Da una parte le prime comunità di contadini che sembra si basassero su un'agricoltura di sussistenza supportata da un'intensa irrigazione. Questi derivavano dalla civiltà di Samarra a nord, caratterizzata dalla costruzione di canali e di edifici con mattoni di fango.

La cultura dei pescatori-cacciatori del litorale arabo, installata in capanne di canne.

La terza cultura che contribuì ad erigere la città di Eridu fu quella dei pastori nomadi di greggi di pecore e capre, che vivevano in tende nelle zone semideserte.




Tutte e tre le culture sembrano implicate nei primi sviluppi della città. Lo stabilimento urbano si concentrava attorno ad un imponente complesso templare costruito in mattoni, all'interno di una piccola depressione che permetteva all'acqua di accumularsi.

Negli strati più antichi di Eridu (strati 17-15, appartenenti alla fase detta appunto "di Eridu", ca. 5000 a.C.) è stata rintracciata un'importante novità in ambito urbanistico: è infatti qui che si hanno le prime evidenze di una sistemazione apposita, in spazi dedicati, dell'attività cultuale. Si tratta di piccoli edifici, di "cappelle", un inizio modesto ma certamente rivoluzionario rispetto alla tipologia abitativa, ad esempio, di Çatalhöyük, dove il culto veniva effettuato dentro le abitazioni private, caratterizzandosi come culto "familiare".[3]


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