relazione iperonimica, per cui il ritmo “precede
e prepara” la forma: proprio in relazione ai modi del sensibile, si registra una tangenza non accessoria
con “l’ipotesi ‘fenomenologica’” di Deleuze che, nel descrivere una Logica della sensazione, pensa il
ritmo come una generale “logica dei sensi”, “potenza, più profonda della vista, dell’udito” e degli
altri sensi che “travalica ogni singolo campo e lo attraversa”


Michel Serres, “ritmo”, nella sua prima apparizione nella filosofia
atomi- stica, è il momento di una scaturigine d’ordine interna al flusso stesso: nella “resi” (il flusso
laminare atomico che costituisce per la filosofia atomista il modello idraulico del caos) il “ritmo” è
un momento di reversibilità nell’irreversibilità del flusso, il vortice come fenomeno d’ordine locale in cui il flusso si avvolge e torna su stesso, così da produrre una reversibilità del tempo. Non ostacolo
al flusso, ma reversibilità locale e momentanea dello stesso (la resi) che si avvolge nel vortice (il
ritmo, inteso allora come forma adottata dagli atomi in scostamento)162. Presa significante, ipotesi
di forma nella continuità: per la semiotica si tratta allora di “ritmare la resi”163.


Così, “la musica 162 è satura di reversibili. Essa ritma la resi in ogni luogo e ad ogni livello, produce e
riproduce l’immantinente. Flusso riempito di fluttuazioni” (Serres 1977, p. 163).

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