La Signoria rappresentò un momento fondamentale di transizione verso la formazione dello Stato moderno. Inizia infatti il processo di specializzazione e di accentramento delle varie funzioni del potere: diplomazia, amministrazione burocratica, prelievo fiscale. In Italia l'evoluzione dello Stato signorile portò alla formazione dello Stato regionale (per esempio Milano con la Lombardia, Venezia con il Veneto, Firenze con quasi tutta la Toscana). Tale formazione territoriale determinò la nascita di una pluralità di centri di produzione economica, artistica e culturale ma creò una dannosa frammentazione del territorio italiano esponendolo così alle invasioni straniere. Nessuno Stato regionale italiano riuscì ad avere una forza tale da prevalere nettamente sugli altri.
Alla fine le Signorie si evolsero in Principati con dinastie ereditarie e ciò avvenne, come già detto, quando i Signori, riconoscendo l'imperatore e pagando una quantità di denaro, vennero legittimati e riconosciuti come autorità da sudditi e principi. I Signori tentarono anche di creare degli Stati sovraregionali estendendo il proprio territorio.
Durante il Trecento le borghesie cittadine con complesse manovre economiche, tendono a procurarsi il controllo di territori sempre più vasti attorno alla città per imporre il proprio monopolio economico ed anche allo scopo di eliminare, anche con la forza, le signorie minori. "Dalla piccola signoria, cioè, si passa al principato, che è uno stato regionale in cui i poteri sono saldamente concentrati nelle mani di un principe, il quale, come i monarchi europei, è riuscito a limitare i poteri della vecchia nobiltà e delle gerarchie ecclesiastiche".[5]
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