il caos, proprio perché “caotizzante”, proprio in virtù di questo suo potenziale trasformativo che non soggiace a nessuna legge – neppure alla “legge dell’assenza di legge” – crea spontaneamente isole di regolarità nel fluire della creazionedisfacimento continuo delle forme. Il caos convive sempre con il cosmo; Deleuze traccerebbe, in una felice espressione che Davide Tarizzo formula nella sua introduzione italiana a La piega, una sorta di “metafisica del caos”, rinominandola nella filosofia dell’evento; «Un evento è una smagliatura del Mondo. Un evento, se è davvero tale, è un caso, è qualcosa di totalmente imprevedibile e totalmente accidentale, che smaglia ogni rete, ogni trama di necessità che tiene assieme un Mondo».18
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