Meno patrie più eros
Secondo le opere storico-giuridiche di Gaio e Sesto Pomponio[3] i mores, sono usi e costumi delle tribù che si unirono e formarono Roma[4].
Piece futurista
Vittotia su tutto cio che il sole mette in evidenza la dimensione oggettiva
Vittoia sul'mondo e sull oggettivita
Suprematismo il supremum
Valore dell zero
Quadrato nero icona del nostro tenpo iconoclasta
Non crollo pittura nascita vera pittura
Angolo più bello per licono del nostro tempo
l'icona non mostra alcuna immagine vera e priria
VNENERARE SIGNIFICA PASSARE ATTRAVERSO L'IMMAGINE PER COGLIERE IL PROTOTIPO , cioòè ciò che è altro dall'immagine stessa, ovvero l'Altro dell'immagine
qualcosa che passa attraverso immagine senza essere esso stesso immagine
l'incoma emerge è la vittoria del SUPREMUM
ILLUSIONISTICHE NATURALISTICHE MIMETICHE
SUPREMUM SI MOSTRA RIATRAENDOSI, SENZA DARSI MAI COMPLETAMENTE
pittura si ma nifestasse nell'opera è come se lopera mettesse in opera questa pittura, opera mette in opera la pittura significa l'opera stessa si ritrae per fare emergere qualche cosa che non si da alla vista, ilq uadrato nero , differenza tra visibilità propria
QUADRATO NERO siamo vedenti e visti VOYANT privilegiato non vista ma ragione vedere implica il videre lat intelligere affidarsi intelletto
iconsa RICHIEDE E INTERROGAS IL SENTIRE NON VEDIAMOMA SENTIAMO NIETSCHE
PROBLEMA NON è VEDERE PER SAPRE per nitzsche ma prima saper per poter vedere
VEDERE UGUALE INTELLIGERE, E SAPERE UGUALE SAPIO come sentire affidarsi sensazioni, dimensione generale del sentire
interpellare il sentire non gli occhi intelletto o ragione
SI CRITICA UN CERTO TIPO DI RAGIONE, LA STRUMENTALE DI ADORNO, criticata da malevic che privilegia il sentire, NON SIAMO FUORI SIAMO DENTRO stare dentro vuol dire che qulache cose nel quale noi siamo è sospeso , non siamo noi a fissarlo, ci muoviamo allintenro di qualcosa che si vuobe, come se ondeggiassero nel aria , no punto fermo attrazione o centripeta , l'unica è la centrifuga , navigano nell'aria , senza fissare o bloccare
OLTREPASSA IL LIMITE MALEVIC
il quadrato bianco
quadrato PARALLELISMO non figure geometriche
nel suprematismo no rappresentazione NON OGGETTIVITà
pittore esaurisce funzione e inizia a scrivere e insegnare
malevich radicale
attività filosofica non teorica
PITTORE E INSIEME FILOSOFO
non teorizza il suprematismo ma da suprematista
suprematismo autosufficiente
vera pittura operad'arte mai eteroreferenziale non rimanda al altro da se, non prende le mosse da uno o UN altro modello, trova in se la forza di produrre, NON RIPRODUTTIVA MA PRODUTTIVA produce dal suo stesso interno. MAESTRO CEZANNE ( anche per picasso e klee )
PIENA CONSAPEVOLEZZA IN CEZANNE DI UNA PITTURA CHE NON HA DA RIFARSI AD UNA REALTà FUORI DALLA PITTURA STESSA, CIOè AL MONDO perchè un quadro se tale DEVE LUI FARE IL MONDO, NON COPIARE. ladri i pittori che copiano il mondo, il pittore deve crare ex nihlo dall'interno, poi si parlerà di astrattismo, kandisnki poco prima dello spirituale dell'arte. ATRATTISTA MONDRIAN
TROVA IN SE LA FORZA DI PRODURRE NON GIUSTIFICARE SUPREMATISMO non è riproduttiva
kandinsky astrattismo richiede risonanza interiore dimensione musicale che echeggia nei quadri
in malevich nessuna dimensione emotiva e o musicale, il quadre deve parlare da solo senza rifarsi a nulla di estrenoo, NO ASTRAZIONE COME TOGLIERE ELEMENTI PARITOCOLAI PER raggiungere essenziale NON è AB TRAERE trogliere quqalcosa per mettere in rialsto particolari
NO LA SUA è AD VERSO , AD TRAERE, MUOVERSI VERSO QUALCOSA , NOI CI MUOVIAMO VERSO QUALCOSA L'ASSOLUTO, SOLO IN QUANTO IL NOSTRO MUOVERCI è UN SENTIRE L'ASSOLUTO , FFACCIAMO TUTTUNO CON L'ASSOLUTO IN QUESTO SENTIRE CI SENTIAMO FACENTI PARTE DIMENSIONE ASSOLUTO
tomba malevich
minimalismo e monocromismo e concettualismo TUTTO da malevic
entrambe intendono l'ente, l'essere, come energeia. L'uomo come un centro di circonferenza a raggio infinito senza limiti. Per Marx il capitalismo è un limite allo sviluppo dell'uomo. Cacciari
Capitalismo non è coerente con lo sviluppo delle forze produttive, che è per sua natura infinito. L'ente è volontà di potenza, non volontà sola schopenhauer. L'ente è potenza che deve giungere all'atto. Atto è l'espressione dell'infinita potenza creativa dell'ente.
Interrogante soggetto uomo.
Sebbene presenti molti elementi in comune con il metodo scientifico moderno, la procedura di Bacone manca di un elemento fondamentale: la matematica; ovvero lo strumento rigoroso di un'analisi quantitativa delle esperienze scientifiche di cui, di lì a poco, Galilei comprenderà l'importanza fondamentale.
Inoltre, Bacone sostiene, a differenza di Galilei, di voler conoscere lo schematismus latens ed il dinamismus latens della realtà, cioè la struttura nascosta e l'elemento dinamico latente delle cose: in qualche modo, dunque, si può dire che Bacone sia ancora alla ricerca dell'essenza, cosa che lo differenzia moltissimo dalla concezione scientifica moderna.
Di alcuni di questi luoghi si trasmissione lo gnosticismo vuole un pervertimento morale od una corruzione ideologica, mentre di altri promuove una vera e propria distruzione, fisica o mediatica. L'esplicito intento di Samek Lodovici è quindi di smontare la strategia della rivoluzione culturale gnostica nelle forme del riduzionismo antireligioso, del prometeismomarxista, della filosofia radical-relativista diffusa attraverso i media, della corruzione della memoria storica attuata anche attraverso la corruzione del linguaggio ed infine nella strategia della distruzione della famiglia, che è stata potentemente colpita in particolare con la rivoluzione sessuale e con alcuni tipi di femminismo.
più complesso per le forme arcaiche
nozione intrinseca certezza diritto è sdrucciolevole e relativa nel tempo nelle diverse conezioni giusfilosofiche
esigenza diritto certo conoscibile prevedibile, dalla fin e66 e illominismo, conjotzaione ideologiche e filosofiche e politiche, dando per impossibile applicare le catergorie stesse per la roma arcaica
FARE IN CONTI CON LE CATEGORIE CONCETTUALI MODERNE anche nell'analisi delle fonti antiche
certsezza diritto ambito complesso e intriso di contenuto retorico, contrapposzione certezza diritto e certezza legge
DIRITTO CERTO certezza diritoo: noprme generali ed astratte, norme presuposto materiale che cononsenta la connoscenza della legge stessa da parte dei destinatari, vi è una uuniformità di intereptazione da parte degli organi giudicanti ,quando vi è una complessiva efficacia dell'ordinamento che a asua volta figlia della stabilità sociale
COMPLETEZZA codice completo affinchè nella musiura il codice sia completo e all'interprete venga lasciata la mini,a libertà possibile. Bocca che pronuncia le parole della legge , non possano moderare ne forza ne rigore. Montesuieu
Liber singularis enchirìdii Pomponio
RE POTERE MANU ( con la forza Ricardo restanus) inziio città prima che i re cominciassero a offrire nomre a l popolo il polo non poteva contare su legge certa e diritto certo
in presenza di una legge scritta, SCANSIONI, CONTRAPPOSZIONI tra consuetudine e ius scriptum, ius scriptum e interpretatio prudentium
contrapposizioni
incertezza a due momenti topici citta nascita e fase tra cacciata re e promulgazione 12 tavole
romolo ad poplum tulit
LEGGI APPRESE , PERCIPII IN MODO APERTO apertius
il solo diritto scritto è il certum
PASSAGGIO INCERTEZZA A CERTEZZA in pomponio legao a due momenti fondativi città: 1 legge certa come inizio ordinamento città, 1 2 le dodicidi tavole vissute come mutamento forma costituzionale
POMPONIO , JUS SCRIPTUM PRIMA SI CONTRAPPONE ALLA CONSUETUTINE POI ALLA INTERPRETATIO PRUDENTIUM, IL SOLO SCRITTUM è CERTUM, IL RESTO è INCERTO OVVERO SOGGETO AD INTERPRETAZIONE (VEDI MONTESQUIEU
L'INTERPRETAZIONE PRUDENTIUM è JUS CONTROVERSUM, INTERPRETAZIONE è INCERTA
CONSIDERAZIONI: leggi regie come leggende, esclusivamente orali, comunicati solennemente al popolo
LA PAROLA CREATRICE , POI ELEMENTO FISSITà
leggi ex regie
tarquinio abolì leggi scritte, DANDO DANNO AI PLEBEIabolendo leggi servo tullio per diritto ugualianza delle genti
12 tavole e leggi regie UDE ISCRIZIONI recuperata una riappese
regie, leggi (lat. leges regiae) In età romana, leggi che, secondo la tradizione, sarebbero state emanate dai sette antichi re, in un arco di tempo compreso fra la metà dell’8° e la fine del 6° sec. a.C. Stando alle fonti, soprattutto letterarie, sarebbero state sottoposte al voto del popolo, riunito allora nei comizi curiati, in maniera non dissimile da quanto avvenne nella successiva epoca repubblicana; ma a giudizio degli studiosi moderni è del tutto improbabile che una procedura tanto evoluta sia stata esperita già ai primordi dell’esperienza costituzionale romana. Verosimilmente erano ordinanze con cui il re, in virtù dei suoi poteri, sanciva pubblicamente, per iscritto, norme di tipo consuetudinario, tramandate prima solo oralmente, ovvero studiate e interpretate in segreto dai collegi sacerdotali. La materia regolata, infatti, sembra essere per lo più quella sacrale, alla quale erano ricondotti gli stessi rapporti che, in base alle categorie moderne, apparterrebbero al diritto civile o penale, in quanto per la violazione delle rispettive norme le leges regiae prescrivevano, in genere, l’applicazione di sanzioni di tipo religioso. Alla fine, esse vennero raccolte dal pontefice Papirio, non meglio noto, in un unico corpus, conosciuto perciò come ius Papirianum.
certezza scrittura e diritto. fine scrittura fine tarquini fine periodo etrusco
guarentigia egualinza cittadini: scrittura e esposizione leggi
EQUITà NON NELLA SCRITTURA MA NELLA MAGGIORE O MINORE BONTà DELLA LEGGE
conquista oklebea lkegge dodici tavikle contro abusi magistrato, VOCAZIONE POLITICA 12 tavole
non un codice ma una costituz
plebe sconfitta, la plebe cambia e assume ATTEGGIOAMENTO MODERATO CONCILIANTE
non leggi sull'imoerium ma utile sia a patrizi che plebei UGUALIANZA, prima fonmda sul conflitto la seconda sul consenso. sono i patrizi a scriverle, demandate a loro, ugualianza giuridica cittadini
recupero dei mores non sovvertimento, certezza più tradizione
corpus omnis romanis iuris mancava qualcosa nel decemvirato. dionigi conferma INCOPLETEZZA, POI TUTTE AFFISSE AL FOro
sensazioni con cetgorie romane che il corpus aveva tutto quello che serviva, è mutila ma possiamo acclarare. alcuni diritti dati per presupposto DIRITTI NATURALI
necessità regolare vendita filius
tutto diritto utile
I SACRA PONTEFICI DECIDONO MANTENERE SEGRETA PARTE RELATIVA ALLA RELIGIIONE
legislatori vs pontefici
dodici tavole rappresentan0o invasione dei legislatori nella sfera tipica diritto
dopo incendio gallico
reazione pontefici e sconfitta storica sui legislatori
12 tavole riportate al collegio pontificale
non nascosta mancipatio o ius vocatio
ma nascosti i sacra
grammatica nazione come poemi omerici clasici per i greeci sono sta e le dodici tavole
romolo fonda sulla leggi
I patrizi, quindi, finirono per abusare della loro posizione dominante utilizzando ad esempio l'istituto del nexum per portare i debitori alla schiavitù, favorendo il loro ordine nelle cause contro i plebei e annullando le decisioni dei comizi centuriati.
Essendo l'esercito romano composto per lo più da cittadini agricoltori, le continue guerre di Roma con i popoli vicini rendevano spesso impossibile alle famiglie della classe plebea, che si sostenevano con il diretto lavoro dei campi svolto dal capofamiglia e dai figli maschi, pagare i debiti che contraevano per sopravvivere durante la loro assenza. La conseguente e fiscale applicazione del nexus permetteva perciò al patriziato di impadronirsi delle terre e perfino delle vite degli sfortunati agricoltori-combattenti e dei loro famigliari.
Livio nota che l'armamento previsto per ogni classe era a carico del soldato stesso (tranne i cavalli, pagati dallo stato 10000 assi per cavallo + 2000 assi/anno) e che a maggiore censo si accompagnavano, oltre a maggiori costi per le armi, anche un maggiore peso politico.
« Il servizio militare era a carico dei più ricchi, che però ottenevano anche i maggiori diritti politici; (...) il voto non fu più per testa, come era stato istituito da Romolo; anzi furono istituite delle differenziazioni in modo che a nessuno sembrasse di essere stato escluso dal voto, ma anche in modo che tutta l'autorità risiedesse nei cittadini più ricchi. »
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 43.)
la Chiesa abbia (finalmente, come auspicava lui da decenni)
abbandonato la funzione di katechon. In un’intervista ad Avvenire,
dice: «Che la nostra sia un’epoca apocalittica mi pare indubbio.
Viviamo in una dimensione globale che neppure l’Impero romano aveva
conosciuto e questo comporta una continua omologazione dei princìpi,
dei comportamenti, dell’etica. Ci siamo lasciati alle spalle i
totalitarismi, che si presentavano esplicitamente come forze
prometeiche, anticristiche e, in quanto tali, chiamavano in causa il
katechon, la cui funzione era esercitata da altri poteri, sia politici
sia religiosi. Ora (...) l’Anticristo si mostra con il suo volto
conciliante e il rischio è che la Chiesa non riesca a presentarsi come
segno di contraddizione in un mondo ormai assuefatto all’indifferenza.
Nietzsche aveva visto giusto: “oggi davvero chi va per strada alla
ricerca di Dio viene prima deriso e poi guardato con indifferenza”.
Finito il katechon, per lui «non trapela più il raggio di una
possibile redenzione. Ma non si avverte neanche il frastuono
dell’apocalisse. Piuttosto il deserto del nulla – la gestione tecnica
come forma anomica dell’età globale. Esaurito lo spazio del sacro,
viene meno anche quello del politico che ad esso corrisponde»
la realtà non è da scoprire (contemplare) ma essendo tutta interna al
soggetto, va’ «costruita». E più precisamente, e singolarmente in un
gruppo che si etichettava «di destra» come quelli attorno a Bush,
qualcosa di identico all’hegelismo di sinistra. Quello di Marx che
proclamò «niente più metafisica», e ingiungeva alla filosofia: «Basta
interpretare il mondo, è ora di cambiarlo» (col che, rigettava la
verità per l’azione); e che ha l’espressione più estrema in Trotsky
(Bronstein) con la sua teoria della Rivoluzione Permanente: il rifiuto
di riconoscere alla rivoluzione comunista un obbiettivo determinato
per andare sempre oltre, in un movimento continuo di «liberazione»
armata senza limiti.
«La rivoluzione non termina dopo questa o quell’altra conquista
politica, dopo aver ottenuto questa o quell’altra riforma sociale, ma
che continua a svilupparsi fino alla realizzazione completa del
socialismo», scriveva Trozky. Le «sempre nuove realtà» create
«dall’azione» di «noi che ora siamo un impero», a forza di distruzioni
e violazioni del diritto, menzogne e bombe, non sono certo distanti
dall’utopia sanguinosa del Trotzkismo, il movimento senza fine
dell’incendio che tutto brucia e sconvolge; senza mai quiete, perché
Colui che manca di essere, il Filius Perditionis, l’Anomos, cessa di
essere se cessa di agire, se cessa di uccidere.
maniera in cui il mondo funziona: adesso siamo un impero e, quando
agiamo, noi creiamo la nostra realtà. E mentre voi studiate questa
nuova realtà, ragionevolmente come fate, noi agiamo ancora, creando
altre nuove realtà, e voi studierete anche queste. Noi siamo gli
attori della storia, e voi, tutti voi, sarete ridotti solo a studiare
quel che noi facciamo». (Suskind, Ron (2004-10-17)
di Leo Strauss, il guru rabbinico dei neocon, da Paul Wolfowitz a
(scendendo in provincia dell’impero) Giuliano Ferrara. Strauss
insegnava verbalmente a pochi discepoli fidati che il potere deve
basarsi sull’inganno perpetuo del popolo ignaro, mentre coloro che
sono degni di comandare (Illuminati) sanno che non c’è moralità, né
Dio né religione, né altro diritto naturale che quello del superiore
di comandare sull’inferiore. Da qui, per esempio, il fatto che i
neocon siano personalmente atei ma favorevoli alla religione come
strumento per tenere a freno il popolo: atei devoti.
e post-moderne, il disprezzo profondo per il diritto, le norme
istituzionali in genere, e la morale in particolare. Da qui «il
dualismo sociologico tipico di ogni gnosi: da una parte coloro, gli
illuminati (pneumatici o spirituali), che possono compiere indenni
ogni esperienza, anche quelle aberranti; dall’altra gli altri uomini,
i carnali, che sono tenuti ad una regola di vita precisa» (E. Samek
Lodovici, «Metamorfosi della Gnosi», 1991, p. 10).
pseudo-religiosa) che ha sta dietro questa deriva:
«Essa si fonda sul sentimento americano di eccezione nazionale. Il
Paese si considera unico nella storia per virtù delle sue origini
costituzionali (...). Gli Stati Uniti sono ritenuti, da molti
protestanti americani, una nazione di origine divina, o che è
investita da un mandato divino, che la esenta dall’adeguarsi agli
standard richiesti dalle altre nazioni. Per molti americani, se non la
maggior parte, una nazione con origini come le nostre non può essere
tenuta ad obbedire alle norme del resto del mondo».
Il bardo è lo stato della mente dopo la morte, è lo stadio intermedio, quando la coscienza viene separata dal corpo. Il bardo rappresenta lo stato tra la vita passata e quella futura. Nel bardo, la mente acquisisce un corpo mentale simile a quello del sogno ed ha il potere di raggiungere qualsiasi luogo, in qualsiasi momento senza alcun ostacolo. La durata massima dello stato del bardo è di 49 giorni, ma in qualsiasi momento la coscienza può assumere una nuova vita, in uno dei sei reami descritti nel Buddismo. Questo dipende dal karma delle vite passate e soprattutto da quello della vita precedente. La vita nel bardo è fatta di sofferenze, sia per la non accettazione della propria morte, sia per l’attaccamento a se stessi, alla famiglia, agli amici, ai propri averi, ecc.
Il “Libro Tibetano dei morti” spiega in modo dettagliato le allucinazioni e le esperienze che avvengono nello stato del bardo, ed introduce al riconoscimento dello stato illusorio del corpo e della mente. La pratica del “kusum-lamkhyer” o “prendere i tre Kaya nella pratica”, è una pratica da seguire durante la vita quotidiana, per prepararsi alla morte, al bardo ed alla reincarnazione.
"Credo che nell'ultimo secolo l'essenza del potere umano si sia svelata a noi in un significato del tutto particolare. Infatti è strano che la tesi della malvagità del potere si sia diffusa proprio a partire dal XIX secolo. Avevamo pensato di aver risolto o almeno appianato il problema del potere, affermando che il potere non proviene nè da dio nè dalla natura, ma piuttosto da un patto che gli uomini stipulano tra loro. Che cosa dovrebbe ancora temere l'uomo, se dio è morto e il lupo non è altro che uno spauracchio per bambini? Ma proprio dall'epoca in cui questa umanizzazione del potere sembra essersi definitivamente realizzata - e cioè dalla Rivoluzione Francese - dilaga irresistibilmente la convinzione che il potere sia in sé malvagio. Il detto 'dio è morto' e l'altra enunciazione 'il potere è in sé malvagio' derivano entrambi dallo stesso periodo storico e dalla stessa situazione, vogliono dire la stessa cosa" (Geschpräch über die Macht und den Zugang zum Machtaber, 1954).
Pufendorf
riduzione del diritto ad unità concettuale: si tratta di una teoria più soggettivistica del diritto, ossia diritto come comando scaturente dalla ragione dell'uomo in quanto tale e non oggettivistica, nel senso di un diritto che sorge dalla natura delle cose. Per Pufendorf il diritto è un comando che un superiore emette nei confronti di un subiectus, trattasi di Dio nel caso della legge di natura o del Re, nel caso della legge positiva. La sanzione è ciò che rende il comando dell'autorità efficace, la sanzione serve a discriminare le zone di diritto, dalle zone non disciplinate dal diritto, quelle zone, cioè, costituite da un'isola di libertà che consta di azioni non esplicitamente vietate. (teoria volontaristica e non naturalistica del diritto)
separazione tra giurisprudenza e teologia morale: le distinzioni fra legge morale e diritto attengono a tre diversi profili. Sotto il profilo della conoscenza, il diritto è conoscibile mediante ragione, il diritto divino invece mediante rivelazione. Sotto il profilo del fine, il diritto ha come fine la vita terrena, quello divino riguarda la vita ultraterrena. Infine da un punto di vista dell'oggetto, il diritto riguarda le azioni esterne, la legge morale invece le azioni interne. Si perviene così a una laicizzazione del diritto verso la libertà di coscienza e di religione, distinguendo l'ambito religioso da quello giuridico. Si pone inoltre indirettamente al legislatore un limite per gli ambiti da disciplinare, dovranno perciò essere esclusi quegli ambiti che si riferiscono alle azioni interne o comunque quelle azioni che non si riverberano su atti esterni.
Grozio è considerato, insieme a Francisco de Vitoria, il padre del diritto naturale in epoca moderna. Inoltre, nella sua opera De iure belli ac pacis traccia un quadro completo delle tendenze che poi porteranno al razionalismo moderno.
Una delle teorie giusfilosofiche più importanti formulate dall'olandese fu quella del "contratto sociale"', e cioè «che lo stato di natura deriva dalla tendenza dell'uomo che è portato a istituire con gli altri simili una determinata forma di comunità politica, pacifica e concorde » (appetitus societatis).
Il contratto sociale si attua quando lo stato di natura diventa impraticabile, violento ed insicuro per l'aumento dei bisogni, per la diminuzione delle ricchezze disponibili e per il nascere degli istinti egoistici.
In questo caso gli uomini, in vista di un'utilità comune, passano dallo stato di natura allo stato civile trasferendo a un sovrano, mediante un patto, il potere di far coercitivamente rispettare la sfera di interessi di ciascun individuo, di mantenere l'ordine sociale e la pace.
Questo contratto, in cui si fissano i diritti del singolo ed i poteri del sovrano, crea lo Stato e il suo potere nonché le due distinte sfere di diritto pubblico e diritto privato. Lo Stato viene concepito da Grozio come un macroindividuo che è in grado, come un individuo, di tenere dei rapporti con gli uomini diversamente dalla polis greca o dai corpora medioevali. Quest'idea accompagna lo sviluppo della borghesia e si traduce nell'idea giusnaturalistica secondo la quale l'uomo possiede strumenti necessari per conoscere e conseguentemente arrivare a dominare il mondo grazie alle nuove scoperte scientifiche.
energheia, composto di en intensivo e ergon opera, azione
l’etimologia greca della parola ‘energia’, che in greco si scrive ἐνέρεια (energheia) un termine che ha numerose connotazioni in diversi campi, ma in questo caso è utilizzato per la sua accezione filosofica introdotta nell’antichità da Aristotele. Con essa il filosofo greco intendeva esprimere un’azione efficace. Fu durante il Rinascimento che, ispirandosi proprio a questa concezione, il termine fu associato all’idea di forza espressiva.
Fallimento arrivò dal successo. Campana di vetro non vaccinati contro corruzioni e tentazioni che il successo portò con sé. Sparta ombra di se stessa , museo vivente. Mito di Atene. Sparta no lo guerre civili. Tradizione politica basata sulla stabilità. Spartani incarnavano ideali virtù della civiltà greca per Socrate Senofonte Platone.
Sparta idealizzata rinascimento nella sua oligarchia per la stabilità. Modello per Venezia.
Rousseau considerava semidei. Rivoluzione francese e morte con onore.
Sparta e Jefferson, con Tucidide contro instabilità democrazia ateniese . Modello padri fondatori Sparta.
Atene culla della democrazia greca non americana.
Sparta e Hitler.
Onore importante componente vita dell'uomo. Vivere senza onore per mezzi materiali. Morte è resoconto vita.
Crudeli egoisti e chiusi mentalmente. Mirare alla superiorità onore al costo dlla libertà, persino la propria: simbolo di quanto l'essere umano debba lottare per poter dominare.
Società non aperta a innovazioni, conservatrice restia al cambiamento priva di elasticità mentale per nuove forze, contro borghesia tebana, l'antipode spartano è l'ateniese Alcibiade. Oltre forza e valore la conoscenza scientifica. Sottoporre giovani alla tortura. L'ideale spartano al valore contribuì al suo declino. Sparta razzista praticante dell eugenetica. Irrazionali. Calo demografico. Onore sopra ogni cosa, restia ad ogni nuova ideologia o classe di potere. Stato non completamente in contatto con la realtà. Sparta Russia. Sparta politica interna post prima guerra.
Sono pienamente d’accordo con te sul significato e sul valore educativo della metodologia, così come della storia e della filosofia della scienza. Oggi molta gente – perfino scienziati professionisti – mi sembra come chi ha visto migliaia di alberi ma non ha mai visto una foresta. Una conoscenza dello sfondo storico e filosofico dà quel genere di indipendenza dai pregiudizi della propria generazione, di cui la maggioranza degli scienziati sta soffrendo. Questa indipendenza creata dall’indagine [insight] filosofica – a mio parere – costituisce il tratto che distingue un mero artigiano o specialista dal vero ricercatore della verità.
einstein
1] 1 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, 2 di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. 3 Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione,4 l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio. 5 Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? 6 E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. 7 Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. 8 Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. 9 La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri 10 e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. 11 Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna 12 e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità.
(San Paolo: dalla seconda lettera ai Tessalonicesi)
[2] apostasìa s. f. [dal lat. tardo apostasia, gr. ἀποστασία «defezione», der. diἀϕίστημι «distaccarsi»].
Ripudio, rinnegamento della propria religione per seguirne un’altra. In partic. , nel diritto canonico cattolico, l’abbandono totale (diverso quindi dall’eresia, che è abbandono parziale) della fede da parte di un battezzato, manifestato esteriormente in modi non equivoci e con la volontà e coscienza di abbandonarla (il passaggio ad altra fede è solo una circostanza aggravante).
[3] ecpiròṡi (alla gr. ecpìroṡi) s. f. [dal gr. ἐκπύρωσις, der. di πῦρ «fuoco»]. Secondo la dottrina stoica, conflagrazione universale che distruggerebbe il mondo al termine di ogni suo ciclo (grande anno o anno cosmico).
[4] Epimeteo (gr. ᾿Επιμηϑεύς) Nella mitologia greca, uno dei quattro figli del titano Giapeto e dell’Oceanina Climene (o di Asia), fratello di Prometeo, del quale E. è l’antitesi; tanto «accorto in ritardo» (secondo l’etimologia del nome), quanto Prometeo era previdente. Benché ammonito da Prometeo di non accettare doni da Zeus, E. accolse la bellissima Pandora mandatagli da questo e divenne così responsabile delle sventure dei mortali, sia perché la donna sarebbe per sé stessa un male, sia perché Pandora aprì il vaso dei mali. Da E. e Pandora nacque Pirra.