Comunichiamo con i segni. Le parole, le espressioni facciali, le immagini sui cartelloni pubblicitari, i segnali stradali, alcuni suoni o colori sono segni.
Un segno, per definizione, è una entità bifacciale, composta da significato e da significante. In altre parole, il significato è il concetto espresso, il significante è il supporto materiale che lo esprime.
Prendiamo l'esempio di un segnale stradale, il divieto di accesso. Il significato è :"non si può passare per di qua"; il significante è un cerchio rosso con una banda bianca orizzontale che divide il disco rosso a metà. Le due cose insieme, sono un segno.
Ma in questo caso, oltre che essere un segno, si tratta di un simbolo, secondo la tassonomia proposta da Pierce.
Lo studioso ha suddiviso i segni in icone, simboli e indici.
Abbiamo una icona quando il segno assomiglia al concetto rappresentato (ad esempio l'icona russa della Madonna con il Bambino. Si tratta di una immagine stilizzata di una donna che tiene in braccio un bimbo, presumibilmente suo figlio. Non vi è alcuna convenzione applicata. Il significante assomiglia effettivamente a una donna che tiene in braccio un infante).
Abbiamo un simbolo quando il significante utilizzato è frutto di una convenzione ma non assomiglia al concetto espresso nella realtà. (ad esempio l'aureola posta nei quadri sulla testa della Madonna o dei santi. Nessun santo ha effettivamente avuto un disco d'oro attaccato sulla testa quando trascorreva i suoi giorni su questa terra, ma per convenzione, per indicare la santità di un individuo, si disegna un disco dorato sulla sua nuca).
Abbiamo un indice quando il segno è naturale, non è frutto di convenzione e non assomiglia al concetto espresso che si intende rappresentare. (l'esempio più classico è rappresentato dal fumo che indica che c'è o ci potrebbe essere un falò o le occhiaie che indicano che una persona non ha dormito bene la notte precedente o è malata. Non è frutto di convenzione, il fumo non assomiglia al fuoco e le occhiaie non assomigliano all'insonnia).
Naturalmente le cose sono un pochino più complicate di come presentate in questa classificazione. Infatti può capitare, che in un determinato contesto il fumo, chè è normalmente un indice, possa assumere il valore di un simbolo (ad esempio simboleggiare la distruzione, la guerra, o nel caso dell'incenso, la sacralità).
Occorre quindi, nella comunicazione, fare attenzione e imparare a maneggiare con disinvoltura i segni, saperli riconoscere e saperli utilizzare nell'ambito dei diversi contesti, facendo attenzione a non utilizzare presupposizioni sbagliate, dando per scontato conoscenze non necessariamente presenti nel destinatario e creando così un messaggio ambiguo, se non addirittura fuorviante.
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