reale desiderio evasione situazioni saggezza e follia

Male del secolo cio che la sua anlisi incalza il disincanto il discredito  del.mondo.dell esperienza e della storia per sostituirgli un assurda macchia fatta di figure  e vicende capricciose e bugiarde. Il male.la.disperata.svutazione della realtà
Sfiducia verso la vita evasione

accettato universalmente verità universale
Singolarità generalizzata

"ci" verrà pensato come l"’apertura" (Ofjénheit) che appartiene all’essere, in cui l’uomo è "gettato" dall’essere stesso.

Piega

Noi vi si inserisca noi stessi

Percepire le cose per quello che sono e non per se stessi

Parlato breve frammentato sospeso drammatico ineffafabile

Allentare doppio legame che tiene le sue idee in contatto con i suoi sentimenti e la sua anima con la vita, far conversare fra loro le proprie idee per il semplice piacere di farlo

nella filosofia continentale [14] Heidegger ha sviluppato il legame rilevato da Kant tra esistenza e temporalità, per superare l’impostazione tradizionale della metafisica e del problema ontologico. Egli propone un sostanziale abbandono del problema della conoscenza e della metafisica come ricerca della struttura ultima della realtà. La filosofia diventa interpretazione dell’ esistenza, in particolare dell’esistenza sensata, quella umana. Da Heidegger in poi nella filosofia continentale si parlerà di ermeneutica.
La religione più antica, quella iniziatica dei misteri sembra contraddire questa teoria. I misteri, infatti, venivano celebrati in luoghi appartati e la stessa parola richiama il buio, la segretezza. In effetti il termine misteri deriva da mùstoi (μύστοι), a sua volta derivato dal verbo muo (μύω), che significa "coloro che serrano la bocca e strizzano gli occhi" come si fa appunto per vedere meglio. I mùstoi, cioè, sono quelli che vogliono vedere l'invisibile.
Parmenide, il filosofo convinto che pensare ed essere siano la stessa cosa e che non si possa pensare il "non essere".
I Greci, sostiene Calogero, in epoca arcaica non distinguevano dunque tra visibilità[8], esistenza e pensiero: solo ciò che era visibile esisteva veramente e quindi poteva essere pensato.
un'età mitica dove non si distingueva tra parola e cosa, riferendola al passaggio dal pensiero primitivo a quello razionale adulto, Calogero vi vedeva una "coalescenza arcaica" , una specie di fusione di linguaggio, realtà e verità
La vita, così, è, secondo la definizione pirandelliana, un flusso continuo che cerchiamo di arrestare, di fissare in forme stabili.
L'intelligenza (e quindi la scienza) non avrà alcuna funzione conoscitiva, come già aveva prospettato Schopenhauer, giacchè non è in grado di cogliere la realtà nella sua vitalità, ma, ciononostante, le verrà riconosciuta una valenza pratica, in quanto permette di dominare concettualmente la realtà, facendocela vedere come un insieme di "cose" immerse nello spazio e, in tal modo, permettendoci di manipolarla
coscienza nell'intero cosmo
per immagine intendiamo una determinata esistenza che è più di ciò che l'idealista chiama una rappresentazione, ma meno di ciò che il realista chiama una cosa- un'esistenza che si trova a metà strada tra la cosa e la rappresentazione " ("Materia e memoria", Prefazione alla VII edizione). E Bergson
coscienza. Essa, infatti, si limita a dirci che c'è qualcosa fuori di noi, senza tuttavia darci altre informazioni in merito.
spontaneità (e quindi la libertà)
solo ciò che si colloca nello spazio può essere ritagliato, cioè diviso in parti ciascuna delle quali sia rigorosamente separata dalle altre.
filosofia che può "creare" un nuovo senso della vita dell'uomo
Il tentativo di ridurre lo spirito alla materia o viceversa, rifiutando la coesistenza delle due forme di conoscenza ha impedito al pensiero occidentale di capire la parzialità della conoscenza intellettiva analitica.
dualismo fondamentale tra spirito (intuizione) e materia (l'intelligenza analitica che mira alla realtà, le forbici del sarto)
completa unitarietà: questa è la funzione dell'intuizione («la simpatia per la quale ci trasportiamo all’interno di un oggetto»

Vedersi non gedersi doppio
Partire dallestrenoverso il.centro in modo labirintico
La.differenza fra luomo di talento e il genio cpn le.sue irinni
Illuminato
Rapporto con l'altro dialogo
Di f fere.za e ripetizione

Restauro castelvecchio

Il modestto il lirico

Logica superiore conquista forma

Qualitavdiegnj

Disorso bastardo e trasversale onirico infedele alla logica tradizionale

La discussione su un problema non è altro che il problema in movimento
Del e uze

La discussione sulla vita non è altro che la vita in movimento

«Il luogo è un ricetto [Hut] della Quadratura, o, come dice la stessa parola, un Huis, un Haus, una dimora»


La nozione di “ricettacolo” è invece quella di una realtà sempre identica che accoglie le immagini delle realtà eterne.

Essa è un contenitore, una struttura amorfa che assume le forme che ospita, ma mai in via definita.

Se infatti esso avesse una forma simile a qualche altra forma, questo sarebbe un limite per le forme con caratteristiche opposte a quella.

Esso risulta partecipe in modo assai complesso dell’intelleggibile, e essendo amorfo non può nemmeno essere colto dai sensi, da qui il fatto che è invisibile.

Se l’essere è padre e il generato-copia è figlio, il ricettacolo è madre.

Il ricettacolo è però anche spazialità: mentre l’essere è immobile e non ammette altra cosa all’infuori di se stesso; e il generato è sempre in continuo movimento a causa della trasformazione delle forme; il ricettacolo, immobile e amorfo, è la sede delle cose generate, che sono le uniche che occupano spazio.

Esso quindi, non essendo né essere né generato, non si può cogliere né con Intelligenza né coi sensi, ma con un “ragionamento spurio”, intendendo con questa espressione che lo si può cogliere come elemento necessario alla realizzazione della forma sensibile.

Un rest che resiste ritraendosi e prrsiste decostruendo

Ritardamento della quadratura sbilancio interazio fondamentale di rottura generante eco ripetizione tempo frattale che precede e sovrasta la figura l'equilibrio a verità


Come nel Decameron, anche nelle opere di William Shakespeare si crea una chiara opposizione tra illocus amoenus e la sfera urbana. Il mondo della città, visto anche nella sua componente negativa, è fra l'altro dominato dall'elemento maschile, mentre nel locus amoenus shakespeariano o boccaccesco non è raro che accada il contrario. Il lettore di Shakespeare verrà peraltro proiettato in un mondo dove il comportamento sessuale viene liberato in quanto non è più soggetto alle norme sociali urbane.
Il locus amoenus riemerse con particolare chiarezza nell’arte pastorale del XVIII secolo, dove la vita dei pastori era concepita come un mondo di beatitudine. Più che come persone lavoratrici, i pastori venivano considerati come una parte della natura in cui erano immersi.
Un locus amoenus intaccato da una visione post-romantica è nel Locus Solus di Raymond Roussel (1914), in cui l'aspetto grottesco ha il sopravvento.
Celebri citazioni di questo tòpos ricorrono anche
L’uomo potrebbe rivelare a se stesso il proprio essere soltanto morendo e allo stesso tempo restando in vita: la morte dovrebbe divenire coscienza di sé, nel momento stesso in cui essa annienta l’essere cosciente[38]. L’unica via d’uscita risiede nel sacrificio: “Nel sacrificio, il sacrificatore s’identifica con l’animale colpito a morte. Così egli muore vedendosi morire, in qualche modo per la sua propria volontà, con in mano l’arma del sacrificio. Ma è una commedia!”[39]
Nietzsche, quando questi affermava che “se un giorno non riesci a sopportare la vita, devi cercare di amarla”, in quanto “il difensore della vita” è costretto “a difendere anche la sofferenza”

“Dell’erotismo si può dire che esso è l’approvazione della vita fin dentro la morte.”

assenza di fondo e di limiti dell’universo che l’amplesso disegna”

L’uomo è l’animale che nega la natura, ma che la ritrova nelle sue deiezioni, in un gesto che, tuttavia, non è mera negazione dialettica, poiché qui i contrari non sono mai superati nell’Aufhebung hegeliana

L’esperienza interiore risponde alla necessità in cui mi trovo – l’esistenza umana con me – di porre tutto in causa (in questione) senza ammettere tregua.

“puerile incoscienza del sacrificio”[8], dell’ordine negativo, ma pur sempre ordine, che esso stabilisce.

veneto
medio assoluto
livello pianeggiante
esteso rettangolo moltiplicato
creatore di codici microscopici autoritari abissi

Solo nel non-sapere il nulla della cosa ridotta a mero oggetto viene tolto nell’esperienza dell’intima oscillazione che “abita” le cose, e che ne fa il luogo di transiti infiniti, d’infinite possibilità.

non è possibile, secondo Bataille, giungere all’oggetto ultimo della conoscenza senza che la conoscenza stessa non sia dissolta.

che al massimo della produzione corrisponda sempre il massimo della perdita

Filosofia è divenire non storico

Caos virtuale velocità infinita di nascita e dileguamento e le sue isole di senso

Consistenza: inseparabilitá delle conponenti tratti intensivi zone di soglia e di divenire zona di inseparabilitá crinale del margine
Concetto incorporeo no coordinatr spazio tempo solo ordinate intensive

La filosofia come gigantesca allusione ... la filosofia è sempre fra-tempo. Colui che controeffettua l'evento, Mallarmé lo chiama il Mimo, perché schiva lo stato di cose e "si limira ad una allusione perpetua senza rompere  ghiaccio".

L'evento è la prova che il mondo non esiste

l'intelligenza e l'astuzia erano rappresentate come poliformi ed in continuo cambiamento: Meti, infatti, è in grado di assumere ogni forma desideri) e la inglobò bevendola

Dall evento appare la verità della variazione l oggettile uscito dal calco spaziale , l'essere dell essente nello svelamento velamento o presenza ritrarsi dalla spaziatura della contrada gegend radura aletheia apertura della cosmogenesi pre ontologica adimensionale  dal quale ogni essere perviene a noi nella piega ripegantesi interna alla monade del punto divista e effrazionandola verso una uberwindung della metafisica per un superoggetto

nell'armonia si studia la sovrapposizione dei suoni, la loro reciproca concatenazione e la loro funzione all'interno della tonalità.
e la melodia è una successione di suoni di differente altezza e di differente durata la cui struttura genera un organismo musicale di senso compiuto

Barocco metafora musicale  calibratura cosmo

L’oggetto in tutte queste proiezioni
– sono delle proiezioni – è chiamato daimatematici di quest’epoca
il geometrale
. Ma, vedete, al limite,
1.
il geometrale è
colto solo da Dio
.
2.
Noi,
con i nostri punti di vista finiti, cogliamo

solo delle proiezioni, e anche

la connessione di una proiezione con un’altra
.L’
oggetto
è

la
connessione delle proiezioni
, o se preferite, se volete unlinguaggio più moderno,

la
sintesi dei profili
.
••
Ogni oggetto è di profilo. Esistono solo profili
.

Percepire è fare una sintesi dei profili
.

Il piano di immanenza è l’orizzonte orientante il pensiero, l’apertura del pensiero[9].  Questa pre-disposizione orientante lo sguardo concettuale, a sua volta, non è un concetto, quindi non può essere oggetto di produzione discorsiva positiva ma soltanto metaforica, per accenni, esperienze, intuizioni.

Sia l'intuizione che la sensazione sono fenomeni cognitivi che fanno riferimento a una datità non coscientemente mediata. La sensazione ha però maggiori caratteristiche oggettuali, è una sorta di riconoscimento immediato dell'oggetto concreto che si dà come tale al soggetto. Vedo che questa è una penna, non lo intuisco. Nell'intuizione invece ciò che appare rimanda nel suo darsi immediato a un'elaborazione soggettiva mentale inconscia che trascende il puro dato sensoriale.

Quanto affermato inscrive il “non detto”, entro i “giochi teoretici” del linguaggio filosofico. In altre parole, non esiste un procedere “puro” del pensiero che risulta essere sempre il frutto di una certa “inclinazione”, di una certa intuizione, che mai si da’ al pensiero stesso essendone la pre-condizione.

Consideriamo, con Lacan, questa spinta, il “resto” di quell’estasi iniziale durante la quale si è smarrita l’Assenza. Le modalità attraverso la quale si cercherà di rimediare, illusoriamente, a questa “perdita” determineranno lo strutturarsi del “Piano” e il tentativo successivo di raggiungere, desiderando, l’Oggetto mitico attraverso il rapporto ontologico.

Detto ciò si comprenderà quanto la filosofia, quale “scienza dei fondamenti” abbia in sé il germe della propria destrutturazione trasformante. Nuove metafisiche, frutto di ibridazioni necessarie, attendono di essere “scritte”.  

Ciò che origina il pensiero è della dimensione dell’extra-essere

Il Piano è il luogo dove il pensiero ha origine, appartiene alla dimensione dell’extra-essere poiché riguarda l’orizzonte di possibilità del rapporto teoretico “soggetto-oggetto”. Quanto detto dovrebbe rendere chiaro che nessun attività cognitiva è in grado di produrre semantiche discorsive positive sul Piano che, secondo un gioco di “scatole cinesi”, contiene ciò che dovrebbe “significarlo”. Per tal motivo, in Che cos’è la filosofia, Deleuze e Guattari, diranno che un pensiero privo di immagini è una illusione ma anche che, in definitiva, nessun pensiero può produrre un concetto capace di “dire” ed esaurire il “Piano”.  Il procedere cognitivo può soltanto, attraverso un’opera di continua approssimazione, avvicinarsi verso quel “centro” che risulterà sempre “differito”.

1 beanza 2 evento
1 indefinito , vacuità carica senso preontologico 2 assente + piano immanenza dove è dato nella sua strutturazione la dimensione dell' essere (soggetto, oggetto)

Piano consistenza  L’immagine è quel “non-detto” che indica cosa significa pensare, come si deve pensare, come si deve costruire una semantica. Per certi versi è il “Principio di realtà cognitiva” di Freudiana memoria. Il filosofo è quel cattivo maestro” che lavora per decostruire in continuazione l’immagine del pensiero considerata “unica e sola”.

In principio c’è la “beanza dell’inconscio” Uno-Tutto, irrappresentabile, perché non facente parte né della dimensione dell’Essere né di quella del Non-Essere[1], bensì di quella dell’oltre-Limite pre-ontologico.
Nulla pre bigbeng

La causa inconscia è una funzione dell’impossibile

La dépense funzionale delle classi ricche. Con la nascita della società borghese – del capitalismo – si mette all’opera una rivoluzione copernicana. Il sistema feudale, basato sulla nobiltà, è basato sul principio della perdita. Il sistema borghese è basato sulla produzione, su funzionalità, decoro e pudore. Nel modello feudale, sia a livello popolare che a livello aristocratico, tutti i valori sono legati ad una concezione della dépense. Era un popolo sostanzialmente anarchico.
La società borghese effettua il passaggio dal principio del dono al principio dello scambio. Essa è fondata sul primato dell’individuo: scioglimento del legame sociale che è implicito nel dono. Il borghese esce dal circolo del dono e si libera dal legame sociale. Il figliol prodigo chiede al padre ciò che gli è dovuto per uscire dal legame sociale, che era istituito dal dono.
L’odio verso la dépense è la ragion d’essere e la giustificazione della borghesia. E della sua ipocrisia poiché, per mostrare il potere, anche il borghese dovrà ricorrere al principio della perdita; ma egli lo fa di nascosto. Il borghese fugge dall’obbligo del dono.

Il consumo non è qualcosa di finalizzato alla produzione. E’ la produzione ad essere finalizzata al consumo.

Mauss, nel 1924-25, in Essay sur le don studia forme primitive di scambio → lo scambio originario non è uno scambio, non è baratto. Il baratto giustificherebbe la continuità con la logica dello scambio dell’economia politica. Ma, in realtà, lo scambio originario era dono. Eg gli indiani occidentali del nord: potlàk, dono di rivalità, festa nella quale clan si incontrano per sfidarsi attraverso doni reciproci che mostrano la potenza. La quantità dello spreco, possibile grazie all’accumulazione svoltasi durante la produzione, mostra la potenza. Il dono è dono del legame sociale. Non c’è dono senza contro-dono ma, esso, non è restituito per pareggiare i conti, altrimenti si tratterebbe di scambio. Il dono funziona in modo inflazionistico. Il dono celebra il legame e continua ad intensificarlo. Il dono è usura. Se non si riesce a manifestare il contro-dono, il primo vince ed io perdo. Manca equilibrio; c’è un godimento che porta alla distruzione della sostanza sociale.

antropologia [Mauss: spinta del dono]: il sacrificio. Le cose che l’uomo chiama sacre sono costituite da un operazione di perdita. Il cristianesimo porta il principio del sacrificio ai suoi estremi, mettendo al sacrificio Dio stesso. Il processo di incarnazione è processo di svuotamento della sostanza divina.
Altro esempio sono i giochi, oppure le produzioni artistiche. La parola poesia è sinonimo di dépense, perché significa creazione per mezzo della perdita. Il suo senso è, dunque, vicino a quello di sacrificio.

Bataille: “L’attività umana non è interamente riducibile a processi di produzione e di conservazione, e il consumo deve essere diviso in due parti distinte. La prima, riducibile, è rappresentata dall’uso del minimo necessario, agli individui di una data società (…). La seconda parte è rappresentata dalle spese cosiddette improduttive: il lusso, i lutti, le guerre, i culti, le costruzioni di monumenti suntuari, i giochi, gli spettacoli, le arti, l’attività sessuale perversa (cioè deviata dalla finalità genitale) rappresentano altrettante attività che, almeno nelle condizioni primitive, hanno il loro fine in se stesse.”

Dépense è spreco, consumo improduttivo; è procedere in direzione opposta al principio di autoconservazione. Eg matrimoni e feste come occasioni di dépense: vestiti sfarzosi e dimensione erotica. Non c’è produzione ne acquisizione.

C’è qualcosa, della materia, che resta
L'avanzo
Il lembo

mouvement qui pousse un individu à exposer sa vie intime 
extimité è das ding il sole nero
[étymologie] Mot créé par le psychanalyste Jacques Lacan et employé fréquemment à propos des réseaux sociaux sur Internet.

giustificare il male, ma di insegnare a convivere col sole oscuro, con l’ospite straniero.

Dov’è la cosa? La cosa è extimité: è un fuori radicale, che è la cosa più intima che ci sia. E’ l’altro all’interno del medesimo. Come nell’occhio alla cui radice c’è una macchia ceca che non vede. E’ l’esteriorità all’interno dell’essere.

Godimento è il rapporto con la cosa, con il sole di Van Gogh. La civiltà è la barratura della cosa. La civiltà è differimento della pulsione che ci potrebbe bruciare. “Il significante sbarra il godimento. L’ordine simbolico ha come fine la barratura (schermatura) del rapporto con la cosa”. La tentazione dell’individuo è bruciarsi con la cosa. La società è interdizione di questa tentazione.

Anche il sublime kantiano è la stessa cosa. C’è qualcosa al di là del bello, oltre l’armonia e la simmetria. C’è qualcosa di non bello che ci attrae irresistibilmente. Ci si avvicina sempre più alla cosa – “il vulcano” – finché non ci si autodistrugge – ci si cade dentro.

E’ un sole nero; è la luce che attrae e uccide le falene  [rif. Icaro]. Eg: Van Gogh si strappò l’orecchio per mandarlo ad una puttana perché il sole gliel’aveva detto. E’ mutilazione sacrificale. La mutilazione sacrificale non è psicopatologia; in molte culture la mutilazione è correlata ai riti iniziatici.

Ronchi: “la vita è il tempo necessario a ciò che è vivo per tornare alla non-vita”.

Uno totalità frammentaria centro di vibrazione

Concetto: intensivo incorpor ero dice l'evento è atto del pensiero a un tempo relativo finito e una velocità infinita

consistenza è l’inseparabilità delle componenti distinte che lo definiscono; queste sono infatti tratti intensivi e variazioni ordinate secondo la loro vicinanza.
Parallelo con distinzione fra unità semplice e composita

filosofia come creazione di concetti. Sebbene il concetto sia creato, non è un prodotto; è invece una molteplicità dai contorni irregolari definita dalla cifra delle sue componenti.

“creazione” dei concetti- creazione

La “pulsazione” del pensiero vive di questa stessa instabilità del caosmo inscritto nell’ordinamento del mondo; da questa s’apre la condizione di pensabilità della costruzione dei concetti

il fuori del caos tocca il dentro del pensiero

«Ora, tutto il testo di Mallarmé è organizzato in modo tale che nei suoi punti più forti il senso resti indecidibile; ne consegue che il significante non si lascia più attraversare, ma rimane, resiste, esiste e si fa notare»39. All’effetto di indecidibilità contribuisce anche la costruzione della frase mallarmeana: ad esempio, «la sintassi della breve parola or è talvolta calcolata in modo tale da vietarci di decidere se si tratta del nome (sostanza metallica), della congiunzione logica o dell’avverbio di tempo. Sono stati rilevati altri giochi del genere: continue può valere, nello stesso enunciato, come verbo o come aggettivo […]. Altrove, offre agisce come un verbo e/o come un nome, parjure come un verbo e/o come un nome, e/o come un aggettivo»40.

Qui non si può nemmeno più parlare di un evento, dell’evento di un simile testo; non si può più interrogarne il senso, pena il ricadere al di qua di esso, nella rete dei valori che ha praticamente rimesso in questione»36. Tutto ciò pare decisamente eccessivo, benché riferito a un poeta senza dubbio audace. Il filosofo, però, attenua l’iperbole spiegando che, «se Mallarmé segnasse una rottura, questa avrebbe ancora la forma della ripetizione; rivelerebbe per esempio l’essenza della letteratura passata in quanto tale»37. Il fatto che esista un’impossibilità di separare nettamente, nell’opera mallarmeana, la componente di rottura da quella di ripetizione provoca, secondo Derrida, una «crisi della critica […], che avrà sempre voluto, tramite un giudizio, decidere (krinein) del valore e del senso, discernere tra ciò che è e ciò che non è, tra ciò che vale e ciò che non vale, tra il vero e il falso, il bello e il brutto, ogni significato e il suo contrario»38

Derridda: hymene entre antre

Il caos fugge alla partizione metafisica essere-nulla, finito-infinito: è il fra i due, il non numerabile, eccedente il calcolo; «come dice La piega, il caos è un puro Many, una pura “diversità disgiuntiva”. Il caos non è Uno, bensì la differenza incalcolabile tra un evento e l’altro, o lo “iato” (Che cos’è la filosofia?), la divergenza tra le singolarità».19 

il caos, proprio perché “caotizzante”, proprio in virtù di questo suo potenziale trasformativo che non soggiace a nessuna legge – neppure alla “legge dell’assenza di legge” – crea spontaneamente isole di regolarità nel fluire della creazionedisfacimento continuo delle forme. Il caos convive sempre con il cosmo; Deleuze traccerebbe, in una felice espressione che Davide Tarizzo formula nella sua introduzione italiana a La piega, una sorta di “metafisica del caos”, rinominandola nella filosofia dell’evento; «Un evento è una smagliatura del Mondo. Un evento, se è davvero tale, è un caso, è qualcosa di totalmente imprevedibile e totalmente accidentale, che smaglia ogni rete, ogni trama di necessità che tiene assieme un Mondo».18

la filosofia deve mostrare che questo piano di immanenza assoluto è il non-pensato che è là in ogni piano, il caos che disfa la consistenza stessa del piano.

Non esistono soluzioni nelcontinuum della conoscenza umana; ogni conoscenza è collegata a tutte le altre attraverso complesse mediazioni e intersezioni, e ogni cambiamento in un ambito conoscitivo determina cambiamenti più o meno cospicui in tutti gli altri ambiti. Le idee filosofiche determinano l'evoluzione della scienza e sono da essa determinate.

 le teorie non descrivono la realtà per spiegare i fenomeni, sono strumenti per collegare fenomeni tra loro e fare previsioni. Di conseguenza, le teorie non sono vere o false, ma solo utili o inutili. 

il linguaggio che utilizziamo e gli strumenti impiegati per gli esperimenti non sono adeguati alle dimensioni microscopiche. Ogni misurazione determina quindi un salto discontinuo nell'evoluzione del sistema. Questo salto viene oggi chiamato 'riduzione', o 'collasso', del pacchetto d'onde, e il problema di spiegarne la discontinuità rispetto all'evoluzione della funzione d'onda è noto come 'problema della misura'.

l’evento è la prova che il Mondo non esiste

Il caos convive sempre con il cosmo; Deleuze traccerebbe, in una felice espressione che Davide Tarizzo formula nella sua introduzione italiana a La piega, una sorta di “metafisica del caos”, rinominandola nella filosofia dell’evento; «Un evento è una smagliatura del Mondo. Un evento, se è davvero tale, è un caso, è qualcosa di totalmente imprevedibile e totalmente accidentale, che smaglia ogni rete, ogni trama di necessità che tiene assieme un Mondo».18

Nietzsche e Mallarmé ci hanno offerto la rivelazione di un Pensiero- mondo che effettua un lancio di dadi. Ma per loro si tratta di un mondo senza principi, di un mondo che ha perso tutti i suoi principi: per questo il lancio di dadi si configura infine come la potenza di affermare il Caso, di pensare tutto il caso, che non è affatto un principio, bensì l’assenza di ogni principio. Il loro lancio di dadi restituisce all’assenza e al niente ciò che scaturisce dal caso, ciò che ha la presunzione di sfuggirvi e vorrebbe limitarlo per principio. [...] Il Niente piuttosto che il qualcosa. Pensare senza principi, in assenza di Dio, in assenza dell’uomo stesso, diventa il compito rischioso di un bambino-giocatore che spodesta il vecchio Maestro del gioco e fa entrare gli incompossibili nello stesso mondo dilaniato (il tavolo va in pezzi). Ma cosa è capitato, in questa lunga storia del “nichilismo”, prima che il mondo perdesse i suoi principi? [...] la crisi e il crollo di ogni ragione teologica

Centrale anche il passo che precede questo (p. 50); «Quando Heidegger evoca la Zwiefalt come il differente della differenza, vuol dire innanzitutto che la differenziazione non rinvia ad un indifferenziato precostituito, ma a una differenza che non smette di spiegarsi e ripiegarsi su ciascuno dei due lati. Non si spiega l’uno se non ripiegando l’altro, in una coestensività dello svelamento e del velamento dell’essere, della presenza e del ritrarsi dell’essente». Questo richiamo ad Heidegger ci sarà funzionale in seguito per cogliere lo statuto della spaziatura della contrada (Gegend), dell’Aperto e della libera vastità in relazione alla lettura derridiana del frammezzo mallarmeano

L’inflessione della materia non è altro che una virtualità che si attualizza esclusivamente nell’anima che la comprende; l’anima “senza finestre” della teoria leibniziana, spiega Deleuze, è la sfera di quei ripiegamenti interiori che permettono la rappresentazione del mondo e i ripiegamenti esteriori della materia.

Scienza metodologia e dichiarazione

Conoscenza dà sicurezza agli atti
Cognizione guida manipolazione dell universo

Conoscenza fa apparire universo come sistematico e predicibile

Esser preparati a capire
Trasferimento di conoscenza uguale creazione dell altro da me tramite comprensione

animali che vivono al freddo crescono molto

 il concetto dioggettività (Universo) è stato sostituito da Maturana con quello di “Oggettività tra parentesi” (Multiversum), termine che indica come la "realtà" sia un percorso cognitivo (universo) ritagliato all’interno di altri percorsi cognitivi possibili (multiversi), che spiega la prassi dell'osservatore e pone dunque tra parentesi la pretesa di un'oggettività da descrivere indipendentemente da chi la osserva 

Poiché la conoscenza è il vivente stesso, l’oggettività non è che il particolare modo di vivere dell’essere umano in quanto entita biologica.

realtà è una costruzione consensuale della comunità o contesto in cui il soggetto agisce

Una società umana nella quale vedere tutti gli esseri umani equivalenti a se stessi e amarli, può funzionare senza che si domandi loro una rinunzia di individualità e autonomia maggiore di quanto uno possa accettare per se stesso mentre la integra come osservatore essa è un prodotto dell arte umana, cioè,  una società artificiale che ammette cambiamento ed accetta ogni essere umano come indispensabile . Una tale società é necessariamente una società non-gerarchica per la quale tutte le relazioni di ordine sono costitutivamente transitorie e circostanziali alla creazione di relazioni che continuamente negano la istituzionalizzazione dell abuso  umano. Una tale società   è nella sua essenza una società anarchica, una società fatta per e da osservatori che non rinunzierebbero alla loro condizione in quanto loro condizione di osservatori in quanto loro richiedono solamente libertà sociale e mutuo rispetto.

Humberto R. Maturana
Introduzione a "Autopoiesi e cognizione "

Postumanesimo totalitarismo tecnoliberista negazione dell amore come  cessazione della valutazione etica integrata dall altro da sé

Giudizio dell osservatore ed etica del piacere

La creatività  sociale è necessariamente antisociale nel dominio sociale nel quale ha luogo

Ipocrisia componente fondamentale delle società umane

Distinzioni su distinzioni metadominio di descrizioni nel quale sono fatte le dichiarazioni cognitive.

L'apparente giustizia geometrica

Aveva finito col saperne tanto che non poteva interpretare più niente. Per lei non c'erano più oscurità che la facessero vedere più chiaro, restava solo una  luce cruda.

Linea di taglio
Linea di incrinatura
Linea di rottura

Linea di segmentarietà rigida o di taglio molare
Linea di segmentarità flessibile o di incrinarura molecolare
Linea di fuga o di rottura mortale e vivente non segmentaria

Passeggiero clabdestino di un viaggio immobile divenire come tutti per chi sa di non essere nessuno

I problemi dello sviluppo e della comunicazione delle conoscenze sono sempre problemi di costruzione e di interpretazione

Ridondanza sociale
Riserva indispensabile
Per effettuare gestlt switch
Il pensiero omogeneo si arresterebbe senza creare
Idiosincraticitá

Produrre tradizione
Costruire idee

Variability
Organismo risposta attiva au vincoli imosti dall ambiente

Cso
L'unità non funziona come un insieme di caratteristiche
Ma come un tutto coerente non al futuro ma hic et nunc con effetto a cascata
Interdipendenza nei vincoli del tutto
Evoluzione per induzione e deduzione

Permanere in un continuo accoppiamento strutturale

Interazione organismo ambiente e deriva naturaleo strutturale

CASO
Non cé sopravvivenza del piu adatto
Cé sopravvivenza dell' adatto

No ottimizzazione e controllo naturale
Si conservazione e autonomia organizzazionale contro alla perturbazione ambientale

La necessità si costruisce sempre è sempre a posteriori

Prodotti dello sviluppo del sapere l isotropia degli spazi e dei tempi simbolici

Può  essere e non può essere
Sesto Empirico

Filosofo artigiano del pensiero

 "retroazione", secondo cui "parte dei dati in uscita sono reintrodotti nel sistema come informazione circa l'uscita stessa" 

Rumore non letale aumenta perormance regolatatrici

Superiorità  è inglobazione

Interdipendenza ricorsiva compensa perturbazioni

Consumo possibilità non minacciose

Origine concetto di informazione alla relazione fra un osservatore e un sistema osservato, o meglio fra l'osservatore che costruisce il sistema e il sistema stesso a sua volta osservatore

Teoremi della limirazione logica Wittgenstein  Russell Godel

Limitazioni matrici costruttive conoscenza

Kanji fiume guida
Tejun prassi

Parole dure come pietre

Cuori virili mente salda e serena

« L'invarianza precede necessariamente la teleonomia. Per essere più espliciti, si tratta dell'idea darwiniana che la comparsa, l'evoluzione e il progressivo affinamento di strutture sempre più fortemente teleonomiche sono dovuti al sopraggiungere di perturbazioni in una struttura già dotata della proprietà di invarianza, e quindi capace di "conservare il caso" e di subordinarne gli effetti al gioco della selezione naturale. »(Jacques MonodIl caso e la necessità, cap. II, 1)

A questo proposito, l’assunto dell’autore è che mentre il volere si colloca in uno spazio che trascende la nostra consapevolezza, si dichiara in ogni nostra singola cellula, la memoria invece interessa la coscienza che abbiamo del nostro passato: «l’auto‐organizzazione incosciente con creazione di complessità a partire dal rumore deve essere considerata come il fenomeno primo nei meccanismi del volere, guidati verso il futuro; mentre la memoria deve essere posta al centro dei fenomeni di coscienza» (p. 172). Di più, la memoria e il volere si complicano vicendevolmente, in una continua interazione che dà vita a ulteriori fenomeni: da un lato la coscienza volontaria, e dall’altro i fenomeni di rivelazione dell’inconscio.  

 il volere si colloca in uno spazio che trascende la nostra consapevolezza

io” sono l’origine di tutte le determinazioni poiché le stesse nozioni di aleatorio e di determinato dipendono dalle “mie” possibilità – come osservatore reale o potenziale – di conoscenza e comprensione del reale. [...] Niente è caso poiché ciò che sembra caso è rumore agli occhi dell’osservatore esterno è integrato in fattori di autorganizzazione e di nuovi significati

fattori aleatori obbedirebbero a una logica particolare e non sarebbero che la risultante di una serie di errori in un sistema ripetitivo, responsabili di un’evoluzione che va in direzione di una sempre maggiore complessità dell’organizzazione.

rumore, inteso come fattore aleatorio, può diventare fonte d’informazione, piuttosto che essere una fonte di disordine: come già aveva evidenziato J. Piaget ne l’Adattamento vitale e psicologia dell’intelligenza, gli organismi sarebbero infatti caratterizzati dalla «proprietà non solo di resistere al rumore in modo efficace, ma anche di utilizzarlo, fino a trasformarlo in fattore di organizzazione!» 

Laddove Monod si era riferito unicamente alla struttura dei cristalli, gli studi di I. Prigogine, M. Eigen e A. Katzir‐Katatchalsky hanno fatto riferimento a sistemi termodinamicamente aperti e così «hanno potuto mettere in luce una nuova classe di strutture naturali ben più ricche di quella dei cristalli» (p. 35), dimostrando che nei sistemi chimico‐fisici lontani dall’organizzazione emergono proprietà auto‐organizzatrici a partire da flussi e fluttuazioni aleatorie.  

 sono le idee di feed‐back, di controllo, di trattamento di informazione quantificata che hanno sottratto al vivente il monopolio dell’organizzazione, inaugurando la possibilità di pensare alle macchine come organizzate anch’esse. 

Contro gli organi artaudiani siamo e rimaniamo un’unità ambigua di soggetto e oggetto, come già insegnava Husserl quando si riferiva a quella natura che fa di noi un Leib e un Körper al contempo.  

effetti è l’Uomo, sistema chiuso, che è scomparso; i sistemi cibernetici aperti, auto‐organizzatori, sono candidati alla sua successione»

Contesto presentazione e attivazione area linguaggio o.funzioni diffuse

Cervello potere infinito in oggetto finito

Rappresentazione e adattamenti

L’intelligenza è la forma più elevata dello sviluppo biologico e quindi anche quella più completa dell’adattamento all’ambiente in quanto le strutture che si sviluppano sono mobili e flessibili ,e permettono di adattarsi alle modifiche ambientali; è il prolungamento di quello biologico.Il processo che permette la comparsa di strutture più complesse e adeguate è quello di Equilibrazione che agisce in duplice direzione ossia da un lato tra organismo e ambiente (adattamento), dall’altro agisce all’interno dell’organismo (organizzazione).

Figure: assimilazione astrazione ricomposizione in codice sistema di regole di elaborazione

Essere come tutto il mondo, riguarda la somiglianza e l’imitazione e si traduce in un anonimato piatto. Divenire come
tutto il mondo invece è un tendere all’impercettibile, e presuppone l’idea di frattura. Si diviene tutto il mondo quando «il
passato di fatto ha cessato di esistere». A quel punto si diviene mondo, impercettibili, come la Pantera rosa, che dipinge su
di sé il mondo., si coglie l’ora del mondo, il divenire, senza più immobilizzarsi in alcun stato, senza più essere catturati da
nulla, impercettibili, clandestini, senza volto. Si tratta di una nozione poetica sulla quale Deleuze scrive alcune delle pagine
più belle di Mille plateaux, per esempio 244, 344.
I termini sono sempre uno dentro l’altro, ma in una certa maniera, alimentano
movimenti diversi.
hecceité. Una stagione, un inverno, un’estate, un’ora, una data hanno
un’individualità perfetta e che non manca di nulla, per quanto non si confondano ad una cosa o un soggetto», che può essere
correlato a quel «e abbiamo forse torto a credere all’esistenza delle cose»
L’infinitamente grande e l’infinitamente
piccolo, pur nella loro differenza, esprimono una distanza analoga dalla misura umana
delle cose. Distanza a cui si può dunque, in una certa misura, attribuire anche una
valenza “spirituale”, benché materiale, proprio in quanto iato dall’umano.
Affermare contemporaneamente sé e la propria impossibilità, così
da spaziare oltre gli orizzonti in cui la soggettività lo costringe.
Affermare contemporaneamente sé e la propria impossibilità, così
da spaziare oltre gli orizzonti in cui la soggettività lo costringe.
33Lo patisce, lo sperimenta, lo vive. E arriva così a padroneggiare
quello che prima bruciava.
Ogni sentimento portato all’estremo è intraducibile, racchiude mondi che non
passano per la parola né impiegano i concetti della ragione, ma affiorano e si rivelano
attraverso posture, grida, combinazione di gesti, danze e maschere.
Provocare uno choc al pensiero, ponendo
l’intero essere di fronte alla propria impossibilità.
di cui da bambini si era tanto ricchi
Lo scopo del teatro della crudeltà non è dunque di occuparsi di vicende umane, di
intrecci psicologici o preoccupazioni morali. Il processo creativo viene spostato
all’indietro, e mira a far emergere la vita anorganica nella sua violenza, rendere
palpabile la necessità che costringe un corpo a diventare organismo e poi a prendere la
parola. in Artaud
Esso è immobilizzato dalla
propria morfologia e anatomia, mentre il corpo senza organi è energetico, suddiviso
per zone di intensità piuttosto che per organi.
La forza
che distrugge l’immagine e la sua copia, il modello e le sue riproduzioni, e ogni
possibilità di subordinazione ad un modello del Vero, del Giusto, del Diritto
“Mai fare il punto, ma seguire la linea
Stendere un piano di consistenza assume così un carattere sperimentale e creativo.
Non si finisce mai di uscire dal piano di organizzazione, c’è sempre il rischio di
capitare in una strato più solido e stretto di quello che si è appena lasciato. Di
riterritorializzarsi.
Non si acquista l’essere in base ad un rapporto con un modello esterno, ma lo si
produce continuamente dall’interno. L’essere è potenza, e questa in qualunque grado
di sviluppo si trovi, esprime una certa perfezione
In ogni caso tra contenuto e espressione non vi è mai«corrispondenza, né
conformità, ma isomorfismo con presupposizione reciproca». La distinzione che
intercorre tra loro è reale, ma non numerica. Conseguentemente ognuno implica per
suo conto molteplicità differenti, che però si riferiscono ad un unico “soggetto”, o
“sostanza”.
Destratificare equivale allora a “finirla con il giudizio” e ripristinare
l’innocenza del divenire, che è affermazione della verità del molteplice
formare materia, a imprigionare delle intensità o a fissare delle singolarità in
sistemi di risonanza e ridondanza, a costituire molecole più o meno grandi sul corpo
della terra, e a far entrare queste molecole in insiemi molari
La critica di Nietzsche riconduce tanto la conoscenza, quanto il soggetto conoscente
e l’oggetto conosciuto a chimere alimentate dall’”ineliminabile bisogno di
conservazione dell’uomo.”
Ma è proprio questa apertura a permettere una riflessione sull’uomo. Ed è l’evento
costituito dall’apparizione dell’uomo a tracciare la soglia della modernità, «prima non
era possibile la strana statura di un essere la cui natura sarebbe di conoscere la natura,
e se stesso quindi in quanto essere naturale»
Focault
E’ solo nella modernità che il pensiero, modificando la propria curvatura, trova i
mezzi per rivolgersi a lui direttamente, mediante l’indagine delle sue condizioni di
possibilità.
Foucault lo analizza ne “le parole e le cose”, rilevando come nell’immagine classica
del pensiero, il linguaggio sorga all’intersezione tra l’essere e la rappresentazione, e
agisca come una trasparenza, attraverso la quale gli esseri si manifestano e le
rappresentazioni si ordinano.13 L’uomo è dunque il perno della rappresentazione e la
causa prima di ogni conoscenza. Il suo volto permea il mondo e ogni discorso che si
possa tenere, garantendo alla volta unità e coerenza al loro rapporto.
il paradosso proprio al pensiero
moderno, apparentemente caratterizzato dall’impossibilità per l’uomo di posare lo
sguardo sulla fonte del proprio enigma, senza dissolversi e rendersi irriconoscibile.
“il nichilismo è il concetto a priori della storia universale.”

In un certo senso il cosmo funge da ratio cognoscendi del caos, il quale sta come ratio essendi del cosmo. E’ a questo proposito forse che Deleuze scriveva come per pensare Dioniso, fossero probabilmente necessari i concetti di Apollo

E’ un mondo di relazioni, dove nulla è semplice…:«Non c’è nulla sulla terra una sola parola , una sola pagina che lo sia, poiché tutte postulano l’universo, il cui attributo più noto è la complessità.» Borges

Il cosmo come variabile interna, prospettiva del caos nel caos.

«Che cos’è questa vita al di là della forma che pervade le forme?»

Creatività e rumore di fondo neuronale vs computer

La cintura o ecumene funziona in relazione spezzato frammentato in epistrati e parastrati implicando una macchina concreta

Rapporti differenziali

AUTOCOESIONE
Per quanto si sa attualmente sulle molecole di RNA, le loro funzioni strettamente replicative sono confinate ai virus. Siamo propensi a pensare all'RNA soprattutto come alla molecola che rilascia l'informazione dal DNA alla proteina. Ma la maggior parte dell'RNA delle cellule serve a costruire i pezzi del macchinario, esso è un materiale microstrutturale, così come lo è un nastro portatore di messaggi, e presumibilmente ciò è più vicino alla funzione che doveva avere in origine. La grande idea progettuale a questo riguardo è che sequenze complementari di RNA siano reciprocamente e perfettamente coesive. Questa caratteristica è di per sé importante, indipendentemente da qualsiasi collegamento essa possa avere con la replicazione. l polisaccaridi come gli alginati, che non sono in grado di replicarsi, sono un buon esempio di questo fenomeno. Essi sono progettati per attorcigliarsi l'uno con l'altro, cosa che facilita la produzione di gel.
Ci sono esempi di questo fenomeno nell'evoluzione successiva. Esso è chiamato preadattamento ed è la fonte principale della capacità inventiva dell'evoluzione. Una struttura, sia essa un osso, un tipo cellulare o una molecola, evolve in un primo tempo con un certo ventaglio di funzioni, sotto un ben definito insieme di pressioni selettive. Ma poi le accade di avere altri usi e quindi di evolvere sotto la spinta di nuove pressioni selettive. In origine le ossa del nostro orecchio interno, meravigliosamente articolate, avevano usi diversi nelle mascelle dei rettili. Le cellule eucariotiche non furono inizialmente 'progettate' per essere neuroni. La maggior parte delle molecole proteiche si sono evo Iute da tipi che spesso avevano usi completamente diversi.
Le proteine costituiscono la via principale attraverso cui la sequenza di informazione contenuta nel DNA acquista un significato. Il momento critico dell' espressione di questo significato è quando una molecola proteica si ripiega, trasformando il messaggio in un minuscolo pezzo di macchinario molecolare. La flessibilità di una catena proteica è parte essenziale di questo evento e può essere messa a confronto con la relativa maggiore rigidità del DNA. La rigidità, forse, contribuisce a un'accurata replicazione dell'informazione mentre la flessibilità è necessaria all'espressione di questa informazione.
In modo particolare nelle strutture a strati misti, in cui i diversi tipi di strati quando non sono impacchettati hanno quasi certamente leggere differenze dimensionali, la sequenza di impacchettamento sarà spesso associata a piccole tensioni locali; in questo modo, una pila con una sequenza asimmetrica di strati tenderà a piegarsi e, forse, a formare strutture di ordine superiore
Una caratteristica particolare dei materiali genetici primitivi sarebbe la mancanza dell'effetto di irreversibilità che permette a tutti i moderni organismi di essere complessi (una volta persi i sotto sistemi primitivi non è facile tornare indietro). Tutti gli organismi oggi devono essere complessi per sopravvivere comunque e dovunque
la crescita dei cristalli deve aver luogo soltanto in alcune direzioni e in modo ordinato, senza l'introduzione di nuove caratteristiche aperiodiche durante la crescita.
Se consideriamo le usurpazioni genetiche come una parte della storia, l'idea del mondo a RNA diventa, piuttosto, l'idea di un 'quartiere a RNA'.
È difficile credere che queste ripetizioni esatte, complesse, con ampio spettro, siano da spiegarsi in termini termodinamici, cioè che una particolare disposizione sia semplicemente stata la più stabile nelle condizioni di crescita. Il punto di vista più generale è che in questi casi le ripetizioni originino dai processi di crescita dei cristalli, che esse siano il prodotto di effetti cinetici e che qualsiasi configurazione capiti nel primo stadio di crescita verrà poi copiata più e più volte, come può accadere, per esempio, nella crescita attraverso dislocazione a vite (Verma e Krishna, 1966; Savage e Tauber, 1967; Cairns-Smith, 1988; Heine e Cheng, 1990). Materiali a strati misti forniscono esempi analoghi. In questo caso tipi diversi di strati sono impilati uno sull'altro in una disposizione regolare o irregolare. Gli strati misti sono comuni nelle argille, per esempio possono esserci permutazioni di impilamento tra illite e smectite o, anche, tra caolinite e smectite (Reynolds, 1986). Anche in questi casi, in linea di principio, l'informazione potrebbe essere stata contenuta in questa struttura, poiché sono possibili sequenze irregolari.
come possa essersi originato un polimorfismo così complesso (Baronnet, 1980; Baronnet e Kang, 1989). Furono trovate prove di un meccanismo di dislocazione a vite

politipi dotati di periodi lunghi
È ancora più sorprendente che 'errori' isolati o sequenze abbastanza disordinate si trovino spesso ripetuti più e più volte all'interno di un singolo cristallo


i cristalli reali si uniformano raramente a queste regole; generalmente le sequenze di impilamento sono, in certo qual modo, aperiodiche.

Esse, in linea di principio, potrebbero contenere l'informazione sotto forma di tale sequenza disordinata.
Il fenotipo di questo organismo molto primitivo potrebbe, così, essere una sorta di caotico guazzabuglio di molecole organiche
il primo materiale genetico fosse un minerale microcristallino, come un'argilla che contiene informazione sotto forma o di un certo assetto nella distribuzione delle cariche, o di una particolare configurazione delle scanalature della superficie, o di un particolare impilamento di strati replicanti si attraverso la crescita e la sfaldatura dei cristalli


Organismi radicalmente eterogenetici

Questo porta a una possibilità più radicale: ci potrebbero essere tipi di materiali genetici del tutto diversi che collaborano all'interno di un singolo organismo; materiali che, in generale, non potrebbero leggere i messaggi l'uno dell'altro, che immagazzinerebbero e replicherebbero informazioni in modi differenti e con differenti tecniche di espressione e, ciononostante, in grado di collaborare e di essere vincolati da un'utilità reciproca. Anche a questa idea non si può porre alcun veto. Sebbene tutte le forme di vita siano costituite dallo stesso materiale, anche i geni attuali hanno una certa indipendenza d'azione. Essi, per esempio, si scambiano durante la riproduzione sessuale. Per regola, un gene rappresenta un certo tipo di informazione scritta in modo tale da poter essere replicata e da avere l'effetto di migliorare le prospettive di sopravvivenza e riproduzione della comunità di geni alla quale esso appartiene. Niente, in queste regole, impone che differenti geni debbano operare nello stesso modo o essere fatti dello stesso materiale, sebbene l'essere omogenetici renda i sistemi avanzati più efficienti. È probabile che ciò non fosse così efficiente all'inizio, quando i geni dovevano agire direttamente e un dato tipo di gene poteva fare soltanto poche cose, prima che una proteina factotum entrasse in scena. In quel momento sarà stato meglio avere materiali specializzati predisposti per differenti funzioni. Facciamo un parallelo sociale. È probabile che il macellaio abbia imparato il suo mestiere guardando suo padre e ascoltando ciò che gli diceva, il pasticciere francese leggendo libri scritti nella sua lingua, il fabbricante di candele studiando attentamente i disegni nel museo locale. Perciò ciascuno ha usato un'informazione, ereditata, di tipo diverso. Tuttavia, non è stato necessario che essi fossero in grado di approfondire le fonti di informazione di ciascuno per poter beneficiare delle reciproche attività. È tuttora comune nella nostra società avere a disposizione un misto di tecniche, riserve, trasmettitori ed effettori di informazione. l dischetti magnetici costituiscono una delle ultime innovazioni in questo senso, ma sono ancora in uso altri sistemi informativi del tutto incompatibili con essi, come carta e penna.
DNA che sostituisce l'RNA come materiale genetico principale, si immagina una modificazione genetica: un'ipotetica evoluzione di versioni di materiale genetico abbastanza simili da essere capaci, come in effetti erano, di leggere i messaggi l'una dell'altra.


Perché la selezione naturale possa operare è necessaria la riproduzione; più precisamente, deve esistere un'eredità a lungo termine, e ancora più precisamente un'eredità a lungo termine dei mezzi che producono caratteristiche specifiche. Ciò implica un materiale che sia dotato di memoria, un materiale genetico che possa conservare l'informazione su lunghi periodi di tempo, attraverso copie di copie di copie ... Questa non è l'unica cosa di cui deve essere capace un materiale genetico, ma è la più caratteristica, la più ardua, la conditio sine qua non.

Se sosteniamo che i mezzi per produrre molecole così sofisticate come l'RNA debbano essersi evoluti attraverso la selezione naturale, dobbiamo iniziare a pensare a un altro materiale genetico venuto prima. Si deve cercare un materiale genetico veramente primitivo che, a differenza dell'RNA, possa essere verosimilmente apparso sulla Terra senza selezione naturale in uno scenario geologico. Inoltre, dobbiamo pensare a come il materiale genetico primitivo possa essersi evoluto, forse attraverso molti stadi, per produrre sistemi di controllo genetico sorprendentemente sofisticati che sono ora condivisi da tutte le forme di vita sulla Terra. Potrebbe sembrare un'ipotesi azzardata: e se un'argilla, o un minerale microcristallino simile, potesse essere un materiale genetico? Questa è l'essenza dell' opzione radicale per quanto concerne il ruolo delle argille nell' origine della vita.