Livio nota che l'armamento previsto per ogni classe era a carico del soldato stesso (tranne i cavalli, pagati dallo stato 10000 assi per cavallo + 2000 assi/anno) e che a maggiore censo si accompagnavano, oltre a maggiori costi per le armi, anche un maggiore peso politico.



« Il servizio militare era a carico dei più ricchi, che però ottenevano anche i maggiori diritti politici; (...) il voto non fu più per testa, come era stato istituito da Romolo; anzi furono istituite delle differenziazioni in modo che a nessuno sembrasse di essere stato escluso dal voto, ma anche in modo che tutta l'autorità risiedesse nei cittadini più ricchi. »
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 43.)


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