L'istituzione del Priorato, determinata in parte dal declino della potenza angioina in Italia, ma soprattutto dall'emergere in Firenze di un nuovo ceto, espressione della parte più attiva del mondo mercantile, era la logica conclusione di un processo che, iniziato con la pace del cardinale Latino, aveva visto un lento spostamento all'interno della classe dirigente a favore della grande "borghesia" mercantile e artigiana. I mercanti, gli artigiani maggiori, avevano il vantaggio rispetto ai grandi di essere meno divisi politicamente, poiché se è vero che esistevano mercanti di tendenza guelfa e mercanti di tendenza ghibellina, il comune interesse commerciale e la consapevolezza di rappresentare il ceto produttivo della città, rendevano ormai superati i contrasti di partito. In questo senso essi rappresentavano una classe, sia pure dai confini non troppo rigidi, di fronte al discorde blocco delle grandi famiglie.

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