La guerra dei sessi delle formiche

In alcune specie di insetti i maschi devono fare i conti con femmine molto agguerrite sul fronte della lotta per la trasmissione del patrimonio genetico. È il caso della maggior parte della api, delle vespe e delle formiche. I maschi di questi insetti si sviluppano da uova non fecondate e quindi hanno un patrimonio genetico ridotto, mentre dalle uova fecondate (quindi con il mix di geni del maschio e della femmina) nascono solo le femmine.
Tale padre tale figlio.Sorprendentemente però i maschi di Wasmannia auropunctata, una formica che vive soprattutto nel Centro e nel Sud America, hanno adottato una strategia molto particolare per assicurarsi un buon numero di discenti maschi. Usano la clonazione.
Secondo uno studio condotto alla Free University di Bruxelles (ULB) in Belgio, lo sperma del maschio sarebbe capace di cancellare il DNA della femmina dentro le uova fecondate, in modo che da queste nascano solo maschi, cloni del padre. Allo stesso tempo le femmine regine (che sono le uniche fertili) producono dei cloni di se stesse per assicurarsi la linea genetica reale. Ma questo è meno strano: anche le femmine di alcune specie di lucertola sono in grado di farlo. «Quello che è unico in queste formiche è che non solo le femmine si riproducono per clonazione, ma anche i maschi» dice David Queller, biologo evoluzionista della Rice University di Houston a proposito della scoperta.
Fino all'ultimo gene. Denis Fournier che ha guidato la ricerca afferma che questo strano fenomeno in termini evolutivi, potrebbe essere il risultato di una durissima guerra tra i sessi, iniziata quando le femmine hanno adottato una strategia riproduttiva volta ad assicurarsi la trasmissione del 100 per cento del patrimonio genetico (dall'incontro tra i due sessi nascono solo formiche femmine operaie che sono sterili) e i maschi per non scomparire si sono dovuti adattare. L'ipotesi, ancora da verificare, è che maschi e femmine abbiano patrimoni genetici completamente differenti, che trasmettono alla prole in assoluta autonomia, come se fossero due specie diverse. 

(Notizia aggiornata al 1 luglio 2005)
La superficie rugosa della tabula rasa é innata

Pensiero fondamento incerto è illiberale 

Io lockiano non solido sostanziale ma discontinuo accumulo tracce ricordi
Il nostro io come lapidi cimiteri soggette a  consunzione 

Proust un libro é come un cimitero

Locke fautore tolleranza nulla dato prima allora aperti a ciò che viene dal mondo

Pratica e politica

La nostra felicità e conoscere o essere non hanno più alcun senso senza accettazione mondo esterno
Harvard lockismo :
Controllo fare pratica verifica continua

Empirismo non so controlli i ciò che viene dal esterno ma l'elaborazione continua di se stessi e del proprio sapere 
Educazione inocke tentativo dei ceti per accedere conquista se stessi dalla coltivazione del proprio spirito e mente non più erarchica così come proprietà frutto del proprio lavoro
Lavoro e intellettuale
Umanità qualcosa he cresce e progredisce traverso sapere e controlli politica non attraverso la violenza 

Sparizione identità personale contro idea anima sostanza animo umano non un nocciolo ma È PIENO DI STRATIFICAZIONI E DISCONTINUITÀ 
cittadino formato protagonista vita politica non più soggetto assoggettato ma protagonista vita politica in senso moderno protagonista sviluppo se stesso RICADUTE PIANO SOCIALE

tolleranza convivenza tra fedi religiose

La religione parziale non assoluta

Facoltà umane capacità umane crescono in clima di tolleranza vita delle persone non appassisce



Conoscenza noi stessi per intuizione
Esistenza di Dio per dimostrazione 
Delle altre cose per sensazione

L'unica difesa contro il mondo è conoscerlo bene 

Le leggi non vagliano sulla verità delle opinioni ma sulla sicurezza e l'integrità di ciascuno e dello stato 


Locke cittadino diritti e responsabilità 
Convinto vs hobbes esista un diritto di natura
Diritto naturale legge non innata ma ricostruita la sua validità tramite il ragionamento
Patto di unione accordo unione in società 
Patto subjextionis cessazione diritti in cambio protezione

Isola fortificata non penetrvile dallo stato Diritti inalienabili libertà parola riunione stampa e proprietà e possesso diritti civili
E diritti cittadino

Doveri partecipaIone comunità politica e tolleranza religiosa e politica

Editto Nantes 

Separazione laica Lockiana libertà coscienza fede fiducia convinzione interiore ambito moralità  non tolleranza atei ne tolleranza cattolici dipendono papà papisti dal vescovo di Roma 

Noi rispettiamo non tolleriamo tollerare ienem l'inverno ciò che non piace
Rispetto respicere dialogare avere rapporti tolleranza modello convivenza Spazio pubblico



Dalla prospettiva dell eterno alla storia e alla caducità 
che si costituisce a partire da una naturale tendenza dell’uomo verso gli altri. Infatti gli uomini sono stati creati per vivere in società e non in solitudine.
Locke ammette facilmente che la parzialità degli uomini nel giudicare se stessi e i propri amici comporta confusione e disordine
La naturale condizione umana non è per Locke, come per Hobbes, il "bellum omnium contra omnes". Ogni uomo ha in sé una naturale predisposizione alla giustizia e alla pace; queste sono legge naturale prima che legge sociale. Diversamente, né la pace né giustizia sarebbero realizzabili.
http://www.filosofico.net/darwinismosociale.htm



La legge 'del più forte'

Darwin attribuiva l'evoluzione progressiva alla 'lotta per la vita', che permetterebbe 'la sopravvivenza dei più forti'. In questo modo la selezione naturale eliminerebbe i più deboli e favorirebbe i più 'evoluti'. Il ragionamento è fondato, e rimane valido fintantoché viene applicato soltanto nell'ambito di una determinata specie. E' vero che in seno a una data popolazione, i più deboli sono eliminati, ma ciò in generale non provoca nessuna 'evoluzione' notevole! Si conserva il tipo medio e nient'altro. Ancora meno sarebbe possibile giustificare così il passaggio da una specie a un'altra. In quanto alla modifica degli organi, o ancor più, alla formazione di un nuovo organo mediante questo processo, meglio non pensarci se vogliamo rimanere seri. Si capisce come Darwin stesso abbia potuto dubitare della efficacia delle proprie spiegazioni, quando scrive all'amico A. Gray: 'Quando penso all'occhio, ne ho la febbre!'. Aveva ragione; la comparsa di un organo così complesso mediante il gioco 'variazione-selezione' era troppo inverosimile.
Per Locke esiste diritto natura non imposte intuitivamente quindi non innate ma per esperienza empirica
 Dna e chomsky contro Locke 
Hobbes societa uscita stato natura formato da due parti: Pactum unionis uomini d'accordo fra loro in società e pactum subjextionis di assoggettamento e cessione di diritti al sovrano in caso di protezione
Diritti uomini inalienabili nucleo intangibilità 
1689 

Notte San Bartolomeo  1500

Parigi val bene una messa

Potere religioso e politico indissolubili Hobbes

Locke separa laicamente 
Per Locke esiste diritto natura non imposte intuitivamente quindi non innate ma per esperienza empirica
 Dna e chomsky contro Locke 
Hobbes societa uscita stato natura formato da due parti: Pactum unionis uomini d'accordo fra loro in società e pactum subjextionis di assoggettamento e cessione di diritti al sovrano in caso di protezione
Diritti uomini inalienabili nucleo intangibilità 
1689 

Notte San Bartolomeo  1500

Parigi val bene una messa

Potere religioso e politico indissolubili Hobbes

Locke separa laicamente 
Democrazia Casa di vetro 
Segreti di stato arcana imperi
IVivere orizzonte storia del intellighenzia europea non potendo dimostrare esistenza di Dio vivere dentro orizzonte storia prospettiva per cui si è candidato al nulla. Nietzsche non c'è identità personale io é società molte anime associazione molte anime
Noi nel pensare e nel sentire ci spostiamo lungo un baricentro , da Locke inesistenza anima, per Hume tradizione molteplicità dell anima no anima unitaria ma MOLTE ANIME 
Coscienza un governo o con io egemone o io tiranno
Da Locke a Nietzsche a Freud e Lacan io detronizzato
Io servitore di tre padroni : mondo esterno es e super io e io

Lacan io prodotto immaginario grammatica  strutturalista linguistica io effetto linguaggio

DISTRUZIONE IDEA DI ANIMA COME SOSTANZA sostituzione con problematica identità personale movimento a valanga che toglie consistenza al soggetto di modo che ciò che sembra più mio il nucleo centrale coscienza è qualcosa che si sfilaccia un fantasma , shopebhauer una voce anonima che rimbomba dentro di noi e di cui non conosciamo l'origine 


Guardare le cose sino a vederle
Dipingere significa soprattutto vedere
Vedere ovvero distillare con il pensiero ciò che sta sotto la pura apparenza momentanea delle  forme farle diventare delle forme dotate di una densità diversa e farle contenere un universo emotivo intero

Non un artista come ha fatto un quadro ma perché 
Nulla è più astratto di ciò che è reale
Effetto prodotti idea lockiana identità personale uomo gettato da prospettiva del eterno a storia e caducità terrena mutevole 
Anima non si può più affidare a qualcosa che dura 
Vivere dietro  ORIZZONTE  STORIA E CANDIDATE AL NULLA, 
NO IDENTITÀ personale IO é società  MOLTE ANIME PER Nietzsche nel pensare e nel sentire ci si sposta da un  baricentro .

Kant riprende Hume 
Qualcosa compagnia percezioni è una x che sfugge ma che accompagna mondo estinte inconoscibile nucleo interiore inattingibile . Idealismo tedesco da fichte congiungere  coscienza in se stessa ovvero autocoscienza  raggiungendo io uguale io piena conoscenza noi stessi
Fichte accorge che la riflessione no capace dar conto di questa cosienza i se stessi come serpente che si morde la coda, perché questo porterebbe gioco di specchi continuo, io penso me stesso e io come oggetto produce inflazione del io gioco di specchi divento oggetto che non finisce mai e No saldatura della coscienza , c'è qualche cosa che precede la coscienza una x indeterminato che presuppone le nostre riflessioni ,nucleo coscienza di se stessi . 
Non esistono idee universali ma solo particolari e quindi esistono idee diverse di persone diverse Hume 
Uomo intero insieme di oggetti della mente per somiglianza
Dolce forza che ci spinge ad associare tra loro le idee no oggettività o necessità razionale , rapporto
Non esiste una causa da cui discende un effetto, esistono idee distinte che noi mettiamo in questo tipo di connessione perché siamo abituati a vederle in questa sequenza 
Scetticismo radicale nessuna verità è certezza universale

Non esistono idee universali ma solo particolari e quindi esistono idee diverse di persone diverse Hume 
Uomo intero insieme di oggetti della mente per somiglianza
Dolce forza che ci spinge ad associare tra loro le idee no oggettività o necessità razionale , rapporto
Non esiste una causa da cui discende un effetto, esistono idee distinte che noi mettiamo in questo tipo di connessione perché siamo abituati a vederle in questa sequenza 
Scetticismo radicale nessuna verità è certezza universale

Trattato natura umana
Locke identità simile un filo viene continuamente spezzato fammentato come dal oblio producono paradossi inizialmente difficili da capire, il corpo persona uguale ma la coscienza può essere diversa, un uomo che ha subito un trauma ha un corpo e due persone. Tempo fragilità identità personale . Distruzione idea di anima è messa in dubbio identità personale. Per home anima fascio percezioni che non contiene niente, che non si può afferrare , continuità é un impressione , anima é temporalmente piena di buchi ventaglio bucato, non esiste unica identità persoamale Teatro del io in cui compiono molte presenze di noi stessi , c'è del tragico in Hume attori sempre diversi , mente simile tombe cancellate come scritte dalle intemperie vanno conservate, tutto si dissolve in se tesso. Tutto si isole in se stesso 
TAnima dipende coscienza e nn dipende dal corpo Locke mediante concerne cura preoccupazione al futuro, identità capacità di sentirsi Interno scorrimento vissuti pensato sentiti che da la presenza a noi stessi . Coscienza é intuitiva è qualcosa di vario e sfuggente non come l'anima immortale, siamo fatti di coscienza intermittente, ci sono dei vuoti nella nostra coscienza, non possiamo avere in un nostro sguardo tutta la nostra vita. Le idee muoiono prima di noi, la coscienza ha bisogno di rinfrescare le idee, o non un dato ma un fatto, va rinnovata ed è frutto di lavoro, rinnovare continuamente le idee quindi di coltivarlo. Moda vanità cecità dell'intelligence è peggiore . Locke origini liberismo e illuminismo. La ragione é un lumicino maledetto chi lo spegne. Economia politica smith Ricardo Marx . Nel lavoro la legittimità proprietà privata. Non solo diritto più forte e dottori naturali inviolabili ovvero propriet del corpo e ciò che attraverso il proprio corpo possiede perché lavora. Libertà attraverso il lavoro . Attività produttiva uomo legittimata . 
Volontà tanti atti che noi attribuiamo ad una sostanza , identità individuale è affiata al tempo, capacità personale è la capacità che abbiamo di concepire la nostra coscienza all'interno di un flusso temporale, buttata nel tempo del caducità , perde sua consistenza diventa fragile e passibile di interruzione Locke 
Prendere un pensiero e farlo diventare un oggetti
Creazione come genesi sotto la superficie dell opera
la vita un cuscino di spine sopra, un morbido guanciale sotto , gira
David Foster Wallace : morte : il limite di un'immensa divinità 
In futuro si venderà la propria esistenza , l'essere la coscienza. Non sarà più una questione di energia , ma di percezione .
Istituzione del peso minimo tecnologico e della dimensione massima
i rapporti tra il Regno annunciato dai profeti e la storia ‘profana’. La dimostrazione di questo assunto, volto contro Schmitt, ma al tempo stesso contro tutti i tentativi di cercare una qualche mediazione tra Regno e storia, è stata formulata in un drammatico seminario, condotto mentre il cancro era ormai allo stadio terminale. Al centro del confronto con Schmitt c’è l’interpretazione di Paolo. La riassumiamo in breve. Paolo scrive la sua Lettera ai Romani come espressione dell’opposizione irriducibile, ancorché passiva, dei cristiani allo Stato. La Legge, nella Lettera ai Romani, sta per il nomos che reggeva il mondo di allora, il potere dei Cesari. Ma Paolo può pensare questo perché, da ebreo, ha accettato il fallimento del messia Gesù. In questo accoglimento del messia crocifisso egli vede il senso stesso del messianismo apocalittico, come necessaria interiorizzazione dell’attesa, proprio di fronte alla smentita che la storia concreta fa di essa. Il messia, legittimamente messo a morte secondo la legge, rappresenta la fine della legge stessa e dà origine all’Israele vero, quello interiore, secondo lo Spirito.
Schmitt è guidato da un unico interesse: che il partito, che il caos non venissero a galla, che permanesse lo Stato. A tutti i costi. Per teologi e filosofi ciò è difficilmente accettabile, ma per il giurista vale un’unica regola: finché è possibile trovare anche solo una formula giuridica, non importa con quale artificio, è necessario applicarla, altrimenti il caos dilaga. Il giurista è ciò che egli in seguito chiama kat-echon, colui che trattiene, che impedisce al caos di emergere. Non è questa la mia concezione del mondo, né la mia esperienza. Come apocalittico immagino che direi: vada pure a fondo. I have no spiritual investment in the world as it is. Ma capisco che un altro possa investire in questo mondo, e, qualunque ne sia la forma, veda nell’apocalisse l’avversario, facendo di tutto per soggiogarla e sottometterla, poiché c’è il rischio che da essa si sprigionino forze che non siamo in grado di controllare. Capite che cosa volevo da Schmitt? Volevo mostrargli che la divisione tra potere terreno e potere spirituale è assolutamente necessaria e che senza questa delimitazione l’Occidente esalerà il suo ultimo respiro. Questo volevo che capisse, contro il suo concetto totalitario39.
Si tratta ancora degli anni in cui una cerchia variegata di intellettuali ebrei tentano, dopo la crisi della cultura dell’assimilazione, di elaborare un pensiero effettivamente alternativo a quello dell’Occidente rappresentato per loro soprattutto dalla cultura tedesca. Ciò che è a nostro avviso illuminante in quello scrittarello, al di là della legittimità filologica dell’interpretazione biblica (ma la mediazione è quella del Talmud), è una distinzione tra giustizia e diritto. Giustizia è infatti la «condizione di un bene che non può essere un possesso» ed è «lo sforzo di fare del mondo il sommo bene»37. La giustizia non è in relazione con la buona volontà del soggetto, non è una virtù, ma fonda una nuova categoria etica. La giustizia alla fin fine può solo essere, come stato del mondo o come stato di Dio. Essa è la categoria di ciò che esiste. Tra diritto e giustizia si spalanca un immenso baratro, analogo a quello tra il possesso, sia pure temporaneo, e la garanzia che il mondo e Dio hanno in quanto sfuggono al possesso.
Tuttavia nella sua seconda considerazione Benjamin cerca di stabilire un nesso dialettico tra storia (profana) e regno. E lo fa in due modi. Riconducendo anzitutto il dinamismo della realtà profana a quello della ricerca della felicità (Agostino). Ma disegnando al tempo stesso la storia come un campo di forze contrapposte: la tendenza alla felicità e l’energia messianica. Queste due forze si muovono in direzione contrapposta, ma il campo di forze resta pur sempre lo stesso. E, come accade in un campo di forze, accade che proprio la direzione opposta delle due energie serva a far sì che l’energia dell’una, proprio mentre tende a sfuggire alla forza d’attrazione dell’altra, di fatto l’acceleri. La conseguenza può sembrare in contraddizione con la precedente affermazione della differenza radicale tra storia (profana) e regno: «Anche se il profano non è una categoria del regno, è tuttavia una categoria, anzi una delle più appropriate, del suo leggerissimo avvicinarsi (seines leisesten Nahens)»34. Il motivo di quest’apparente contraddizione è fatto risiedere da Benjamin nella natura stessa dell’aspirazione alla felicità, che muove il dinamismo ultimo della realtà profana. Infatti la felicità tende a una fine, a un declino (Untergang). Non è facile l’interpretazione di questo passo. Moltmann ad esempio lo interpreta nel senso di un «autosuperamento», Selbstaufhebung, in un altro ordine e quindi «redenzione». Noi non siamo così certi. Benjamin, infatti, contrappone l’aspirazione alla felicità che tende al suo declino alla «intensità messianica del cuore, del singolo uomo interiore, che attraversa la sofferenza»35. Ci sembra in altri termini che mentre l’aspirazione alla felicità si nutre del proprio realizzarsi e tende quindi a estinguersi, l’energia messianica che è mossa dall’assenza e dalla privazione sia dotata di una capacità di resistenza che l’altra non ha. Ma ciò non toglie che questo «estinguersi» (Vergehen-Vergängnis) che costituisce il compimento ultimo dell’energia del profano «acceleri» proprio la potenza messianica. Esiste come una ‘corrispondenza’ tra l’energia profana e l’energia messianica. In ultima analisi la felicità incapace di sopravvivere e l’energia della resistenza che si alza dalle rovine e dai morti accumulati lungo la storia generano un campo di forze intermedio, un sottile filo che impedisce di separare i destini e che richiama un ultimo comune sforzo per accelerare l’avvenire del regno.
Secondo Schmitt nella posizione di Peterson è cioè in questione la stessa struttura concettuale di teologia e politica. La teologia non è la stessa cosa della religione o della fede o di una paura numinosa. La teologia vuole essere scienza e rimane tale fino a quando a un concetto totalmente diverso di scienza non riesca di liquidare la religione e la sua teologia come anacronismo o nevrosi.
il moderno concetto di Stato era ultimamente frutto del deismo (per il quale Dio non si cura del mondo), corretto dall’idea teistica che Dio può intervenire nel corso degli eventi
il nesso metafisico tra l’idea dell’unico sovrano e l’unico Dio creatore era adombrato più volte nello scritto di Schmitt sulla Teologia politica9. Il Costantino eusebiano rappresentava quindi il primo «esempio desunto dalla storia»10 di quell’abuso dell’annuncio cristiano per giustificare una certa situazione politica
Cristo era stata profetizzata la pace: la cessazione del pluralismo politico nella forma degli stati nazionali, l’abbandono del culto politeistico e demoniaco degli idoli e il pio riconoscimento che esiste unsolo Dio creatore sopra tutti gli uomini. Per cui il monoteismo è iniziato in linea di principio con la monarchia di Augusto: all’impero romano che pone fine alle nazionalità, appartiene metafisicamente [corsivo nostro] il monoteismo.
Cristo era stata profetizzata la pace: la cessazione del pluralismo politico nella forma degli stati nazionali, l’abbandono del culto politeistico e demoniaco degli idoli e il pio riconoscimento che esiste unsolo Dio creatore sopra tutti gli uomini. Per cui il monoteismo è iniziato in linea di principio con la monarchia di Augusto: all’impero romano che pone fine alle nazionalità, appartiene metafisicamente [corsivo nostro] il monoteismo.
un abuso dell’annuncio cristiano finalizzato alla giustificazione di una certa situazione politica, abuso teorizzato appunto da Eusebio
Le donne non distruggono niente, coltivano, conservano
Lo tzimtzum è dunque il ritirarsi dell'Illimitatezza divina affinché potessero esservi limiti e confini in mondi e reami inferiori con gradazioni e misura;
rivalutazione delle categorie del femminino, del piacevole e del decorativo, contro l’antico rigorismo classico, ben esemplificato nell’architettura dorica, espressione di ideali eminentemente virili.
“imborghesimento” della vita sociale, concomitante peraltro con lo sviluppo di grandi arterie di scambio internazionali e di grandi interessi commerciali, oltre che con la dissoluzione della città-stato, istituto le cui ridotte dimensioni rendevano possibile un’identificazione tra il singolo e la comunità, ponendo così le basi dei valori del sacrificio e della gloria personali (gli ideali eroici alla base della polis classica, insomma).



dissoluzione e perdita dell'identificazione comunitaria

marcato individualismo, a una concezione più privata ed edonistica dell’esistenza.
popolazioni indigene orientali, da sempre abituate all’amaro fardello della sottomissione allo Stato e al Sovrano (dispotismo orientale) e fortemente inclini quindi al fatalismo e al misticismo.
Uno degli effetti di questa nuova situazione fu la diffusione, tra gli stessi conquistatori occidentali, di una temperie misticheggiante e irrazionalistica. Le cause di una tale trasformazione non sono facili da definire con esattezza. In essa svolsero comunque sicuramente un ruolo primario lo spaesamento culturale e la profonda crisi di coscienza dei popoli greci, da sempre abituati a condurre un’esistenza rigidamente separata dal resto del mondo, oltre che a organizzarsi sulla base di strutture socio-politiche di dimensioni infinitamente inferiori rispetto a quelle dei nuovi stati ellenistici.
Si può dire dunque, che le antitesi precedentemente prospettate (uomo-donna; popolo-aristocrazia) vengano in qualche modo ricomprese in un’antitesi originaria: quella tra Greci e Barbari. È proprio il mondo barbaro difatti, il luogo da cui gli impulsi disgregativi sopra analizzati provengono. In altri termini, tanto il riscatto della donna quanto quello dello spontaneismo popolare sono avvertiti in quest’opera come il prodotto di una contaminazione culturale rinnovatrice, esterna al mondo greco.
il motivo dell’Oriente, del cosiddetto mondo barbaro. In questo caso però, non dobbiamo tanto ragionare su di esso, quanto piuttosto sull’idea che di esso avevano i greci e che – guarda caso – altro non era, in sostanza, che l’immagine rovesciata di se stessi.
e dove non esiste il vino non esiste l'amore
solo un cuore semplice, umile, incolto – esse sottolineano – può accogliere davvero Bacco.


trickle down

Una tale elevazione fu resa possibile in gran parte dalla schiacciante superiorità politica e militare di Atene sugli altri stati greci. Da tale fattore derivò ad Atene quella grande prosperità che permise ai suoi membri di dedicare gran parte del proprio tempo alla diffusione dei modelli aristocratici di comportamento e di pensiero anche tra le classi più umili (attraverso, peraltro, un processo in gran parte veicolato proprio dal teatro). Fu dunque il progressivo avvicinamento dei ceti plebei (prima di quelli più ricchi, poi anche di quelli poveri) alle élite dominanti, ciò che diede vita alla polis in generale e alla democrazia ateniese in particolare.
accorgersi che le baccanti sono in realtà molto più forti dei suoi eserciti. E ciò non perché esse si siano “maschilizzate”, come le donne spartane, bensì al contrario perché, alleandosi con il dio dell’ebbrezza e della vite, hanno acquisito un potere del tutto sconosciuto agli eserciti della città-stato.
Quanto alle donne, il maschilismo e la misoginia dei greci è un fatto universalmente noto. Esso risale ancora alle origini della loro civiltà ed è ben visibile già in Omero. Ciò probabilmente perché quella greca fu, sin dai suoi albori, una società segmentata e anarchica, priva di centri di potere forti, nella quale di conseguenza grande importanza rivestivano il valore e la forza fisica individuali. Proprio per questa ragione la donna, già in antico, tese ad essere esclusa o comunque posta ai margini della vita sociale. Ma fu con lo sviluppo della polis arcaica e poi classica, e con l’identificazione sempre più rigida tra cittadino e soldato, che essa ne rimase definitivamente tagliata fuori.
Come già si è mostrato, Dioniso, col suo radicale “anticlassicismo”, libera forze tradizionalmente compresse all’interno della polis greca: le donne, ovvero più in generale l’elemento femminile, da una parte; l’impulso spontaneistico, tipico delle classi più umili, verso l’abbandono sensuale e il superamento dell’opposizione tra Uomo e Natura, dall’altra.


Il mondo difatti – come gli dimostra Dioniso – non è retto da Sapienza e Ordine, neppure da un ordine e da una sapienza incomprensibili all’uomo in quanto divini, bensì piuttosto da un eterno Caos distruttore e rigeneratore. E assieme all’idea di un tale Ordine, crollano tutta una serie di altre certezze, a loro volta intrinseche alla civiltà classica, che né Sofocle né lo stesso Euripide avevano mai osato (quantomeno mai così radicalmente) porre in discussione.

Le Baccanti appaiono dunque come l’esito estremo di un processo – quello della disgregazione del razionalismo e dell’umanesimo classici – i cui inizi risalgono, per quanto riguarda la tragedia, a Sofocle. Tale opera rappresenta l’assoluto trionfo del dionisiaco sull’apollineo, della spontaneità priva di regole sulla ragione regolatrice: una caratteristica che la rende qualcosa di assolutamente originale all’interno dell’intero panorama delle tragedie classiche, e non solo di esse.

Come notò lo stesso Nietzsche, essa pare costituire, nelle intenzioni dell’autore, una sorta di tardivo ravvedimento, un tentativo di ritorno alle origini spirituali del teatro, a quei rituali ancestrali e irrazionali che vedevano nell’uccisione di un capro lo strumento per propiziarsi la divinità. Più di qualsiasi altra tragedia dunque, le Baccanti lasciano intravedere in chi le ha scritte un nostalgico desiderio di ritorno al passato, e ad un passato molto lontano, quasi mitico.
Il mondo difatti – come gli dimostra Dioniso – non è retto da Sapienza e Ordine, neppure da un ordine e da una sapienza incomprensibili all’uomo in quanto divini, bensì piuttosto da un eterno Caos distruttore e rigeneratore. E assieme all’idea di un tale Ordine, crollano tutta una serie di altre certezze, a loro volta intrinseche alla civiltà classica, che né Sofocle né lo stesso Euripide avevano mai osato (quantomeno mai così radicalmente) porre in discussione.


pathei mathos tragico

il suo fine era pur sempre quello di giungere alla comprensione dell’origine profonda del dolore umano, ovvero delle leggi che regolano il rapporto tra uomo e dio.


Il pathei mathos di matrice eschilea (ovvero la possibilità dell’uomo di giungere alla conoscenza attraverso il dolore) non ha qui semplicemente più senso: l’uomo non può infatti in nessun modo comprendere il dio, assoggettarlo ai suoi parametri conoscitivi. Egli deve al contrario rassegnarsi al fatto di non poterlo comprendere. È questa l’idea di pietà religiosa che inizia ad emergere (o forse sarebbe meglio dire, ariemergere) a partire dalle tragedie di Sofocle, trovando infine a mio giudizio una delle sue espressioni più chiare nelle Baccanti di Euripide. Secondo questa tendenza, è proprio la pretesa dell’eroe tragico di sapere ciò che ne costituisce l’elemento di hybris, di tracotanza, il mancato riconoscimento della potenza e della trascendenza divine. L’unico sapere concesso all’uomo infatti è – socraticamente – il sapere di non sapere.

La crisi della razionalità (e della civiltà) classica si manifesta dunque principalmente, nel genere letterario della tragedia, nel sovvertimento della concezione religiosa eschilea del rapporto tra umano e divino, secondo l’inversione di tendenza appena descritta.
Tale opera, al pari delle Baccanti, sembra dunque un manifesto dell’”incomunicabilità” tra uomo e dio, ovvero dell’impossibilità per il primo di comprendere le motivazioni alla base delle decisioni del secondo.


in essa difatti sono le divinità solari, Atena e Apollo, portatrici di un’idea moderna di giustizia, a prevalere su quelle terrigene e arcaiche, rappresentanti della legge ancestrale della vendetta. L’ordine e la razionalità hanno dunque qui la meglio sul disordine e sull’oscurità, mentre l’umano (nella sua dimensione politica) si avvicina al divino al punto da imporre ad esso – come si è visto – sia i propri mezzi di giustizia (il tribunale) che le proprie decisioni (il proprio verdetto).
una lotta tra le antiche divinità ancestrali e terrestri, le Erinni, portatrici di un’idea ancora primitiva di giustizia, e le più giovani divinità olimpiche, rappresentate da Apollo e da Atena.
L’autore quindi, pur interrogandosi senza risposta sul perché dell’indifferenza divina al Male che attanaglia gli uomini, non pone mai in discussione (quantomeno, mai fino in fondo) il fatto che tale fattore distruttivo e disgregativo provenga in ultima analisi proprio dagli uomini, anche qualora questi siano indotti all’errore dagli stessi dei. Questi ultimi dunque, si collocano in un aldilà assoluto che rende le loro azioni e le loro decisioni molto spesso incomprensibili ai mortali, ma che al tempo stesso tiene fermo – nonostante alcuni cedimenti – il principio che li vede come i supremi garanti di un inflessibile, per quanto misterioso, principio di ordine e di giustizia. L’angosciosa domanda sul perché del Male dunque, non implica che questo sia imputabile – se non in modo apparente – agli dei.



Non è sapienza il sapere,
Né andare col pensiero
Oltre l’orizzonte della morte.
Il tempo è breve:
Chi segue l’immenso
Perde l’attimo presente.
Così vivono i pazzi,
Così vivono, per me,
Gli uomini perversi.

Euripide, Baccanti
Similarità comunità cultura
I blasfemi dello sviluppo gli antimoderni 
Plotino riprende implicitamente l'idea di Dio come pensiero di pensiero
Il carattere di relazione della persona è essenziale, l'uomo è costitutivamente plurale: «in quanto è colui che è, e non può essere altro da sé, ek-siste ad alium, si manifesta ad altro da sé e dunque è-con: realmente altro dall'altro e realmente inseparabile da lui. Questa "inseparabile pluralità"
lat. exsistĕre, comp. di ĕx- ‘da, fuori’ e sistĕre ‘porsi, stare, fermarsi’; propr. ‘uscire, levarsi (dalla terra)’ e quindi ‘apparire, esistere’.
Dacché il Figlio è stato mandato, è divenuto del tutto inutile voler continuare a servire, poiché non esiste più alcun padrone. «Solo il donare può essere "utile" laddove nessuno più è padrone. Il Figlio può essere ancora in-fante, ma il suo stato non muta: non verrà più comandato alla parola, non gli sarà più dettata alcuna legge [...]. La presenza del padrone si è ritirata per sempre ed è la voce della sua assenza, della apousia, non della parousia(Fil, 2, 12), che ci parla nel mandatum novum, che ci "manda" ad essere liberi -- e cioè a tutto-donare, tutto lasciar-essere secondo il metro che si è manifestato nel dono di Grazia. Ogni figura di padrone diviene mero idolo allorché il vero Padrone si è ritirato -- e proprio in questo ritirarsi ha rivelato la propria onnipotenza» (p. 326).
Questo i servi non comprendono; tutti, fedeli o negligenti, obbedienti o ribelli, non comprendono che il Figlio annuncia che siamo stati lasciati all'ascolto del nomos tes agapes, lasciati al Regno che è in noi
gratuità coincide, allora, con la Libertà che lascia ek-sistere la totalità dell'ente nell'infinità dei suoi possibili
A sostiene che pensare è pensare l'arché, sia per la filosofia che per la teologia, anche se poi esse lo pensano in modo diverso. «La teologia non può non fondarsi sulla credenza che l'Inizio è Dio, Deus-Esse. Anche quando intuisce l'Inizio come sovra-essenzialità, o sovra-divinità, essa lo concepisce sul fondamento del Deus-Esse [...] Per il teologo l'Inizio appare nella forma del comando divino; il comando presuppone la potenza di colui che lo pronuncia: una potenza che "si libera" nell'atto di comandare» (p. 101-102). Il comando però è una forma dell'Inizio, non è l'inizio assoluto. Può darsi che l'uomo proietti nella rappresentazione dell'Inizio il proprio ordinamento, le gerarchie sociali, il rapporto di potere che sussiste tra i diversi soggetti. Il comando di Dio sarebbe allora il comando di cui gli uomini fanno esperienza in qualità di comandanti o comandati. Per agire l'anima ha bisogno di modelli, che sono inevitabilmente portati dalla tradizione. E la tradizione affonda le sue radici nell'originario, lo stesso originario che governa uomini tesi alla realizzazione del bene che possono conoscere. «Conoscere se stessi» è la grande sfida di Socrate. Per conoscere se stessi, scrive Cacciari, si deve andare oltre ogni limite, sfidando il dio. La tragedia non fa che presentarci l'enigma che siamo a noi stessi, la filosofia concepisce l'enigma nella forma dell'interrogare; sa che l'essere dell'uomo è autotrascendersi e per questo indaga l'origine.
l'etica perde ogni fondamento nel Fondamento, perché in esso ogni cosa, qualunque cosa, può venire all'essere solo come ripetizione, riapparizione, manifestazione di un passato immemorabile. La vita è dunque priva di vera originalità, non è originaria, perché trae origine da un luogo infinito e inconsumabile da cui ogni cosa si rivela. La vita ha nel fondamento il proprio modello indefettibile. La difficoltà del logos, pensiero o discorso che sia, consiste nel fatto che occuparsi della totalità è uno sviamento, un'inutile hybris, un esercizio ozioso. Solo Dio può ripercorrere la genesi di ciò che ha fatto, mentre l'uomo può ripercorrere la genesi del suo fare, ma non del suo essere fatto ab origine.
In rapporto all'origine pensata in tal modo, come l'assoluto da cui ogni cosa sopraggiunge, si deve sospendere ogni preferire, ogni volere, ogni distinzione tra bene e male.
La concordanza degli opposti è il solo modo in cui la totalità può essere pensata in quanto totalità, giacché una causa può essere veramente pensata e concepita come tale solo riconoscendo in essa la presenza dei suoi effetti successivi.
Ma noi siamo, invece, intenzione e volontà
Ogni principio deve somigliare a ciò di cui è principio
Dunque pensiero e linguaggio non coincidono. C'è qualcosa che può essere pensato, visto con la mente, ma non si può dire. L'infinito non è oggettivabile, determinabile, definibile, senza cessare di essere infinito. 


«L'arché non si raggiunge attraverso un procedimento dianoetico. Dunque non può essere oggetto di epistéme; e tuttavia si rivela, si palesa. E poiché il suo palesarsi con necessità non è risolvibile dal pensiero, non è ulteriormente fondabile, esso rimane a un tempo "oscuro". La sua assoluta chiarezza per lo sguardo della mente coincide con la sua impenetrabilità per il discorso»
la Bellezza, nel senso sublime ad essa attribuito da Platone e da Pitagora.
La Via della geometria e della matematica è la via della bellezza. E’ la discriminante che Platone indicava per l’ammissione nella sua scuola e per qualsiasi seria ricerca filosofica. E’ ricerca dell’Assoluto e dell’Ideale in quanto se i mezzi geometrici sono sempre e comunque imperfetti, le “idee” geometriche sono archetipi perfetti. E’ unacherche du Saint Graal condotta attraverso l’immagine, il segno, il ritmo e l’armonia fra vuoti e pieni, tra i labirinti cromatici e contemplazione di mandalache non sono semplicemente emozionanti, ma tecnicamente sapienti e mostrano, senza parole, che lo stupore nasconde l’Assoluto.
Sapere mondo stabile contemplato dato conosciuto contemplato
Sapere costituzione incerto chiuso certezze interne metodo logica prassi conoscitiva

Cogito indubitabile io penso io sono 
Base costruzione conoscenza 
Metodo logica scienza
Scienza come forma ultima certezza è senso comune dei moderni 

La sorte é più abile del politica
Politica non riducibile solo alle leggi della morale la politica ha un altra morale 
Il mondo non è più una cosa chiusa e controllabile 
Connessione morale e politica pre e post Machiavelli 
L'intenzionalità, nella specifica corrente filosofica della fenomenologia, è l'attitudine costitutiva del pensiero ad avere sempre un contenuto, a dirigersi necessariamente verso un oggetto, senza il quale il pensiero stesso non sussisterebbe
Intimo contenuto vera sostanza principi decalogo ci sono esistono
socrate diogene spinoza
prima intuizione filosofia moderna costruire mondo partire dall'io
mondo stratto potrebbe essere sogno, intuizione spinoza ordine disposuizione cose e ordine dispoizione idee testa come spazio LOGICO RAGIONE SONO UGUALI COINCIDENZA logica e ontologico con il reale di fuorimondo unica grande totalità in cui non si distingue pensiero dalla realtà
irrazionale è reale
conincidenza ordine idee e cose
Scopo domanda non risposta perché la verità è ambigua e contraddittoria sempre 

Limite abisso estenuato incantato immagine abisso fondamenti negativi essenzialismo

beniamino confine è problema critico passaggio necessità orientarsi pensiero è vita percettiva trovare vie rispetto al problema di volte in volte si pone , nuovi ordini , non si conceda dalla fissazione alla critica problema

pensiero limite vede abisso pensiero confine un passaggio
li dove aktri vanno a sbattere tra muri e montagne lui vede un uscita
immagine abisso filosofia essenzialista di cui benjamin diffida congedandosi e ponendosi probklema critico passaggio
oltre ogni immagine per orientarsi nel pernsiero e nella viyta percettiva

divergenza metapolitica metatorica rifiuto sincretismo differenza heideggher benjamin
heideggher esserci uomo effettività affettività di una finitezza radicale trovava sigillo sua autenticità nel sigillo sua essenza più propria nell'essere per la morte, pensiero del limite
vs benamin agli antipodi come piensiero del limite in una interrogazione radicalmente essenzialista, anche se mira alla destruction storia metafisica occidentale
diagnosi impitativa nichilismo come consegienza imprevista di una vicenda filosofica che comncia con platone, rispon in benjamin con un impulso erotico del filosofare che trova sigillo luminosa apertura nella frase biblica per cui l'amore è piu forte della morte ( giudaico )
amopre pensiero come eros demone simposio indigenza fame concretezza fenomenica  capace puntare sguardo sottile e peino di risorse PIENO DI RISORSE sul volto delle cose cercando la belezza anche nella deformazione piu profonda BACON  cogliere un aspett di vita indistruttibile anche nle fenomneo storico piu degradato, piu apparentememente consegnato all'insignificante, MOTTO  programmatico rinnova il platonico del salvare i fenomeni , accendersi sprofondnando senza riserve nella materia della sua considerazione .
critico indica la attenzione nel convertire la percezione del disgregato del frammentario in intelligenza della figura della loro integrità, attenzione a cogliere nell'ostinata mutezza delle cose dal lato che non rivolgono a noi la vitalità dell'idea. critica rendere giustizia a quanto si presenta nel segno dell'incompiutezza e di una creaturale caducità BACON. bellezza e giustizia emblema radice platonica ed ebraica funzioanno come apriori per cui per benjamin si tende arco critico della verità
nodo confinario pensato da benjamin a una esangue genericità

Kant e benjamin faces volta al futuro assegnata da kant antropologicamente alla speranza misura inquieta di un equilibrio mai consolidato tra la ragione è il suo altro ALOGON platonico assegnata antropologicamente alla speranza e criticamente alla resoonsabilità giudizio PRUDENS
critica facoltà di giudizio kant , il ponte pensare possibilità empirica di un passaggio estetico fra il territorio della natura e quello della libertà è in consonanza in pure questione di confine, benjamin alla forma tentativa del saggio la gran parte struttura ffilosofica
CONFINE COME SPAZIO PENSIERO chiarisce senso determinato strategicamente decisivo
è quella che si PREPARA  , preparazione, indispensabile riorganizzare rapporto tra categorie ed esperienza, rendendo FLUIDO IL CONFINE TRASCENDENTALE  che in kant separa i due ambti, fluidificazione confine trascendentale come  ESTENSIONE CONCETTO ESPERIENZA OLTRE  I LIMITI EPISTEMOLOGICI ASDEGNATI DA KANT E DAL NEOKANTISMO , dilatare nozione epserienza  non solo includendo dimensioni antropologiche come arte e religione ma fino al punto di configurala come spazio anteiore alla stessa distinzione fra soggetività ed oggetività, uno spazio in cui è compito del pensero orientarsi già ridirizzando il senso del conoscere verso un idea di verità nel passaggio il suo INDICE TEMPORAALE E   CRITICO NEL MEDISMO TEMPO nel passaggio dedice la tempestività della considerazione, il suo consonamnte accordo con la cosa stessa
gnosologia futura ha il 8 compito di trovare per la conoscenza la sfera della neutralità totale rispetto ai  concetti sogetto e oggetto, ha il compito di determinare sfera  AUTENTICA E AUTONOMA DELLA CONOSCENZA  in cui il cocetto di conoscenza non indica affatto relazioen fra due entità metafisiche
SFERA del linguaggio, solo nel medium linguaggio  che si può stringere fra in una realazione mobile fra apriori e a posteriori il nodo  filosofico del rapporto fra critica ed esperienza, lo spazio mediale del lingiaggio è lunico in cui la stessa interrogazione filosofica può dispiegarsi in quanto scrittura e anche risolversi. la risoluzione del nodo fra filosofia in quanto critica e filosofia sempre seconda come l'amante che insegue lpamato , filsofia  in quanto critica ed epsrienza non ha il valore di una pura e semplice dissoluzione, ne una dissuluzione in un senso puramente negativo come una terapeutica del problema metafisico , ne  dissoluzione in senso positivo di un accesso direttamente intuitivo alla cosa stessa nella sua configuarazione eidetica, nella sua natura di idea anteriore e ulteriore allo spazio linguistico .

VERITà ESSERE AINTENZIONALE FORMATO DA IDEE DATE NELLA LINGUA NELLA SIMBOLICITà DEI NOMI IN MODO INTENSIVO. NOMI NELLO SPAZIO LINGUAGGIO NON COMUNICANO NULLA , NOME PURO MOSTRARE IN CUI SI COMUNICA LINGUA STESSA. NOMI CONFINE INTERNO LINGUAGGIO PER DUE VERSI : 1 VERSO PLURALITà DELLE LINGUE NEL LORO CONFINARE E TENDERE ALLA PIù INTIMA UNITà CON LA VITA , PERCIò FILOSOFO COMPITO TRADUTTORE LAVORO SPAZIO DIFFERENZA FRA LE LINGUE LINGUAGGI SENZA ILLUSIONE DI UN METALINGUAGGIO LOGICO TEOLOGICO MISTICO, FACENDO RISUAONARE  NELLA PROPRIA LINGUA LA DIFFERENZA DELL'ALTRA
PRESUPPOSTO LINGUA SPAZIO UMANO FORME DI VITA è COMUNE IN QUANTO SFONDO E INTRECCIO, E NELLO STESSO TEMPO DIVISO (BABELE)
NOMI PLURALITà DIFFERENZE E CONFINE FRA LORO NELLA INSIGNIFICANZA E INFIGURABILITà (GIUDAISMO) DEL NOME DIVINO, UNITà STESSA E CONDIZIONE DEL LORO SIGNIFICARE
DUPLICE VERSO NOME  COME INTIMO CONFINE LINGUAGGIO IN CUI LE IDEE SI DANNO, no neokantismo LE IDEE NON SI RIDUCONO QUI A CONTENUTO INTERNO DI UNA COSCIENZA TRASCENDENTALE O no Husserl A CORRELATO OGGETTIVO DI UN ATTO INTENZIONALE

nomi e dio

PONTENZA PLASMA MONDO EMPIRIA nel darsi nominalmente intensivo delle idee
la verità MORTE DELL'INTENZIONE radicale esteriorità del vero rispetto alla conoscenza e alla coscienza, riconoscendo di un esteriorità del tutto in connessione carattere  necessariamente a posteriori del nome A QUESTE CONDIZIONI il fuoco della ricerca può spegnersi colmo di gratitudine, per ricominciare sempre da capo a svolta del tempo DIALETTICA INQUIETA di una felicità una volta per tutte e necessità del SEMPRE DI NUOVO . stesso rapporto critico del nome con ta pragmata DARSI LINGUISTICO IDEE NON SIGNIFICA COINCIDENZA IDEE LINGUAGGIO benjamin non pallinguismo ermeneutico
DARSI IDEA DEL NOME è PURAMENTE SIMBOLICO, IMPLICA DIFFERENZA SPAZIALE TRA LE LINGUE , TEMPORALE DEI SIGNIFICATI

caratttere selfconteined del simbolo, altra faces unità simbolica LA  SELVA DELLA PLURALITà ALLEGORICA dove ogni segno dicendo se stesso dice anche anltro PARLA ALTRIMENTI, è nella tensione tra UNITà SIMBOLICO NOMINALE E PLURALITà ALLEGORICA SIGNIFICATI pensiero benjamin incontra problema del tempo TEMA  CONFINE ripensato ex novo si nella vita individuale che internamente alla vita storica

confine critico filosofia impulso iniziale produrre una crisi nel cuore del linguaggio si sposta nel cuore del tempo. CRITICA DEL MITO , mito erede della lettera astrologia maimonide STORIA ACCADERE UMANO NEL CICLO DELLA RIPETIZIONE il mito chiude il tempo della storia dell'accadere umano nel ciclo ripetizione vita individuale e collettiva al soggetto indeterminabile del destino TEMPO MITICO tempo eterno ritorno nel segno di una DESTINALE NECESSITà
eroe tragico leva la testa contro il destino affrontandolo nella mutezza della morte significa la crisi di questa necessità con essa CRISI FORMA TRAGEDIA  e tentativo di elevare il tragico a paradigma generale di comprensione del tempo umano

nascita  filosofia con socrate platonico pensabile sullo sfondo di una critica del mito inizio dentro la tragedia stessa BENJAMIN COGLIE SCIOGLIE IMMAGINI MITICHE IN CUI SI IRRIGIDISCE IL TEMPO PRESENTE DELLA MODERNITà
emerge senso confronto heideggher: ridondurre la storia con la storicità e questa al tempo estatico dell'esserci che si decide autenticamente per essere per la morte BENAJMAMIN INVERTE leggere  nel tempo individuale esistenza segnatura del tempo pubblico della storia  SEGNATURA E RECIPROCO INFORMARSI  di tempo individuale e storico  CENTRALE NOZIONE DI ESPERIENZA INTESA COME ESPERIENZA MODERNITà ottica rapporto  da attivare tra coscienza assopita puramente sognante e coscienza desta
tempo moderno  tempo in cui siamo poveri di esperienza in cui contesti di trasmissione tradizionale identità culturale complicati terribilmente dei processi di mediazione economica politica il tempo in cui domina forma merca e il suo bagliore che si annuncia nella reclame
ANALISI FACES VOLTO ESPERIENZA MODERNA pensiero immune qualsiasi tentazione  GNOSITA DI REDENIONE INDIVIDUALE  seppur in una versione secolarizzata di una mistica dell'interiorità e del vissuto
risulta immune da qualsiasi lettura del moderno in chiave  di dominio metafisico della tecnica  in cui il tormentone non da pace

tentazione oppone benjamin urgenza critica  DEFINIRE CONTORNI TEORICI NUOVA COMPRENSIONE DELLA STORIA capace di mandare  in frantumi immagine di un processo storico  come successione di eventi che scrorono  sul filo di un tempo omogeneo e vuoto dove ogni istante equivale all'altro ( temopo capitalistico tecnico ) comprensione storicistica da cui osservo di sfuggita non distante tesi heidegger rapporto tra essere e eraignis
compensione storicistica RESISTE IN BENJAMIN IMMAGINE STORIA PASSATA COME STORIA DI DOLORI DI SCONFITTE DI VINTI DI SENZA NOME che sale nella cosicenza umana nella profana esperienza del ricordare

IMMAGINE CHE SI RAPPRESENTA INVOLONTARIAMENTE ALLA MEMORIA per benjamin criticato ultimo feticcio di una soggettività invertita più potente feticcio mercie: STORIA COME EIDOLON come continuità reificata continumcausale serie fatti destinato a muoversi solo in avanti a progredire
FALSA UNIVERSALITà DELLA STORIA COME PROGRESSO COME DECADENZA BENJAMIN OPPONE IL DISCUNTINUM CATASTRIFICO  IMMAGINI GENERATE E CUSTODITE NELLA MEMORIA
ALL'ATTO RAMMEMORAZIONE EINGEDENKEN ASSEGNATO IL COMPITO TEOLOGICO FILOSOFICO DI SALVARE FENOMENI

MEMORIA VALORE APERTURA TEOLOGICA NEL CUORE SPERIENZA UMANA, APERTURA CHE VIETA DI COMPRENDERE NELLA STORIA ATEOLOGICAMENTE E NON CONDEDE DI SCRIVERLA IN CONCETTI TEOLOGICI E NON PREVEDE UNATEOLOGIA POLITICA IN SENSO SDMITHIANO

RAMMEMORAZIONE PUò FARE DELL INCOMPIUTO LA FELICITà UN COMPIUTO E DEL COMPIUTO  IL DOLORE UN INCOMPIUTO
CHIASMO TRA Compimento e incompiutezza tra felicità e dolore TORNA IDEA GIUSTIZIA
torna idea  giustizia nella sua distinzione ma non indifferenza rispetto a quella di diritto
apriori esistenza storica eistenza autentica
zedaqa
dolore come cifra di tutto cio che nel ricordo appare storicamente disgregato infranto incompiuto, assume funzione  analoga alla bellezza nel pensiero platonico
bellezza unica idea  capace rispendere nell'ordine fenomenico permettendo esperienza anamnestica del bene, nel mondo storico il dolore dei vinti acquista splendore che si accende nel l'atto politico della rammemorazione
SOLO NEL LAMENTO L'OSCURITà RISPLENDE
in virtù apertura  teologica ricordo che nell'idea tuta umana di felicità vibra quella di redenzione
prestare ascolto vibrazione, messianismo e conseguente appercezione messianica tempo OGNI SECONDO sarebbe piccola porta attraverso la quale puo entrare il messia
PORTA IN CUI  IL TEMPO STORICO è FATTO PRECIPITARE NEL SUO INTIMO CONFINE  FINO A ROVESCIARSI NELLA FIGURA DI UNA INTEGRALE ATTULAITà COME TEMPO REDENTO STESSA PORTA GIUSTIZIA DEL SAGGIO SU KAFKA, PORTA CHE CHIEDE CONVERSIONE  DEL PENSIERO IN STUDIO DELLA LEGGE DELLA TORAH
NECESSITà TEMPO INSONNE E VIGILANZA OPPONE ALLA TEMPESTA CHE SPIRA DALL'OBLIO , PORTA DA CUI ENTRA IL MESSIA STESSA PORTA GIUSTIZIA NON DISPORRE MESSIANISMO E GIUSTUIZIA IN UN UNICO VETTORE STORICO ESCATOLOGICO
leggere in chiave paolina marciovita messianismo begnaminiano non coiincide teologici filosofici con escatologia
comprensione messianica tempo interrompe ercorso storico
interrompe immagine della sua reaficata continuità ma non decreta la fine
ogni atimo è lattimo del giudizio su certi attimi che l'anno predceduto intendo giorno giudizio come al pari di tutti gli altri spostato interno del tempo e non al limite il confine critico differenza fra tempo messianico e giustizia se ci fosse coindidenza goiistizia cesserebbe di agire come potenza critica stessa potenza da cui scaturisce etico diverrebbe oggetto possesos e estorica realizzazione
sostenere così cristianesimo erretico di bloch con teologia benjamin

VERITà PER BEGNAMIN SENZA INTENZIONE SOTTRATTA AD OGNI PRESA INTENZIONALE COSì LA GISTIZIA RESTA SOTRTETTA A OGNI LOGICA DEL POSSESSO E A OGNI REALIZZAIZONE STORICA  SINO A RIVELARE INCOMPIUTEZZA ORIGINE STESSA, DELL'IDEA BEGNAMINIANA ORGIINE ogni restaurazione è restaurazione incompitezza

detto rebbinico
CIò CHE IL MESSIA  CAMBIERà NELLO STATO DEL MONDO SARà UN QUALCOSA D IMPERCETTIBILE NON TRASFORMERà CON VIOLENZA MA AGGISTERà SOLO DI POCHISSIMO aggiustamento nelle deformazioni del tempo anziche dello spazio, stesse che si propongono di correggere le tesi sul concetto di storia sotto il patto molotov

correzionbe conseguenza irrilevanti

LA PORTA IN CUI IL TEMPO STORICO è FATTO PRECIPOITARE NEL SUO INTIMO CONFINE FINO AO ROVSCIA




se verità  essere aintenionale formato da idee questultime però esistono si danno nella lingua e in mariera intensiva soltanto  nella pura simolicità dei nomi. dati nello spazio del  lingiaggio non cominica più nulla in quanto il nome puro mostrare in cui si vcomunica la lingua stessa. nomi  sono confine interno liguaggio come puro mostrare, per duplice ripsetto o verso in prima istanza verso pluralità delle lingue nel loro confinare e nsieme tendere verso la più intima unità con la vita. verso per ci il comptio filsoofo assomiglia al traduttore, LAVORO FILSOOFICO LAVORI NELLO SPAZIO FRA LA DIFFERENZA FRA LE LINGUE


Il passaggio trovare vie, carattere distruttivo
kant critica sovrasta dimensione lo spirito e la lettera del sistema






Guardarsi all indietro guardarsi allo specchio
spinoza
caratterizzazione causa sui coincidenza essenza esistenza actositas
ogni mente immagine causa sui, ogni ente vuole essere, il suo conatus nel continuare ad essere
essenza ogni cosa
ente conatus volontà eseere perseverare essere imamgine potenza di dio IMMAGINE POTENZA di dio


natura doppia essere lieti come POTER essere potenza essere, ma poi dominati da affetti passioni che limitano e renìdono impossibile FACENDO TRISTI. dove non si perime potenza essere
seguire ragione fonda utile secondo POTENZA INTELLETTO POTENZA INTELLETTO
sommo utile ragione e letizia, IN ACCORDO INTERNO NOSTRE IDEE in accordo ordine cose

cirtù connessione res cogitans ed extensa è perfetta nella sostanza ma non nelle singole parti
sostanza res cogians ed extensa si dividono e moltiplicano, perti determinate e condizionate qwuindi NON PERFETTE , sono causa e causate altre cause così all'infitito

non eliminazione passioni e affetti , tradirebbe stessa idea sostanza
tentare giocare effetti passioni in modo tale da trsformali fattori promuovono bene
no puri spiriti
muovere dal nostro utile, svlgerlo PERSEVERARE NELL'ESSERE perseguiure l'utile è utile MA RAGIONA DISTINTAMENTE quale è il tuo sommo utile uomo utile ultimo sommo
SOMMO TUILE TUTTE E MENTI E TUTTI I CORPI SI COMPONGANO COME UNITà SOLA, COME UN PENSIERO ED UN CORPAO, TUTTI COMPRENDANO CHE QUESTO è IL MONDO PER CONSERVARE SE STESSI FELICEMENTE non più contraddizioni contrasto e lotta sostegno esteso vicendevolmente vera pietà

RAGIONA CHIARAMENTE VEDI QUAL'è SENZA IGNORANZA, NESSUN SUPERAMENTO DI SE STESSI , tutti solo corpo e sola mente quando tutti conoscessimo dio TUTTI PARTE DEGLI INFINITI ATTRIBUTI DELLA SOSTANZA DIOO NATURA ESSERE
conksocere e ricnoscere suprema natura di dio non più contraddizione
li il sommo utile LA CONOSCENZA DI DIO è IL SOMMO UTILE
conoscenza sostanza dio in questi termini
LA CONOSCENZA DI DIO COMPIE, è IL COMPIMENTO CONATUS  del perseguire il proprio utile non neghi non elimini lo compi
non tristemente abbandoni aspetti e passioni sviluppi parte calda e  buona, fa riscoprire in unità con gli altri essere , in unità con l'infinito intelletto divino IN UNITà CON GLI ALTRI ESSERI parte infito intelletot di dio e infinita estensione, rinconoscere intelletto corpo come parti di dio parti atributi infiniti di dio affetto caldo passione buona che rende lieto, fa ilt uo tuiole perchè i vuole essere felice interra non premio poi , conoscere dio per essere felice in terra
lieti e felici non begazione felicitas voluptas letizia
umiltà
virtù manifesta potenza assoluta del mio pensiero
virtù utile civeilmente meglio umili che superbi, onesti che disonesti, NON DEVONO INDEBOLIRE LA PASSIONE e non soddisfare fine in fondo ricerca voluptas
non possono esprimere quel grado e misura di libertà che mi è concessa
libertà no confondere libero arbitrio
libertà parlare misura in cui io assecondo e cacconsento liberamente ALLA CONOSCENZA NECESSARIA DI DIO manifesto esserci e intelletto, connessione libertà e necessità propria della sostanza
DICO DI SI LIBERAMENTE ALLA DIMOSTRAZIOEN NECESSARIA DI UN TEOREMA
libertà è tale dice di si al necessario
dico si idea sostanza e di comunione tutte ,menti e corpi condizioni essere felice ACCONSENTO AL NECESSARIO MI SENTI LIBERO FELICE LIETO e immagine infinita potenza di dio
libertà afetti e passioni che INDEBOLISCONO

METODO CHE DA PIENA SOSDDISFAZIONE RICERCA LIBERTà E LETIZIA
compimento ricerca

potenza e potere è diverso
potere in hobbes potere uomo mezzi di cui dispone nel presewnte per poter ottenere un apparente bene futuro
dispoizione acquisti beni e riconoscimenti dominio su altri uomini
GURRA TUTTI CONTRO TUTTI
hobber per garantire sopravvivenza stringono patto sociale trasferiscono potere sovrano e sottomettono autorità sua

atto volontà tutti gli inividui
perseverare nle suo aessere e agire secondo sua natura
conatus verso il perfezionamento di se negherebbe essenza stessa indiviui contituentsi

POTENZA COME AUTOREALIZZAZIONE non sul potere come dominio suigli altri, COME POTNEZA COME LIBERTà
essena tsessa è perfezionamento

individuo schiavoi passioi stato natura nessuna potenza, COMPRENSIONE RAZIONALE REALTà E SOCIETà LIBERANO UOMO DALLE PASSIONI

STATO NO OSTRIZIONE INVIDUI OBBEDIENZA AM A SENTIRSI PARTE DELLA SOSTANZA ASSOLUTA INFINITA CH è DIO E NATURA

passione dominante è non patire , vistus riesce a sviluppare passione buon a ESSERE FELICI INTERRA IDEA CHE per compiersi e realizzarsi CONOSCERE SOSTANZA CAUSA SUI E MORE GEOMTREICO DEDUTRRE
trasformare la possione in azione
il patire in agire

spinoza repubblicano
religioen significato e valore civile esegesi sconvolge tradione esegetico teologica giudaico cristiana

stato e funzionamento ramite sistema punitivo, efficacia tenere buoni malgrado passioni e affetti tendessero er ignoranza a delinquere. quello stato sarebbe citàà di schiavi, schiavi passioi e affetti a frenoi poter estraneo

al posto punizioni premi, aschivi allo stesso modo

istema premiale o poliziesco punitivo

IDEA è IL DFINE COMUNITà AUTENTICA DI TUTTI I CIORPèI E MENTI NELLA CONOSCENZA DI DIO

nesuno stato legittimo se reprime conatus fondamentale reprimere visrtù PERSEVERANDO AD ESSERE, preimere franare contenere GIUSITIZA VOLUPTAS, stato illegittimo contrrasta natura umana potenza etseriore alla mia passione domiante VOLER ESSERE LIETO E FELICE, è illegittimo perchè contrasta natura
comnntre espressione peina conatus
educare al fine EDUCANDO AL RICNOSCIMENTO EPER COMPIERE FINE DETTATO NATURA MUOVERMI NEI CONFRONTI ALTRO E SIMILI COME QUELL'ALTRO DEISERASSE SI COMPORTASSE NEI MIEI CONFRONTI
REALIZZAZIOENE COMUNITà

schiavo proprie passioni cattive fredde egfoismi individualismi essere parte è essere tutto SOGETOT SCHIAVO schiavo non può superare proòia ignoranza no educare conoscenza dio e dover essere comunuità con tutti gli altri
essere per altro un dio homo omini deus

dio nel senso della misericordia e pietà confronti uomo lo ama NON AMI ma immagine di dio dio ciò che ha in se infitio attributro pensiero e spazio come se avessi in me comunità uomini e cose dio quando riconosco parte infinitop intelletto di divino, altri anchessi parte infitio intelletto di dio
in quanto tle li rispetto e riconosco nel
amore è atropomorfica comporta mancanza deficienza

io liberamnte assecondo e aconsto alla conoscenza neceessaria di dio
connesione libertà mnecessità propria sostanza
dire di si LIBERAMENTE AL NECESSARIO ACCONSENTO LIBERTà DICE DI SI AL NECESSARIO (PITAGORA) di allìidea di sostanza e quindi di comunione tutte meni e tutti i corpi condizione essere felice, libeto libero felice immagine infinitlibertà effetti passioni indeboliscono rendono tristi MA NON IN GENERALE

passione dominante non patire, virtus sviluppa ogni passione buona l'idea per com'piere e realizzarsi conoscere sostanza causa sui e dedurre
TRASFORMARE PASSIONE IN AZIONE
fine comunità autentica tutti i corpi e le menti nella conoscenza di dio

filosofia diritto e stato spinoziano: nessuno stato legittimo se reprime conatus fondamentale ESPRIMERE LA VIRTù PERSEVERANDO AD ESSERE reprimere contneere frenare LETIZIA VOLUPTAS contrasta natura umana NATURA CONTRASTO  non POTENZA ESTERIORE  rispetto alla passione dominante ( ricerca felicità americana e di arricchirsi )
secondo il fine eduicare AL RICNOSCIMENTO FINE DETTATO STESSA NATURA MUOVERMI NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI COME L'ALTRO VORREI SI COMPORTASSE CON ME

agoismi passioni fredde individualismi, la apareè il tutto SUPERARE PRIRA IGNORANZA schiavo egoismi
uomo sia per l'altro uomo un dio, misericordia pietà confronti uomo NON AMARE PERCHè mancanza
homo homini deus, essere per latro uomo immaine di DIO che ha in se causa immanens infintio attributo pensiero ed estensione
avere in me comunità ogni ente ogni cosa tutti gli uomini
riconosco ALTRI PARTE INFINITO INTELLETTO DIVINO RISPETTO E RICONOSCO IL VALORE COME ME, DEVO SAPERE fare comunità con tutti gli altri, TUTTI SONO DIO in quanto infiti attriburi dio, COMMA FELICITà conmoscenza assoluta di dio FONDAMENTO PERFETTO STATI REPUBBLICANO non li amo ma li riconsoco parte infito intelletto divino
sapere essere parte infito intelletto divino CONOSCENZA INTELLETUALE DI DIO è SOMMA FELICITà NECESSITà E LIBERTà COINCIDONO

repubblica sovranità separata individuio vine meno REALISTIACAMENTE BISOGNO STATO  AZIONE NECESSARIA IN CHE SENSO INCHE DIREZIONE QUALE IDEA STATO CHE OGGI PERSEGUI , PIù DI UNA CITà DI SCHIAVI, è IL COMPIMENTO VOLUPTAS è LIETA? STATO NECESSARIAMENTE PREMIALE DI POLIZIA IN QUALE DIREZIONE SUPERAMENTO O AFFERMARE sovrani e sudditi SOVRANI E SUDDITI livbero nella misura liberà miura umana MAI MISURA LIBERTà CAUSA SUI INCONDIZIONATA
ASPETTO RAICALE E AMLEDETTO PENIERO EURPEO HEGHEL MARX NIETZSCHE
MIO FRATELLO ANIMA GEMELLA NIETZSCHE RADICALITà PENSIERO SPINOZIANO momenti radicali rivoluzionari emerge




secondo cui la storia umana contiene in sé potenzialmente la realizzazione di certe finalità.
Arte moderna comunicare al di là della rappresentazione implica elemento e dimensione di violenza , comunicare è tentare di penetare, parola come arma, arte contemporanea esaspera dimensione di violenza e aggressione che è anche implicita nel nostro linguaggio . La categoria della morale non ha a che fare con l'arte . Per l'arte il problema è di comunicare, di imporre la comunicazione. Chiamare la tua attenzione in modo così forte da farti male. Anche difronte alla tragedia greca uno sta male, essa suscita sofferenza. Ci si purifica attraverso la sofferenza , si impara attraverso la sofferenza .
Arte come comunicazione
Ordine comunicazione organizzazione 
Politica connessione comunicazione
il coronamento di un'opera che tutto racchiude all'interno di sé, lasciando un vuoto ideale e universale al di fuori di sé.
Il secondo significato venne assunto dopo il superamento della contrapposizione tra patrizi e plebei, insieme al termine quiriti, per comprendere tutti gli elementi costituenti la comunità, senza distinzioni di classe.
il ruolo di perimetro e crocevia dell'agire storico dell'uomo, topos separato e distinto dalla Natura


Tutti sono soggetti alla stessa legge; la rotazione e il sorteggio nella partecipazione alle cariche politiche stanno ad indicare che tutti hanno la medesima aretè (virtù), e che ognuno trova la propria realizzazione nella partecipazione alla comunità.

L'isonomia infatti consiste soprattutto nell'affinità fra l'ordine naturale che governa l'universo (kòsmos), e le leggi che governano la città. Queste sono concepite come un riflesso della Legge universale posta a fondamento del mondo. Solo in virtù di una tale corrispondenza l'uomo greco si sente organicamente inserito nella collettività. L'armonia esistente fra la polis (città), e i singoli individui che la compongono, è identica (ìsos) a quella esistente in natura fra il tutto e le sue singole parti.

Più specificamente, secondo Alcmeone di Crotone isonomia sarebbe il perfetto equilibrio, l'armonia del corpo, quindi la salute; in questo senso, il suo contrario sarebbe lamonarchia, intesa come il prevalere di una parte sulle altre. Secondo Epicuro, citato poi in tal senso da Lucrezio, l'isonomia consiste invece nella armonica corrispondenza di tutte le parti nell'infinito, all'interno di una concezione dinamica dell'equilibrio cosmico.
L'unica annotazione estetica, in Platone, si sofferma sullo schema urbano, di cui viene respinta come inopportuna ogni soluzione di assoluta regolarità, una caratteristica che Platone considera deprecabile in quanto portatrice di sgradevolezza estetica
Un esempio dell'ambizione ideale lo si ritrova nel Libro della Genesi, in cui la metafora biblica della Torre di Babele sussumel'aspirazione dell'uomo a uno spazio abitativo la cui struttura rifletta una forte carica utopica e ideale: una tensione che spinge l'uomo a voler acquisire fama toccando il cielo, perseguendo il disegno di tenere unita l'intera Umanità, affinché essa non fosse «dispersa sulla faccia di tutta la terra». Il fine utopico sotteso all'impresa di Babele è differente dal pensiero del libro sacro e quindi indirizzato a un primordiale popolamento della terra, dato che spesso il Dio biblico stravolge il Pensiero umano
«Dio non pensa, Egli crea. Dio non esiste, Egli è eterno. L'uomo pensa ed esiste e l'esistenza separa pensiero ed essere, li distanzia l'uno dall'altro nella successione [...]»
La conoscenza del bene e male, vere e proprie categorie teologiche, è infatti possibile solo in un contesto dove la divinità emani norme e leggi o principi etici a cui l'individuo si deve attenere, pena l'incorrere in sanzioni/condanne. La concezione deistica, nata in un'epoca fortemente segnata dalle guerre di religione, intende così, mediante il solo uso della ragione, porre fine ai contrasti fra le varie religioni rivelate in nome di quell'univocità della ragione, sentita, in particolare nell'ottica dell'illuminismo, come l'unico elemento in grado di accomunare tutti gli esseri umani.
Le forme deistiche, non teoetotomistiche, non contemplano infatti alcun concetto di peccato/corruzione/impurità.
In una religione rivelata infatti la divinità non esplica solo una funzione creatrice ma anche quella di censore/supervisore etico dell'uomo. Questa modalità di intendere il profilo della divinità è una modalità contingente che si può ritrovare solo su sistemi di culto connessi con modelli sociali di tipo classistico.
niente fede politica, non c'è più niente per cui ci si possa liberare
Ascetico mistico occultistico esoterico alchemico fra oriente e occidente 
Distinguere il grano dall'olio
Inquietudine esistenziale giustificabile con i sopra nutrimenti non echeggiamo di maniera
Dissociare suoni con l'atto che lo trasforma 
Doppio volto unitario
La prassi non è guidata dalla teoria ma è un modo di esserne, essa si fa pensando e si pensa facendo
Aleatorio campo possibilità vs ordine rigido prestabilito 
Numero sette e tredici 
La forma e la conoscenza 
Squilibro fra ricchi e poveri ridurre Ambrogio
Imperatore allucinato dai libri, una specie di tormento 
spinoza
nonn conosciamo causa del nostr agire
connessione idee e cose , nela sotanza dio unità res cogitans ed extensa
discorso scientifico presupposto INTUIZIONE è L'UNITà , intuzione sostanza come unità res cogitans ed extensa permett che le cose si conenttano
la mente umana partecipa atributo divino è parte infitnito intelletto di dio
penso definisco connessione mi eidee e cose, non attività solo privata individuale ma parte infinito intelleto di dio
res cogitans attributo foindamentaLE DI DIO
FACENDO SI CHE IL PENSIERO , L'ORDINE DELLE MIE IDEE SI CONTTA DAVVERO mostri davvero conenesione ORDINE ocse quando oipero così mi ricnosco parte infitointelleto di dio

nessun dualisamo, idee e cose, mente e corpo, DIO è INFITO PENSIERO ED ESTENSIONE , l'eestensione è dio è NATURA ED ESSERE, lo spiritualismo offende sostanza di dio spirito sul corpo, offende il tributo estensione , estensione mente e corpo, altrettanto valore
NESSUN MATERIALISMO
pensare in modo indistinto e confuso
pensare smepre connenedo oridne idee e ordine cose, e sapendo l'unità fondamentale corpo mente indisgungibili

NON POSSIBILE PURA LIBERTà DELA MENTE SE LA MENTE CONNESSA AL CORPO
sarà sempre codnizioanta corpo agenti condizionamento
sia mente che corpo limitati e condizionati
NON ASPIRARE LUIBERTà CAUSA SUI CHE COICIDE CON AL NECESSITà

libertà coicide necessità poichè non può avere fini , sarebbe una libertà imperfetta, è e basta


mente determinata a volere , da una causa al pari determinatada un altra questo all'infinito, NO PERFETTA LIBERTà MENTE, pensano spesso uomini non ragioniamo con chiarezza, mente ragiona perchè ha a che fare con oggetti ragioniamo in funzione di ORDO REUM, oggetti condizionati a loro volta
MUOVE NELL'AMBITO PENSIERO E CORPO , IN UN CAMP CONDIZIONATEZZE, dove impossibile porre libertà nel libero arbitrio, mente sempre relazione alle cose  e quindi al corpo
NON CONFONDERE LIBERTà E LIBERO ARBITRIO

nego di poter pensare con una potenza assoluta del pensiero, nego poter pensare in modo chiaro indiscutibile indubitabile che io voglia o non voglia scrivere
NON ESISTONO ATTI INCONDIZIONATI
se scrivo condizionato dal fine che mi prefiggo di conseguire

liberi perchè non consociamo le cause del nostro agire fino infondo, non conscoaimo che cosa nella costituzione corporea nella nostra rex cogitans rex estensa possa averci portato condotto a questo atto e gesto, ignoriamo casue dell'agire , le conosciamo pressapoco
libertà come libero arbitrio ignoranza fraCONESSIONE ordo rerum ordo idearum deruiva idea sostanza

incondizionato

Sinonimi e Contrari

incondizionato /inkonditsjo'nato/ agg. [der. di condizionato, col pref. in-²]. - [che non è condizionato, che non ha il limite di condizioni restrittive: approvazione,appoggio i.] ≈ assoluto, completo, illimitato, pieno, senza riserve, totale. ↔ condizionato, limitato, parziale, relativo, ristretto, vincolato. 
punizione per un atto di superbia, il tentativo di alzarsi al cielo, anche se questo può suscitare dubbi, perché il Signore dopo aver intrappolato l'umanità sulla Terra, le impedisce di compiere l'atto di ricongiungimento (re-ligio) con il Dio Altissimo; la punizione sarebbe un gesto improprio per Dio nei confronti dell'uomo, che, secondo ogni religione, deve cercare con tutte le proprie forze di tornare a Dioelevandosi dalla miserevole condizione in cui giace sulla Terra. 

Dio punirebbe gli uomini perché la costruzione della torre rappresenterebbe un tentativo di "aspirare al cielo" già durante la vita terrena o, detto in altri termini, di paragonarsi a Dio stesso. L'episodio della torre pertanto non si scontra assolutamente con la visione secondo cui l'uomo deve cercare di elevare la propria anima ed il proprio spirito a Dio (tipica di molte religioni comprese quella ebraica e quella cristiana) ma anzi enfatizza e sotto alcuni aspetti giustifica il fatto che l'elevazione a Dio debba avvenire nello spirito e non nella carne.

Lascia perplessi anche un altro confronto: gli uomini dicono di voler costruire la Torre per non essere dispersi sulla faccia della Terra; all'istante, Dio scende e li disperde sulla faccia della Terra, proprio perché gli uomini hanno cercato di evitarlo. La perplessità comunque viene eliminata ricordando che il proposito originale di Dio era che gli uomini popolassero l'intera Terra, e non che si accentrassero in un unico sito.


Poiché la carne è come l’erba
e tutta la gloria dell’uomo è come il fiore dell’erba.
L’erba si dissecca e il fiore appassisce.
Ma la parola del Signore resta per l’eternità.
(Ep. I San Pietro I, 24-25)
Stravinsky religioso
Brahms sacerdote
Parlare attraverso le parole di molti altri brahms requiem
Geometria politica simmetria armonia
se si ha un fine no perfezione
actuositas nega ogni teleologia
CRITICA IDEA TELOELOGICA applicato realtà soggettività individualità che fa trasferir nella perfezione realtà , spinoza, idee finalistiche NOI aneliamo fini ci sentimao parti imperfette , ealboriamo idee finalità e le trafseriamo alla realtà tutta universale alla sostanza causa sui alla immagine di dio antropomorfismo ogni idea teleologica contaminata vizi antropomorfici
ogni idea tellogica applicata alla natura essere dio umanismo machiavelli , alberti , lorenzo valla, giordano bruno

identità dio natura
campanella bruno
PANTEISMO DIO TUTTO, infinita attività, ovunque si riverbera e moltiplica, ovunque visibile sensibile
religione altra non è che riconoscere dio nelle innumerevoli forme

ASSOLUTO IDENTITà PENSIERO ED ESTENSIONE CONCEPITA COME UNITà FORMA E MATERIA, BRUNO VS ARISTO DIO PURA FORMA
UNIVERSO UNO INFINITO IMMOBILE UNA POSSIBILITà ASSOLUTA UNO L'ATTO UNA LA FORMA O ANIMA 8ESSENZA O FORMA SOSTANZIALE VIVENTE) UNA MATERIA O CORPO UNA LA COSA UNA LO ENTE UNO IL MASSIMO ED OTTIMO


spinoza ricomporre in unità essere frammentato res cogitans extensa divina
dio identità pensiero estensione fonte tutta realtà unità che garatisce ogni molteplicità

natura essere dio realtà alcuno modello da seguitre reltà perfectio non fine, nemmeno quello di bene
diop non persegue fine, idea giudaico cristiana, bene di cui oggi non è dfato godere beatitudo
sguardo tende a conincidere con quelooi stessa realtà = verità tutto giò è irrazionale non idee chiare distinte
la natur ESSERE DIO Non puo perseguere un fine che non è in se ovvero immanentemente se stesso
NO AVERE IDEE CHIARE DISTINTE, ESSERE AFFETTO PASSIONI voler riflettere sulla realtà le proprie imperfezioni, si soffre e attrivuisce realtà e priezione di dio, la nostra miseria
AGIRE DI CUI L'UOMO è CAPACE , COME IUMMAGINE ACTUOSITAS DELLA SOSTANZA CAUSA SUI NO UGUALE DIO MA IMMAGINE  SUA, Non elabortando idee confuse indistinte antropologiche telelogiche servo affetti passioni
ecome assoluta attività, essenza, actuositas, è l'Attributo

attribui infiniti vediamo assoluta distinzione e chiarezza du ESTENSIONE PENSIERO uniti nessun duolaismo e monismo non scompaioni nelkl'infiita sostana za ma sono in essa
non possiamo non pensarne l'esistenza ESSERE NATURA REALTà PERFECTIO ino monismo indistinto
sostanza di cui non possiamo non pensare l'esiostenza essere natura realtà perfectio
unità concreta formata mente pensiero e estensione
unità concreta sostanza alla base ordine in cui avvengono di volta in volta ogni caso connesioni pesiero e cosa, alla base ogni scienza, scoenza elabora discorso logos pensiero che corrisponde come le cose SONO quando il discorso è vero diciamopla cosa come LA COSA è+ il principio che dice che c'è connesione cose ed idee,parto ego cogito connessione non garantita fondata, se parto sostanza è fondata ogni connesione che io poero trale mie idee cose è apriori garantita dall'unità res cogitans ed extensa nella sotsanza dio natura essere DISCORSO SCIENTIFICO DICE LòE COSE PER QUELLO CHE LE COSE SONO la condizioni a priori per discoro scientrifico, come le cose sono stanno è l'unità, l'INTUZIONE DA CUI NON SI PUò NON PARTIRE sotsanza unità res cogitans extensa, permete idee cose si connettano
Ordo et connectio idearum idem est ac ordo et connectio rerum
lo studio di simboli e miti, quella che egli riteneva l'essenza primordiale della dialettica storica, ovvero l'alternanza di fasi matriarcali e patriarcali. Si tratta di teorie che egli riprese ed approfondì in altre importanti opere come Il popolo licio (1862), La Saga di Tanaquil (1870), concepita all'origine come risposta all'avversata Storia romana del Mommsen[5], ed infine le Lettere antiquarie (1880-1886). Secondo la sua concezione storiografica, i primordi della storia umana sono caratterizzati da una successione di fasi in cui dapprima sarebbe prevalso l'elemento materno (e con esso i simbolismi della terra e dell'acqua, il diritto naturale, la promiscuità sessuale, la comunità dei beni) e in seguito quello paterno (e con esso i simbolismi celesti, il diritto positivo, la monogamia, la proprietà privata). Il passaggio tra queste fasi sarebbe avvenuto attraverso momenti di potere violento delle donne (amazzonismo), dapprima in quanto ribellione alla supremazia fisica del maschio nei primordi della civiltà e poi come degenerazione della fase classica del matriarcato cosiddetto demetrico, visto da Bachofen come "poesia della storia", ordinato come sarebbe stato secondo le pacifiche ed eque leggi della madre terra[6]. Pur sprovviste di fondamento storico, queste teorie hanno ispirato gran parte delle più valide ricerche moderne su questi temi: la loro rivalutazione è stata operata sia da destra (Ludwig Klages, Alfred Baeumler, Julius Evola)[7], in sintonia del resto con l'ideologia decisamente conservatrice di Bachofen[8], sia da sinistra (innanzitutto Walter Benjamin[9], ma già Karl Marx e Friedrich Engels).