Tuttavia nella sua seconda considerazione Benjamin cerca di stabilire un nesso dialettico tra storia (profana) e regno. E lo fa in due modi. Riconducendo anzitutto il dinamismo della realtà profana a quello della ricerca della felicità (Agostino). Ma disegnando al tempo stesso la storia come un campo di forze contrapposte: la tendenza alla felicità e l’energia messianica. Queste due forze si muovono in direzione contrapposta, ma il campo di forze resta pur sempre lo stesso. E, come accade in un campo di forze, accade che proprio la direzione opposta delle due energie serva a far sì che l’energia dell’una, proprio mentre tende a sfuggire alla forza d’attrazione dell’altra, di fatto l’acceleri. La conseguenza può sembrare in contraddizione con la precedente affermazione della differenza radicale tra storia (profana) e regno: «Anche se il profano non è una categoria del regno, è tuttavia una categoria, anzi una delle più appropriate, del suo leggerissimo avvicinarsi (seines leisesten Nahens)»34. Il motivo di quest’apparente contraddizione è fatto risiedere da Benjamin nella natura stessa dell’aspirazione alla felicità, che muove il dinamismo ultimo della realtà profana. Infatti la felicità tende a una fine, a un declino (Untergang). Non è facile l’interpretazione di questo passo. Moltmann ad esempio lo interpreta nel senso di un «autosuperamento», Selbstaufhebung, in un altro ordine e quindi «redenzione». Noi non siamo così certi. Benjamin, infatti, contrappone l’aspirazione alla felicità che tende al suo declino alla «intensità messianica del cuore, del singolo uomo interiore, che attraversa la sofferenza»35. Ci sembra in altri termini che mentre l’aspirazione alla felicità si nutre del proprio realizzarsi e tende quindi a estinguersi, l’energia messianica che è mossa dall’assenza e dalla privazione sia dotata di una capacità di resistenza che l’altra non ha. Ma ciò non toglie che questo «estinguersi» (Vergehen-Vergängnis) che costituisce il compimento ultimo dell’energia del profano «acceleri» proprio la potenza messianica. Esiste come una ‘corrispondenza’ tra l’energia profana e l’energia messianica. In ultima analisi la felicità incapace di sopravvivere e l’energia della resistenza che si alza dalle rovine e dai morti accumulati lungo la storia generano un campo di forze intermedio, un sottile filo che impedisce di separare i destini e che richiama un ultimo comune sforzo per accelerare l’avvenire del regno.
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