Lei

Desideravo come sempre
Di avvicinare la mia mano
Alle sue labbra più
Profonde

L'inferno

Dei seni dei liquidi
Materia di un quadro
In dissoluzione
Colava

Profumi antichi come
La struttura del petto
Incarnato di seni

Una chiesa

Fino alle dita
Fondeva come sangue
e Oro e
Vino

cena consumata
Nella notte

-

Volgarità

Dovevi rincasare
Così aperta di me
Ti sfilasti

Eri vento responsabile

Desideravi ancora
Quella notte come
Tuo padre la
Pace e

Mi sussurasti
Una follia

Una volta ancora
Prima delle ventiquattro

Alla macchina quando
Fianco a fianco ne
Passano altre
Indifferenti e
Contrarie

Mi sgorgavi dalle vene
Come sperma da
Un cuore ferito

Pulsavi e
Ti mostravi così
Proibita

Una mezza
Creatura sopra la vita
Sotto l'inferno
Sappiamo tutti
Cosa di uno sguardo
Colpisce

Una grazia che copre
Delicata le cose

Neve

L'aveva voluta troppo che
Non bastava una rete come
Il mare a intrappolare il
Mistero dei suoi occhi

Svelare una donna e
Bere un oceano
Ode alla vita

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle 'i'
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda
Avevo fra le dita
Un pelo

Era leggero
Pareva nero
Come un ragno

Si era lasciato cadere nel
Mio nido come neve

Il palmo mio l'aveva poi
Rapito
La poesia rimane sempre
Una perdita di tempo
Ci sospende
Un cavo
A noi poeti
Digitali
Chi è sano

se essere l'àlter ègo di sè stessi
è considerata normalità
Mi hai colto prostrato
Sole della sera

Diversamente rosso
Parevi
Specchio
Infranto di
Incadescenze

Non ti ammiravo
Come si devono
Le altre cose del
Cielo

Eri l'ardor del
Nomade e del
Deserto

La pietra più bella
L'occhio del mio
Signore

Bramavi me
Il mio sguardo
Pieno di
Universo

Ero rimasto
Ombra di ghiaccio al
Sole

Mestre

Labirinto mestrino
Poche consegne
Eri lontana e
Breve

Mestre
Digitale

Decisa come
Diretta sfociavi
Nel porto

Mestre
Una come tante
Un segmento

Piena di puttane
Di matti e camionisti

Ventre di pesce
Mestre

Oggi ti scrutavo e
Tu mi rapivi

Oggi
Dalle tue sottane
Rubavo palazzi
Brutti come cazzi

Oh Mestre a me
Corteggiavi randagia
Il gatto e la preda

Ammaliavi
Ammaliavi l'occhio
Nel tuo decandente
Sguardo italico
Con le altre si
con le altre si che lo farei ma con te mai
devi fermarti poco prima degli spasimi
toccami le scarpe di vitello blu
sei tu sei tu
sei così bella, sei come la mia mamma
cantami la ninna nanna
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Ho fatto un sogno, ho visto un mondo nuovo
dodici elvis volanti paracadutati sopra il Caesar Palace.
Rimani, rimani, liberami le mani
giochiamo ancora a ping pong
come due bravi senatori romani.
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Scrivi, scrivi pure la mia biografia
ma per favore devi dire che sei stata solamente mia,

vedi che la moglie di cesare
deve restare al di sopra del sospetto
ma siediti sul letto
Non vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre l’oceano ormai è pacifico
dammi un anestetico.

(Caesar Palace, Virginiana Miller)
Io ne ho viste cose che vuoi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire.
In questo mare di campagne
Si rimane in balia dell'estesa
Flessione
Dei grani

Come malinconia
Ove la nebbia
Scompone i corpi dei contadini

Mentre mi atraversa uno spazio
Di immensa solitudine

I memi di Dawkins

Le lingue fanno quel che vogliono
Chiudo l'ombrello
Mi si profumano le narici
di boschi piovuti al sole

erba e castagni e
Pinoli Raccolti

Modesta mia flora
Cittadina

passeggiandoti
torni a fianco
della nonna mia che Raccoglieva
Quel che di buono e Raro conservava
un tenue asfalto

Quanta nostalgia mi attraversa il
Quartiere desolato
Della mia anima

Mutata dal tempo e ora
Misteriosamente capace
Di Sentimento
Quando mi ritrovavo
Alla sera

Nel mio nido
Mi tornava

La vita
Sembra pieno
Il cielo

Una scatola che
Lo contiene
Fuori dal mondo
Un pensiero

Scatartato di grazia
Lacrima dal dirupo
Scaturita di pioggia e
Profonde
Desolate
Funi
quando arriva la macchina ti vengo a prendere amore
quando arriva
non lo so
Volevo dipingere un momento
Volevo solo rubarlo al cielo

Volevo un ricordo
Volevo un pensiero

Nero su bianco

Formoso capello
Nero corvino
Che cola e
Cola da un
Pallido viso

Cosa vuoi farmi
Nero fèlino

Non ti basta
Divorarmi

Darmi nebbia e
Poi raggio
Di te

Che non potrei che
Ammalarmi
Solo

Come la mia ultima cagione
Sarebbe la tua morbosa
Visione

Delle tue pallide pallide
Dita che di candido
Hanno ogni
Contrario

Nella tua bellezza
Mai
Del mistero potrei
Liberarmi

Il sistema dell'insegnamento dell'inglese nelle scuole italiane

Il risultato dell'insegnamento dell'inglese nelle scuole? I ragazzini sono facilmente in grado di utilizzare slogan come "just do it" o "the way you look" o peggio ancora "be your style" e "dead or alive". Molto utile per loro, specie nella comprensione di vocaboli di uso corrente, come nel mondo dei videogiochi: "start", "select". Osserviamo, paradossalmente nei non rari casi di spiccate potenzilità intellettive, come i cosidetti "cervellotici del joystik", spesso accomunati da una parlantina particolarmente accellerata (da giocatore di carte magic); siano in grado di cimentarsi in vere e proprie traduzioni simultanee inglese-italiano. Queste ultime ottenute dagli sporadici dialoghi (tra un cazzotto e una pistolata) di fantapersonaggi (o se preferite fantocci eterei dalle inclinazioni violente e poco raccomandabili) protagonisti di non meno discutibili avventure.
Ma sono tutti così capaci e talentuosi gli homini italicus??? NO dei arent.
Ecco che anche per i meno abbienti, i gestori della distribuzione (o forse distruzione?!), hanno riservato una alternativa più comprensibile e generosa; nella fattiscpece parliamo del tipico, da loro amatissimo e venerato, audio niponico sottotitolato in americano!!! La santa lingua del nostro Cyberdio o Ellettrocristo, come preferite. Linguaggio quindi compatibile anche al più stolto della community.
Ora come questi, chiamiamoli "must" della rete, siano generosamente divenuti COMUNI alla maggior parte del popolo italiano, trasformatoci in identità dall'equivoco valore e dagli attributi incosistenti (come tanti folletti di babbo natale, nani ma un pò meno folletti e più deficenti, che non lavorano nemmeno più così alacramente), non è un mistero. Chiedimolo infatti ad Euronics, o a quei giganto-profeti che hanno abbattuto le distinzioni sociali a suol di prezzi convenienza. Sorridiamo a Troni, perchè la teconologia ora è alla portata di tutti!
Dice Salvatore: "Grazie a findomestic, patnerscippe di Mediavrold, ho un televisore 42 pollici per vedere la partita quando torno dagli straordinari di magazziniere", quando sua figlia con un non minore entusiasmo irrompe dicendo "Siamo tutti più amici di Maria de Filippi ora, ma che dico parenti".
Facile facile questa filosofia da libero mercato. L'effetto collaterale dite? C'è ma è troppo piccolo: la putrefazione del mondo matieriale, e forse peggio, di quello delle idee.

Mi chiedo dove andranno a vivere tutti quei poveri filosofi? E sopratutto dove inciamperanno più???

Sovrapposizioni

Il tramonto pare un
fiacco colare
di lumi

Tutto è tenue
sovrastare
il sole

Il vento profuma
di trasparenza
incomunicabile

E quì alla finestra
ci si sente lenire al
freddo mutamento
della sera

Innamoramento

Una caramella d'orzo
Giaceva immobile e
Pareva concepita
Sul sedile

Amara
Comel pensiero
Amara come quei suoi glutei
Premuti al mio sedile

Due gravi perfetti
Su ventre divaricato
Di stoffa

Mi agitavano
Mi agitavano
Fra follia e
Disperazione

Maledetta visione

Mandarla giù
Era stato
Un deragliamento
Di cuore

Proibita

Mi dedico ai tuoi ritmi
Armonia di donna proibita

Sfiorandoti la pelle
Nel lontanarsi infinito
Di un fragile inverno

Lasciandomi
Attraverso le parole
Ricordi

Nel tuo colore rapito
Alla volta del cielo

Sogni pendenti dalla
Rossa seta

L'anticristo

Maledetta quella volta che mi ha fatto perfetto
il demonio

Invecchiare

Non deve

Questo assopirsi
di grigi respiri

Divenire

Nel tempo
delle
mie
ossa

Perduto
Immaginai che
un giovane

Capovolse suo padre

Rivelato assurdo e
modificato
nello straordinario
schiudersi della brevità

Gicere
come il tempo
sulle ginocchia delle macerie

Scagliato
Profondo e
Ritrovato

Uomo
"L'errore di oggi potrebbe essere la regola di domani"
"Para qué quiero una obra como esta si ya conozco el idioma?"
"Señora, la lengua es el instrumento del Imperio"



Il cadavere di una cancellazione
Mi piacciono i suoni antropomorfi
dagli strumenti a fiato
nel segno
Jazz
Un demografo dice ad un volontario:
Mancavano solo gli africani!
Ci si innamora ancora
della vita

Si scrive a picco
dai muri altissimi
dei pozzi

Come di ieri liberati
del peso dell'universo

L'Antisocializzazione

Mi congelano la lingua
qui brevi rapporti

Quelli "fast food"
che usano formule
collaudate

Sono basito da quelle
brevi conversazioni tra
formiche culturali

Con le antenne
frettolosamente protese
ad un congedo gelido ma
educato

Botta e risposta
Reazione a catena di
superficilità
"Chi poteva opporsi alla grande democrazia americana?"

Salvatore Ciriacono

Cubani

L'unica condizione sostenibile per gli esseri umani è
la povertà
felice
del
Cubano
Va bene anche un post per far
numero

Non siamo mica
intransigenti

Che male c'è
poi
ad essere
inutili
Quelle parole così
libere

Mi avevano già
avvolto

Legate alla mia
mezza amarezza si
celavano

Aliene

Senza volto
nella gente
radicate

Potevano
spiare
sorrisi
Alla fine del cinema muto
si riempirono le osterie
di vecchi attori poco fonogenici
e dalle tante malinconie,
che guardavano il cielo lunatici
come dovesse cadere giù,
ripensando a quel silenzio magico,
quel silenzio che non c'era più,
e ai rumori del mondo, antipatici,
dispettosi alzavano il bicchiere,
e i più romantici
svillaneggiavano mostrando il sedere...

Alla fine del cinema muto
sulle panchine dei grandi viali,
quei vecchi attori bestemmiavano al troppo sole
che ha il potere di bruciare le ali,
e si perdevano in discorsi accademici
sulla storia e il suo occhio di lince,
per capire se è vero che chi perde ha torto
e che ha sempre ragione chi vince,
poi a sera rivestiti da maschere,
si accontentavano di illuminare
il buio delle sale
che non riuscivano a dimenticare...

Anche noi alziamo spesso il gomito
rifugiati dentro ad un'osteria
per una strana voglia di nasconderci
e rimeditare la filosofia,
e dentro al cielo vediamo risplendere
un idolo d'oro al posto del sole
un nuovo dio che non riusciamo a comprendere
nè a descrivere con le parole,
un dio moderno che tutti adorano
e che regala vuoti di memoria,
un dio impaziente e annoiato,
che sembra stanco della nostra storia...

Anche noi abitiamo in un cinema
e siamo in bilico ad ogni minuto
tra la gloria, il successo, un amore frenetico
e il ricordo del cinema muto,
e dalle panchine vediamo passare
delle folle accaldate di gioia
per il futuro mondo fantascientifico
e il suo meccanismo che distrugge la noia,
e il corteo è annunciato da angeli
che buttan fiato dentro a una tromba
- questo futuro - si dice
- ci farà l'effetto di una bomba...-

Caludio Lolli

Ci sono i giovani
cresciuti guardando la guerra
attraverso la televisione
Sono così
numerose
le parole

Capita di lontanarsi
silenziosi

Sparire nella dolcezza
della solitudine

Come rinvenire un'
ombra di vino
dal bicchiere

Nella pipa

Del mio passato
non desidero
ricordare
quella sua
esistenza

Non quel
mediocre
grumo di sogni

Non quella polpa
agiatata
nello spazio

Che schiumosa
sembra ora
svanirsi

Da una pipa
profondamente
vuota
Preferisco il vino rosso
corposo e
versato su di un bel coccio di vetro
contadino
Piuttosto chel fragile calice
della superficialità

Lo storico

Trovo la corrispondenza elettronica
infrangere
una
distanza
infinita

« Paris vaut bien une messe »



Mi considero atomi di un ramo con qualche bel germoglio,
fatalmente destinato ad essere spezzato dal suo deforme peso.
Premetto che sono ritenuto
Conversatore squisitamente apologetico
« Guarda, i signori e i prìncipi sono l'origine di ogni usura, d'ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tutte le creature: dei pesci dell'acqua, degli uccelli dell'aria, degli alberi della terra (Isaia 5, 8). E poi fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: "Non rubare". Ma questo non vale per loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente (Michea, 3, 2-4); ma per costoro, alla più piccola mancanza, c'è la forca. »

(Thomas Müntzer, Confutazione ben fondata, 1524)

Confronto trasversale

Salve,

le scrivo nell'ingenuo intento di stabilire un confronto costruttivo e profondo sul presente
che ci accomuna.

Non trova pericoloso profetizzare il superamento dell'autosostentamento in agricoltura,
come strumento di progesso per le condizioni umane? Forse lei fa del sottile idealismo?
Se così fosse trovo deteriorante questa varietà di pensiero, forviante per noi giovani.
Le chiedo se è più importante saper vendere, o saper produrre?
E quanto beneficio ha realmente apportato all'umanità questo approccio produttivo.

La quantità o la qualità?

Un suo sincero e affezionato alunno del primo anno

Chiunque

Chiunque saprebbe, chiunque potrebbe
amarti e inseguirti
ovunque chiunque
saprebbe potrebbe
non ditelo qui

Chiunque incontrandoti avrebbe il destino
marcato da te
e andrebbe di corsa
a comprare un pensiero,
un disco �

Chiunque saprebbe
vestirsi da Zorro
per presentarsi a te
e gettare ai tuoi piedi
i piani segreti
del suo carnevale

Ah, chiunque saprebbe
chiunque, potrebbe,
chiunque�

Paolo Conte

Fino ai viadotti un ricordo

La montagna è anche
solitudine

Silenzio
impreziosito di
desolazione

Miscela di fiori come
pietre incastonate
in impervie
alture

Era
l'uomo
l'albero

Dove scendevano
le nuvole
svelandosi
vuote

Oggi

la montagna
è bastata
a rimembrarmi
sopra il sonno
di dio
E' diventato
sottile
il confine
fra la salute
e la modernità

Un disegnatore

Amostrappare
fogli bianchi
rovinati
L'adolescente nel
l'occhio segnato
della donna

Languisce il
tempo

Rapito
Pensavo
nei suoi occhi
sbiaditi

Quelle mani
pesanti così
legate alle mie

Desideravo
le sue ossa
scavate
come figlio
incanutito
Lemielacrimenonsonomature
Sentivo il vuoto
di quella persona
che non ho
conosciuto

Usb

Per me attaccare la spina
era come iniziare
l'ago nella
vena
Nella mia vita
il piacere più grande
è stato
dormire

Sognando
unalunga
attesa

E

Svegliarsi
umido
come
ieri

Nel grembo
di mia madre
Talvolta si ha la sensazione
che certi decrepiti
vogliano vivere
come spiriti
attraverso
le loro
rovine

Omaggio alla sexycommunity

Quando l'ipotetico
intravede una
condensazione

Il cervello
avvolto come
dauna cortina

Entra
in rivoluzione
magnetica
« La pornografia consiste nel sottrarre all'intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo degli sposi l'uno all'altro. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro l'oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale. È una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici »

(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2354)
"Come sempre vengono messe in scena le tensioni tra i portavoce della causa degli assasinati e di quella dei vivi o dei sopravvisuti. Non si può escludere che la xenologia, ultima espressione dell'antinaturalismo, urti presto o tardi contro il muro dei dati di fatto biosferici. Ciò che a partire da Husserl viene chiamato "mondo della vita", comprende sempre allo stesso tempo un mondo della vita e un mondo della morte: tutti i tentativi delle culture di discriminare il versante della morte, viste nel loro processo,innalzano la tendenza all'assurdo che interessa tutte le civiltà. Tanto più aggressiva è l'entrata in scena del bipositivismo, tanto più paradossale diventa il fatto che, da ultimo, la morte si prenda tutti. Il boom delle life sciences costituisce la più recente espressione di tale gestione dell'assurdo. Proprio perchè vogliono sapere tuttodella vita per prendere partito ancor più energicamente a favore della vita (o quanto così si chiamano), queste scienze oscurano il dato di fatto che la biologia, conformemente alla natura del suo oggetto, è possibile solo come bio-tanatologia e che le life sciences sono possibili solo come life and death sciences. Chi parla di Biotopi senza tener conto dei Tanatopi produce disinformazione."

"La morte del postumanesimo" Peter Sloterdijk
Grillo e la sua "lobby"?!
Compila lo spazio sottostante

La rete per me è ___cultura
E' un animale nomade l'uomo che
si lascia un riverbero di carni
alle spalle

Left è una parola dai molti significati

Vuol dire sinistra, certo, senza aggettivi. Non radicale, o alternativa. Vuol dire cose lasciate, dimenticate dai media di massa. Ma nel nostro caso fa riferimento, in particolare, all’acronimo di Libertà Eguaglianza Fraternità, le tre parole simbolo della Rivoluzione Francese a cui la storia non ha regalato un senso reale. Contenitori vuoti, promesse non mantenute, parole che non sono ancora state trasformate in idee. Per questa Trasformazione vogliamo lavorare.
Vogliamo metterci dalla parte dei bambini, delle donne, degli uomini: rimettere gli esseri umani al centro dell’analisi dei processi sociali, politici, economici, finanziari e culturali. Vogliamo raccontare la politica e la guerra dalla parte di chi le subisce. Ma anche la cultura contemporanea e l’informazione, perché i messaggi che veicolano possono essere più violenti delle aggressioni armate.
La mistificazione, le bugie, la ripetizione e la diffusione di una cultura vecchia ed opprimente avvelenano la vita delle persone più dei veleni che respiriamo nelle nostre città quando non piove da troppo tempo.
Polveri sottili di cultura disumana si insinuano nei nostri polmoni e generano il cancro della convinzione che quello che ci circonda è “necessario” e “normale”: la guerra, la corruzione, la distruzione dell’ambiente, la stupidità delle istituzioni, la violenza di idee antiche che negano agli esseri umani la possibilità di essere felici. Tutto questo, pensiamo, non è né normale né necessario.

Dal quotidiano left
Entrare nella vita
di quella donna
era una
violenza

Leggere la pelle
di quel femminile
attempato
Di quel foglio
stropicciato

Era solitudine

Parlare dei
falli
passati nella sua
carnagione
delicata

Chè rimane della
bellezza
la rovina
Fusione di
corpi

Frutto
aperto in
profondità di
coltello
rovente

Oscillazione
assimmetrica di
curve nello
spazio

Ripetizioni di
Dio

Aspro
concetto di
liquide
carni

Fusione
di corpi

Canto notturno

Quando mi ritrovavo
alla sera
il mio
nido


Mi tornava
la vita E
allora
gli
occhi
erano fieri
di bruciare

Quel sabato di festival

Quel sabato
come l'autunno
scorso

tutti erano un
paradigma

Impariamo

em|pa||a
s.f.
1 TS filos., in estetica: proiezione delle proprie emozioni su un oggetto per identificarsi con esso
2 TS psic., capacità di identificarsi con gli stati d’animo di una persona

"...pellegrini cristiani a Gerusalemme che, di fronte alla visione dei luoghi della passione, cadono in trans e devono occasionalmente usufruire dell'empatia degli psichiatri ebrei."

Peter Sloterdijk


Quel manicheo orientale è
una formula geniale

Conte sotto il suono

Giaceva nello stesso letto
Paolo
il vecchio

Sotto il suono di
una moderna
Milano
"L'intrattenimento rivela la sua etimologia da bondage. Ci si lega/collega per subire il piacere."

Luca Diffuse
da "Normale L'architettura come si vestono le ragazze"

Lappole

Fare l'amore
lungo il fiume
là dove la sabbia
bianca
diventa un letto
tra gli arbusti
Sentire
la vita
volare
sfiorando
le onde
Nel tuo grembo
di piacere
svanire

...

"Sei il vento
che mi
increspa
l'anima
di piacere"
mi sussurri,
qualche lappola
attaccata alle calze di lana
tra salici e pioppi
in fuga
tra gli astri.

Tomaso Kemeny
“So con sicurezza che ci sono luoghi in Internet che nessuno conosce e di cui nessuno si preoccupa, ed all’interno di questi milieu, delle sensibilità molto specializzate si stanno evolvendo”

William Gibson, 2003
"L’artista, almeno quello occidentale, fa una cosa molto semplice: è un servo che tiene uno specchio di fronte alla propria società e alla “natura” che questa società produce. È il fiume di Narciso e la sua “acqua” deve essere più piatta e riflettente possibile per suggerire, eventualmente, delle “rivoluzioni”."

Miltos Manetas da "Interview Vito Campanelli Boileronline"
"L'addomesticamento delle bestie precede quello degli Dei, sino a quando un agnus Dei si fa liberamente scannare per amore dell'umanità retinente"

Peter Sloterdijk dal "La morte del postumanesimo"
Modena
così
ignota

Cubo di
universo

Vicolo italico
Piazza di antiche
glorie

Sapore di
sangue
materno

Ospite
gentile

Sogno di
viaggiatore

Mi lascio colmare
del tuo aceto
profumato

Mi lascio
posare
sulle tue
orme

Mi lascio una
fotografia gentile nel
cuore

Tomaso Kemeny

Piccola figura
carnagione elegante
Animava di oceani profondissimi il
nostro giovane cuore

Dai suoi rotondi bottoni neri si
schiudevano pavoni
immensi

Come la voce roca una
canzone del vento nel
bosco

Veloce ardeva
napalm
parola
sfuggente

Cosa potevo recitare
Non ero poeta non
intellettuale

Ero prato di papille
verdi
Abbandonate al fruscio
della parola
Mi ostinavo e
lontanare quei
pensieri
tristi

Non volevo credere
alla pioggia
Volevo correre
nudo sui prati
asfaltati del
mio
pallido
cuore

Il fumatore

Mi piace fumare le cose
Far finta di emettere dalla bocca
quelle cose
che mi passano per la testa
come fumo

Una critica a "Rosemary's Baby"

Non amo il genere horror... non i riferimenti
all'altretomba e quanto ne concerne. Ma il film
è quotato in borsa, quella cinematrografica ovviamente,
e io mi accodo... No!
Il film mi ha fatto proprio cagare,
scusate.

Ps: Jon Cassonettes, mi hai fatto cagare pure tu...
che delusione...

Apprendista

Mentre lavoravo la cera
lavoravo me stesso e
fondevo

Tutto era
il fuoco che
ardeva li
occhi

Tutto era
quei movimenti di
pollice e indice ipnotici
prolungamenti del
mio morbido
cervello

Oggi ero così
affascianto e
ora
così stanco
che
riposerò

"
Giovane
notte sei
ancora di
apprendista
________"

"La sposa turca"




Turchi a Berlino. Verso la compaginazione multietnica? Forse.
Lui 40enne, affoga le sue origini nell'alcol, nel "duro rock"
che fa male alla salute. Lei 20enne, come l'acqua scorre fino a
tagliarsi, lasciarsi perdere il sangue, l'identità.
I due quando si incontrano all'ospedale psichiatrico, non poterono che ironizzare delle loro suqallide vite. E poi lui, Cahit, caduto nella compassione per quel giovane volto di Sibel, riflesso nei suoi occhi lucidi, così simile al suo.
Ridere e piagere sembrano faccie della stessa medaglia, della vita. Questo è il destino per i due turchi che soffrono nella gabbia aperta di Berlino.
Dove del loro matrimonio orientale, rimarrà solo il congome, poi l'occidente, l'indefinito.
Poichè prima solo di interessi è stato l'unione (lei alla ricerca di un passaporto famigliare per "vivere" la sua vita, lui per evadere dai sensi di colpa procurategli dalla ambizione di lei) il rapporto coniugale è veramente esasperato e insolito, al limite del ridicolo. Ma i due si innamorano, perchè è tutta pazza la passione, e Caith e Sibel si sentono meno soli insieme, quando si guardano e non si sfiorano, si desiderano.
Cosa rimane del turco a Berlino, quando ama? Cosa rimane dell'uomo?
Nel sangue di Kaith, della sua Sibel, dell'amico Seref, di Birsen la madre di lei, Selma l'amante di lui. Che differenza fa? l'amore ci rende più vicini e universali!
Anche dove la modernità sembra non lasciare più spazio alle antiche canzoni
d'amore... sbocciano i fiori. Dove la memoria sembra sfumare come la sabbia del deserto dalle labbra del cielo, un uomo canta l'antico granello.
La sposa turca è una poetica fotografia dell'attuale fusione
occidorientale, del rapporto che ha l'uomo emigrato con il suo nuovo
grande mondo. Ccondannato alla cittadinanza quanto contraddittoriamente all'alienzaione.


"...svuota e ribalta il più accreditato dei «nuovi» generi cinematografici: la commedia etnica del matrimonio coatto."

Da L’Unità, 15 ottobre 2004
Dario Zonta
"Metti qualche sveglia segreta? No apro gli occhi al momento giusto"
"Ma è possibile che non si trovi mai un asciugamano in questa casa?...ah! meglio che me ne approfitti della mia vita"

Brandelli di "Ombre"
John Cassavetes

Poeta

Preferisco essere
corto

per piaciermi almeno
un pò
più
di ieri
La violenza del
ciao
come stai?
Bene grazie e tu

Ti scrivo solo perchè
mi sento tremendamente

un bastardo

Il cinema pensato, scritto e realizzato come mezzo comunicativo in grado di veicolare i valori della modernità. Il cinema come messa in scena estetica impulsiva e diretta (ne è la riprova il messaggio conclusivo di Ombre: "Il film che avete appena visto era un'improvvisazione").
Lo stile off-Hollywood pseudo-documentaristico, riprodotto sul grande schermo secondo i canoni tipicamente teatrali ispirati al metodo Stanislavskij.
Un personalissimo modo di dirigere la macchina da presa senza il necessario conforto di un soggetto scritto (di nuovo Ombre costituisce l'esempio). Le immagini sporche e sgranate che vengono accompagnate da dialoghi in presa diretta totalmente affidati all'ispirazione momentanea degli attori.
Queste le coordinate della creatività stilistica di John Cassavetes, questo il registro comunicativo del cosiddetto "cinema diretto", un cinema capace di catturare l'immediatezza dei processi sociali e politici a partire da un'idea di fondo: le istituzioni sono macchine per il controllo sociale, il mezzo attraverso il quale i centri di potere esercitano in modo compiaciuto la propria forza sulla gente comune, condannata suo malgrado alla frustrazione. Fotografare le dinamiche di tale rapporto significa abbattere le coperture ideologiche di una burocrazia venale ed ostinata. Significa, per dirla con Frederick Wiseman, "ricondurre la realtà alla verità, abbattendone i cardini del razionalizzato controllo". Un manifesto concettuale che Cassavetes applicherà alla perfezione, contrassegnandone i tratti da un peculiare modo di stare sul set, osservando quasi senza partecipare, divenendo il demiurgo invisibile che raccorda sguardi, inserti e suoni di un tutto che si genera dal confronto senza veli dei membri del cast. Non a caso il cinema di Cassavetes è divenuto uno tra i più importanti e tradizionali paradigmi di riferimento da cui tutt'oggi attinge la maggior parte della cinematografia contemporanea.
In occasione della pubblicazione, da parte della Elle U Multimedia, della dvd collection dedicata a Cassavates, proponiamo ai nostri lettori una breve analisi dei tre titoli che, tra quelli usciti, ci sembrano i più significativi.

Fabrizio Marchetti
Si esplicano le ali di un
moderno
fringuello
« Non penso mai a me stesso come regista, penso di essere uno dei peggiori registi esistenti. Io non conto, non faccio nulla. Sono responsabile del film nella misura in cui ne sono responsabili tutti gli altri. Per me i film hanno poca importanza. È la gente che è più importante. »

John Cassavetes

Christos Tsiolkas dedicò a Assassinio di un allibratore cinese:
“essere uomo significa conoscere meglio la codardia che il coraggio, sapere che il fallimento durerà molto a lungo dopo il successo”.


Ieri ero perso
come il mondo

Oggi come l'aria
sono il cielo

Cosa sarò
domani?
MODERN LOVE
(Bowie)

I know when to go out
And when to stay in
Get things done (spoken)

I catch a paper boy
But things don't really change
I'm standing in the wind
But I never wave
bye-bye

But I try
I try

There's no sign of life
It's just the power to charm
I'm lying in the rain
But I never wave bye-bye

But I try
I try

Never gonna fall for
Modern Love walks beside me
Modern Love walks on by
Modern Love gets me to the Church on Time
Church on Time terrifies me
Church on Time makes me party
Church on Time puts my trust in God and Man
God and Man no confessions
God and Man no religion
God and Man don't believe
in Modern Love


So quando è il momento di uscire / E quando starmene dentro / Portare a termine le mie cose
Afferro al volo un giornale / dal ragazzo che li vende / Ma le cose non sono davvero cambiate / Sono esposto al vento / Ma non dirò mai addio
Ma ci provo / Ci provo
Non c'è segno di vita / E' solo il potere che affascina / Sono sotto la pioggia / Ma non dirò mai addio
Ma ci provo / Ci provo
Non sarò mai attratto da / Un amore moderno mi passa accanto / Un amore moderno mi supera / Un amore moderno mi porta in tempo in Chiesa / In chiesa in tempo mi terrorizza / In chiesa in tempo mi fa impazzire / In chiesa in tempo mi fa fidare di Dio e l'Uomo / Dio e l'Uomo, nessuna confessione / Dio e l'Uomo, nessuna religione / Dio e l'Uomo, non credere / in un amore moderno

Vexations dans un placard





















Roland Topor

"Lezioni di piano"



Volete vedere un film d'amore come Dio comanda? Siete capitati bene. Inutile dilungarsi nell' elencazione dei numerosi premi assegnatigli. E' il racconto, per certi versi metaforico, di una romantica ed enigmatica "donna pianoforte".
Chiarito il suo misterioso mutismo(di origni traumatiche forse) sin dalle prime del film, si comprende come il pianoforte sarà un vero e proprio protagonista. Il prolungamento vocale di Holly Hunter. La copiutezza del suo corpo, dei suoi pensieri, della sua ragione di vivere. Nonchè il suo primo amante.
L' obbiettivo sfiora magicamente la realtà storica di un epoca, i coloni di metà milleottocento. In Nuova Zelanda per la precisione, dove la natura aveva ancora la meglio.
Coprenetrando fra le radici dell'antica foresta tropicale, si schiudono fatalmente le dimensioni della passione, dove la donna, nei suoi poliedrici volti, si può esprimere come meraviglioso soggetto principale.
Lasciarsi trasportare con estrema leggerezza dall'eleganza delle musiche (perlopiù pianoforte, composta da Michael Nyman); dalla fotografia, capace di rittrare più di un quadro poetico: delle emozioni. E' veramente facile e piacevole, anche per un duro. Visto che di duri ce ne sono, dico solo Harvey Keitel. In versione un pò addolcita e romanzata.
Così si viaggia nella carne dell'uomo, senza esclusione di colpi di bobina. Nel crudo. Dove la Campion non si risparmia l'occasione di punire l'ambiente puritano dell'epoca. Magistrale la scena della "comare anziana" che urina rumorosamente sotto la sua gonna pomposa e nera, coperta dalle prommettenti discepole, munite di scialle; costituenti un vero separè vivente, monumento all'ipocrisia. Il contrasto tra il "giusto" e lo "sbagliato", è molto forte. Lo si percepisce nel binomio popolo dei maori/coloni, isola contaminata e incontaminata, nello spirito dei due amanti contro il loro antagonista. Romanzo cinematografico che vince! Veramente riuscito.
Abbiamo giaciuto
in quel letto
disfatto

Il cadavere della notte aveva
accolto sopra
gli scheletri della passione

Le lenzuola erano un velo marino
Ci avevano sollevato dal mondo

Poi al mattino
solo
la luce del sole
Pensavo alle notti passate
Che del fiore
nulla
avevano in comune

Pensavo alla mia
donna
Che era fiore
calpestato
dall'amore

Pensavo agli abissi delle parole
Ai confini oltre
la vita

Pensavo a tutto
Avevo paura

Avevo perso
lo sguardo
dell'amore

Avevo perso il bisogno
di pensare il
fiore
"Povere donne. Si affidano al primo venuto, conquistate da un sorriso e da un regalo, si abbandonano a tutti i suoi capricci perché credono che ubriacarsi d'amore voglia dire toccare l'assoluto naturale, e quando si scoprono impreparate al delirio ci piangono su."

Adrian Lyne
L'innamorato prende la forma del vaso in cui giacie
Tu sei malato...

Mi andro a far tarare il pisello da uno specilista!

"The holy mountain"


La montagna sacra: "dissacrante". In piena sintonia con la
contro cultura "underground" in voga negli anni settanta.
Il genio di questo colosso del cinema surreale è Jodorosky.
Multivitaminico di famiglia ebrea, sangue russo. Cittadinanza
Francese (per necessità di studio), Messicana e Americana.
Nato in Chile. Insieme a Arrabal e Topor fautore del movimento del Panico. Secondo il quale l'universo è di natura caotica, disordinata e imprevedibile. L'abitudine quindi soffocherebbe l'estro vitale umano, la sua poeticità naturale. Sgretolare l'aspetto prosaico della vita, significa sovvertire la realtà stessa. Il film ne è la pratica diretta. Ed è la pratica di chi lo segue, specie nella sua prima visione. Quì lo spettatore si sente spaesato, escluso, allucinato. Certo le reazioni possono essere le più disparate. Pazientare ripaga! Ricevere passivi messaggi apparentemente privi di logica è il volere del regista (barra guaritore). Difatti i fotogrammi non esitano a prenderecorpo passato il primo terzo del film. Quando Jodorosky stesso, l"alchimista" della montagna sacra, proferisce le sue prime parole. La sua predicazione. Questa è l'esile corda che, se afferrata, ci tira pallidamente fuori dal rovinoso grattacapo dell'orrore (per certi versi evocante l'onirico tunnel Carroliano). Peccato che la trama nel suo svelarsi, si tradisca pure. Scendendo progressivament dal surreale al materiale, acquisendo drasticamente pragmaticità; svelandosi a una sorta di prologo metafisico. Senza dubbio visionario e profetico, il mago della suggestione affronta con creatività unica, temi cari a noi moderni della società di massa. E' iniziata la terapia per lo spettatore; il viaggio spirituale per i nove protagonisti aspiranti immortali. Di quì il film si commenta da solo.
Sono la sospensione del mattino

Le mie labbra
l'attesa della rugiada

Sono

I miei occhi
colmi di nuvole
Di fuoco e oro

Sono


Kim Thierry Raymond Dunstan

Parlo del mio equivoco

Mi dia il picciolo della mano
Prona

Vede come diffonde fino alla superficie
una sottile pioggia
invernale

Il percolare della sua anima

La mia patologia

Continui

Ieri ha bagnato molesta
la mano
di un'uomo

Solo?

Poi
nella notte
si è prodigata a fondere
nella sorgente della mia
donna
Silenziosa e trasparente
come un'anfora notturna
l'amore

La sua mano malata non era
molesta

La mia mano malata è forse radice
della mia
vita
Un artista invecchia come si
accorda
all'universo una botte di vino
Ho consumato una parola
addio
Piccole esili luci
da pesca
Sopra uno scoglio notturno
immerso nel mare nel cielo
Svegliano l'architetto oltre
la sua pietra
plumbea

la nebbia è infinita
Ci piacevano le monete d'oro
Fessure che gridavano e piangevano
quelle notturne monete
come gli piacevano

Quando
donavamo la notte e
dalle mie umide
dita
schiuse
colava il notturno

Avevo sete di quell'oro caldo che
come resina dall'albero fondeva i
corpi

"Eyes wide shut"


È trasparente come un sogno a occhi aperti, Eyes Wide Shut (Usa e Gran Bretagna, 1999. Lo è fin dalla prima immagine: di spalle, Alice Harford si lascia scivolar via una morbida vestaglia. Stanley Kubrick dichiara le proprie intenzioni d'autore. Sullo splendido corpo di Nicole Kidman si apre l'occhio del cinema. A questa "apertura" del resto, allude la prima parte del gioco di parole che dà il titolo al film ( shut chiuso sostituisce open nell'espressione "eyes wide open" occhi ben aperti). È l'oggetto del desiderio, il corpo nudo di Alice. Meglio: è l'oggetto che evoca il desiderio che fa emergere alla superficie della coscienza, quella di Kubrick e della nostra. E qui, in superficie, il desiderio ci si mostra come se fosse trasparente. Certo, il desiderio non è mai trasparente, non arriva mai davvero alla superficie della coscienza. Piuttosto, ci arriva per così dire in maschera. La sua opacità prende forma assumendo i tratti d'un fantasma, o di più fantasmi. Ora si manifesta come sogno scatenante, ora come incubo e angoscia. Per lo più, anzi, nell'uno e nell'altro modo insieme. Così accade in Eyes Wide Shut. Il desiderio di Alice è evocato e portato in superficie prima da un incontro casuale a una festa e poi da un ricordo lontano. Quella stessa notte, le si ripresenta però come incubo, costringendola nel sonno a un riso che, appena sveglia, diventa pianto. E il marito? Anche per Bill (Tom Cruise) il desiderio ha in serbo quest'esperienza ambigua. Solo che, prima di manifestarsi apertamente come incubo profondo, la sua opacità riesce ad abitare a lungo la superficie della coscienza, leggera e trasparente come un sogno a occhi aperti, appunto. trasparente, ancora è la stessa narrazione. Questa almeno è l'impressionante che si ha in platea. Per quanto le situazioni si facciano man mano straordinarie, tuttavia c'è nelle immagini e nel montaggio una freddezza di sguardo che tiene in secondo piano il mistero. È come se Kubrick tornasse a raccontarci Arancia meccanica (1971), ma eliminandone il pathos. Nell'Alex di quel film si mostrava l'anomalia. L'inferno che era in lui si faceva immagine e suono. Kubrick se ne lasciava coinvolgere, e così ce lo comunicava: come inferno estetizzato. Ora, invece, in Bill - e in Alice - si scorge la normalità, fors'anche la banalità. Solo che, inaspettato, il suo volto è quello stesso d'allora: l'inferno. Raccontandocelo, quel volto, Kubrick evita coinvolgimento e iperbole. Sceglie piuttosto un'estetica della distanza, e in questo senso della trasparenza. D'altra parte, il film è disseminato fin dall'inizio di segnali, di sintomi che inducono in sospetto. La trasparenza narrativa - ci suggeriscono - è della stessa natura di quella del desiderio: è una maschera che dà forma all'opacità e superficie alla profondità. Davvero si può credere che, al contrario del desiderio di Alice, quello di Bill non abiti i sogni e l'immagirano ma si faccia concreta realtà? Nella prima parte del film, Bill viene lusingato da due giovani donne: ti porteremo dove finisce l'arcobaleno, gli promettono. Poi, molte sequenze dopo, sull'insegna d'un negozio di costumi (colmo di suggestioni oniriche) sta scritto "Over the rainbow". Mascherato, appunto, Bill immagina di poterlo raggiungere, quel luogo introvabile del desiderio. E lo raggiunge. Né potrebbe esser diversamente. Che cosa è l'oggetto del desiderio, se non il luogo che il desiderio si costruisce a propria immagine? Questo ci pare sia la grande villa dell'orgia, con le sue ombre erotiche e i suoi riti oscuri: il luogo dove, per il desiderio di Bill, finisce l'arcobaleno. Che lui per primo ne sia spaventato, ne è una conferma: i nostri fantasmi ci fanno paura proprio solo perché ci somigliano. D'altra parte, per quanto reale possa sembrare la situazione, Bill sta in essa con quel misto spaesante d'estraneità e familiarità, di marginalità e centralità, che è tipica di chi, dormendo sta fuori e dentro, ai margini e al centro del proprio sogno. L'opacità del desiderio finisce dunque per farsi trasparente anche alla banalità di Bill. La sua maschera posata sul letto è lì a rammentarglielo (in Schnitzler la circostanza ha una spiegazione realistica che nel film non è neppure tentata). E Bill, come accade negli altri grandi film di Kubrick, rischia di sprofondare, catturato nel proprio inferno. Tuttavia, suggerita da Alice, ora gli si presenta una via di fuga. Se gli occhi bene aperti ci mostrano l'anomalia su cui stiamo come su un abisso, è saggio chiuderli. Vedendo l'inferno, e poiché lo si vede, si scelga di vivere in superficie. Dunque: non "eyes wide open" ma, più coraggiosamente, "eyes wide shut". Anche perché, parafrasando e forse "migliorando" il cinismo di Frank Ziegler (Sydney Pollack), la vita continua: fa sempre così, fin quando non lo fa più.

Roberto Escobar
Da Il Sole 24 Ore, 10 marzo 1999

DESTINO

Volti al travaglio
come una qualsiasi
fibra creata
perchè ci lamentiamo noi?

Giuseppe Ungaretti, da "Allegria"

Acqua e sale

La poesia è la soluzione del cuore
Ero in mezzo alle onde di un mare che
non mi apparteneva
Quel mare non era la mia
acqua

Ero solo perchè dimenticavo
Ero solo perchè

Le lacrime non mi colavano dal viso si
ritenevano dentro
silenziose
Morivano a guardare dai vetri tondi il mare
incresparsi uno specchio dal cuore

Ero solo uno innamorato
perso
"Sono un buon amico, ma come tutti ho difetti. Il mio l'hai conosciuto"

"La maledizione dello scorpione di giada"


Terminata la proiezione si poteva dire: "Già visto", "Woody è sempre Allen", "Ogni anno non si risparmia". O forse si risparmia troppo?! visto lo scarso impegno nell'inventarsi nuovo, evidente e incontestabile. Usando il suo stile potremmo dire: Allen è un conservatore di sè stesso. Un dinosauro che però fà ancora ridere e sopratutto riempire le sale, e basta... Non si rischiano di sfiorare i toni dell' altissimo mondo del cinema. Ma lassù, nell'olimpo Hollywodiano, una nuvoletta gli rimane dedicata comunque. Il suo popolo lo acclama, come ogni stagione che ha fame di lui; io lo perdono e forse lo ringrazio. Di questi tempi si ha bisogno di cinema, e di ridere con la R.
Nella maledizione il piccolo uomo si cimenta ancora come il giovane sarcastico, e sopratutto autoironico. Quì più che mai!
La "commedia uomo donna" tipica degli anni quaranta (decennio in cui è abilmente ambientato il film) è un'occasione imperdibile per rappresentare la sua amata commedia tragica della vita.
Tante battute da manuale. La maledizione dello scoprpione di giada è da inserire a pieno titolo fra i tomi dell'opera in farsi del grande regista Newyorkese.
"Emozione nella mia vita significa una cena senza bruciori di stomaco."

Woody Allen, da "Scoop"
"...solo una volta prima che l'orrido sipario della realtà cali su di noi."

Woody Allen, dal "La maledizione dello scorpione di giada"
E' pesante un ricordo dal cuore
I pesci danzano
acqua e brillanti
Sono loro
l'amore del pescatore

Acqua e sale
la sabbia e l'oro
del mare sono loro
anche le stelle

Spassiunatamente

Nce arrivammo, nuje,
Curva su curva,
Dall’ alto scennenno
Int’ ‘a povere ‘e camionne,
Int’ ‘a povere ‘e camionne

Nce arrivammo, nuje,
Pe’ oblique scalinate,
Nce arrivammo ncopp’ o’ mare,
Nce arrivammo ncopp’ o’ mare

‘Stu mare, int’ ‘a solita calura,
che’è squisitamente frisco,
scunsulatamente frisco…

Parola su parola nce arrivammo,
Nce arrivammo ncopp’ ‘o mare,
Scustamato paraviso…

Siamo mangiatori di pesce,
Ne facimmo na passione,
Ne facimmo na passione…

Cercatori noi
Di siguardi e malintesi,
E truvatur’ ‘e sole
E truvatur’ ‘e sole…

Che ce par’ ‘e vedè
Che ce par’ ‘e truvà
Na femmena

Ah, bbella, bella, bella, bella
Famme vedè,
Famme capì…

Bbona, bona, bona, bona
Famme guardà,
Famme tuccà…

Ah, che sera!...
Na scudisciata turcomanna
E mezza luna…



Ah, che sera!
Na scudisciata turcomanna
A mezza luna…

Paolo Conte
.
Oh è come l'amore solo
l'amore
Non si accorgeva che lui era triste
perchè era solo
Giace una donna divertita
dal desiderio lontano dell'uomo

Invernale

Un volo leggero
avvolge una perla di carne
E trapelano dalle guancie solo
i profondi fiori rossi
Suonare il campanello è l'umiliazione di chi ha atteso tanto
L'italia è un paese unico:
"Tale da essersi fatto più italiano il pomodoro dell'Italia stessa"

"Melinda e Melinda"

Duo volti della stessa vita, due storie, una mela: New York.
Quella Alleniana, un pò europeizzata, molto affascinate.
Accompagnata dal tragico della musica classica, che si
fonde nella commedia del jazz, sin dall'apertura dei titoli,
in un certo senso rivelatori. La pellicola si accende su di un
tavolino "perfetto", rotondo da caffè, intellettuale. Dove quattro
uomini si interrogano su quanto duemila e cinquecento anni prima
si interrogavano già senza risposta i beneamati ellenici. Ecco
la magia che ama Woody, giocare con la vita, sorriderne, piangerne
intorno alla lente da fuoco di un tavolino.
Melinda è il massimo comun denomintaore, l'incarnazione del mondo.
E la gravità dei suoi sentimenti si lascia leggere nell'infinito
rappresentarsi della realtà, dove occhi diversi, quattro paia al
caffè, dipingono diverse realtà. Quante prima dello spegnersi dello
schermo? "il più possibile grazie", risponderebbe forse Woody Allen.

Non leggere

E' come se rimpiagessi__Lei
che non ho voluto

E' come se la volessi
ora che più non posso
desiderarla

E' come se
_è come se

Lei mi invitasse a pensarla
un sol tocco nell'acqua

Se lei mi volesse rovinare
nell'affanno per cercarla su
un riflesso infranto, specchiato di
naufrago passato
Sapresti spiegarmi come apprezzare il pianoforte senza saperlo suonare?
Si svela la vita
girando un disco.

Si rivela alle vecchie labbra del
giovane che anela
Un battito
di vita

Danzando si svela
la vita
Nessun rimpianto solo un bel ricordo
l'amicizia
sono: Lo Aspirante Filosofo Col Registratore Di Voce
Quando la interpello è
un padre premuroso

E
se la guardo la spoglio
___la Malaeducazione
La mia brutta compagnia
___è
quando la incontro
Una truffa Un campanello

Non è mia madre
la mia famiglia?
Figli della rete
Figli di tutto
Una donna sospende un calice di cristallo e
sospira e
proferisce con voce rauca sensuale
delle parole che
possono morire di solitudine

"L'arte del sogno"


Suggestionare lontano da Hollywood a qualcuno
può sembrare un assurdità? Beh non direi per Michel Gondry.
Tante volte ci sono bastati un pò di cuscini per farci
viggiare. In questo caso basta un lettore cinematografico
per sognare ad occhi aperti. Forse lo spettatore più
esigente e cavilloso ne rimarrà deluso. Si fermerà al primo
aspetto del racconto: irrazionale e banale. Si dilungherà in
critiche ampollose; o semplicemente in profondi sonni (che forse lo porteranno a fare meglio del regista stesso). Insomma allo stesso modo "L'arte del sogno" rimane una disciplina libera. Come i bambini di sognare, è una licenza per una poesia delicata e triste.
Non aspettatevi il solito film americano della domenica sera, e lasciatevi trasportare
dallo spirito romantico e originale e sopratutto francese del regista. Film prezioso.
Ottima l'interpretazione del giovane talento Gael García Bernal, naturale e perfetto Peter Pan.

Una pillola

L'uomo pensa di aver addomesticato il gatto ma non si rende conto invece che ne è diventato suo schiavo... ed il gatto se la ride
Mi ci voleva
un dolore
per leggere
l'Allegria

"Kika una donna in prestito"


In Kika lo spettatore dovrebbe lasciarsi perdere nell'estro
esasperato del regista. La telecamera è appesa ad un filo.
Imbilica fra il reale e il surreale, tra la commedia e il
dramma, fra il passato e il futuro. Non direi troppa carne
al fuoco. In questo film c'è troppo Almodovar, troppo per
radicarsi nei consueti 117 minuti di un comune nastro.
E se il genio spagnolo è sinonimo di troppo, questo prodotto
è il troppo del troppo. Eccessivo. Forse indigeribile.
E' interessante come Pedro nasconda la sua sensibilità
dietro a rappresentazioni così squallide dell'uomo. Come se
un messaggio autentico (in questo caso la critica allo spettacolo
verità dei media), non possa che essere portato da un cogegno di
personaggi più agghiaccianti della realtà stessa che denunciano.
Si apprezza molto la fotografia di alcune scene; come la maestria
nel rappresentare i diversi volti della femminilità. Una licenza
cinematografica ormai prerogativa del regista spagnolo.

"Natura morta"


Il ritratto di un antico continente nel ventunesimo secolo, su tela cinemetografica ovviamente. Può sembrare la presentazione
di un film di fantascienza, e forse per qualche bianco occidentale che
preferisce fermarsi a questa impressione per non impressionarsi troppo, è anche fin troppo azzeccata.
Come molti prima di me hanno definito, questo film è documentario
"apocalittico", è disperazione di un paese in progresso da troppi
decenni oramai. La parola chiave per leggerlo? "perduto". Come la terra delle due gole e il suo popolo, come i parenti dei due protagonisti e i protagonisti stessi. Su questa nota la pellicola sembra accordata alla perfezione, sino al particolare delle finestre che paiono televisori rotti, privi di
immaginazione, bianchi e luminosi, statici. La natura è l'anima delle persone e l'anima è negli occhi di un bambino che si accende disinvolto la sigaretta; nei movimenti meccanici di un
operaio che abbatte un palazzo a mazzate di sudore. Nella prima impressione che suscitano i paesaggi sono celati i sentimenti del regista. E nei rumori fastidiosi che accompagnano l'intero percorso delle cineprese si può afferare un impronta di denuncia non poco marcata.
Badiamo bene che non ho usato suoni ma rumori, perchè questo produce il progresso, a New York come a Pechino. Con arte e delicatezza lo spettatore avverte un substrato a questa disastrosa condizione, sa che questo non tutto, c'è qualcosa di sommerso come le case
dall'acqua. Lo si coglie nelle lamentele dei cittadini più anziani; nell'affetto per una rappresentazione del proprio villaggio su di una vecchia banconota; attraverso le parole di un bambino che canta un'antica canzone d'amore. Oltre i brandelli la Cina non ha passato, è già rovinosamente sfumata nel baratro dell'occidentalizzazione. Quì e dove tutto è ancora cavallo con la modernità. E dalla sella sembra che nessuno riesca più a scenderci, o sappia perlomeno il perchè di esserci salito.
Mi preparavo già
a vegliare
un dolore
eterno nel notturno
divenire del tempo
Bruciano gli occhi
premono ma
non sanno
chè fare
delle ore
Loro lo sanno
quelle gatte della vita
nel sangue ci hanno
come l'acqua nel vaso
Un artista è sempre un bugiardo
Ieri notte eravamo lontani
nel contatto delle carni

Lontani dal piacere che volevamo
Sopra l'amore volavamo
negli'occhi assenti
nella bocca contratta
nella voce uniti
come
il dito alla mano
la corda alla nave

Ieri notte mi stringevi forte e
eri la paura che mi avvolgeva
la forza del dolore

Mi sbocciavi profondo
lontano nel tempo
Ieri notte ero con te
perduto
Bruciano gli occhi
non passano che idee
confuse
sulla carta senza valore
come i romanzi

E scrivo
per noia e
per tempo

Una fila di dosso

La terra è così geometrica
in città
è tutto un piano che è casa della macchina
e non del cavallo!

Questo triste asfalto
questa depressione negata:
"è bastata una siringata di cemento"
Ne è bastata una a me pel piede sul pedale
che vibrava al modo di chi prima di me il piede
ce l'ha pestato con la pelle
pestato con una preghiera fra le dita
una chiesa
Una vita privata di sensi
è la vita
La poesia ti scarta il cuore come una...
Due uomini seduti sullo stesso divano
distanti un metro circa
con le mani sulla federa
____________________un contatto di stoffa
____________________un pensiero
_________Si attraversa

un oceano di distanza
Mi ricordo minuti fa ci immergiavamo in quel bagno di cinema
Il foglio deve sempre mancare per essere un'ispirazione
"Per il regista americano il passato non è mai memoria, ma è ”il presente in costume”."

Da Il Mondo, n. 1, 7 gennaio 1950
Ennio Flaiano
"Dì, se il mio cazzo pisciasse di questa roba buona, tu lo succhieresti?"
"Eh mi metterei in lista."
"Da' un po' qua, giovinotto, che iscrivo nella lista anche il mio nome."

François Rabelais
Gargantua, cap. 5: Discorsi dei bevitori
Entrando in una libreria sento spesso la frustrazione
del pittore
Un bambino che impara a parlare
coglie la sua identità

Un bambino quando cresce cresce e
il resto è solo lingua straniera
Talvolta il paesaggio che ci circonda non rappresenta che
il nostro stato interiore

Talvolta siamo silenziosi e gli occhi sono spenti

Talvolta ci capita di soffrire
costruire e distruggere e scoprire
Rompere il legame tra l'individuo e la sua identità
è scavare il terreno e porre le sue rovine in un museo

Una passione profonda

Giacevi col tuo frutto marino
profondo come un piatto di notte bollente

Parevi al cielo privata d'un segreto
Ora nei miei occhi con quel tuo pallido
equilibrio di preziosa stella
Quando ti guardo divento il tuo sguardo e
la tua mano è radice che si fonde nel mio petto
Col canto gentile dell'amore come il mare mi
smarrisci nella tua nuda bellezza, un onda di
immensità
Poesia è quando esce l'aria dai polmoni
saliva dalla bocca, alito caldo e
Dalle viscere i liquidi del ventre
Una danza di marea l'uomo
è la luna
Non mi fermavo mai troppo
a guardare le cose

Rubavo ricordi per l'inverno
mangiavo se avevo fame

Il resto nel cuore
come monete
Un sorriso del greco
mi aspettava per le vie
un segreto
bianco

Dove il sole si sentiva
non lo vedeva la pelle quella
scura pescatrice d'oro

Camminava profonda
levigata nella pietra
del vento come l'architetto
del mare la mano
non scrissi una parola
perché

gli ulivi
del sole

immenso nel riflesso del mare
come un vecchio pescatore
felice
Punte di lancia rosse
lavorano cavità mobili
incise da vite stabili

Scheletro disogni

Quante

ne disegnerò di nuvole sui muri
prima del tramonto, prima della terra
Quante attorno alla torre della fronte
passeranno
lemielimpide sfere di fumo bianco

passeranno
« Vedeva il mondo secondo una prospettiva orizzontale, non più verticale come le pareva di ricordare quella dell'uomo, piantato su due trampoli e procedente ad angolo retto con la terra. A questa nuova visione contribuiva certo la posizione del suo corpo prono in avanti, disteso sulle sue basi pressappoco come il soldato negli esercizi dell'«ordine sparso», ma anche la strana disposizione degli occhi, otto come le zampe e messi a semicerchio intorno al capo, tanto che - cosa sconosciuta agli uomini - una buona parte della pianura circostante le appariva simultaneamente accrescendo la sua illusione di spazio e di libertà. Degli occhi, poi, due erano come appannati, un po' miopi di giorno, ma pure in questo Clizia vide una ragione che tendeva a darle una libertà anche maggiore: e infatti, appena scesa la sera, furono essi a entrare in azione, a illuminarle le tenebre, a renderle più facile il lavoro della tela. »

(Eugenio Montale, Clizia a Foggia, raccolto in Farfalla di Dinard)
Un anziano è un superbambino

Sui Sentimenti religiosi

« Non ci si può sottrarre all'impressione che gli uomini di solito misurino con falsi metri, che aspirino al potere, al successo, alla ricchezza e ammirino queste cose negli altri, ma sottovalutino i veri valori della vita. Pure, nel formulare un qualsiasi giudizio generale di questo tipo, si corre il rischio di dimenticare la varietà del mondo umano e della vita della psiche. Vi sono taluni uomini a cui i contemporanei non negano l'ammirazione benché la loro grandezza poggi su doti e realizzazioni che sono completamente estranee agli scopi e agli ideali della massa. Potremmo facilmente essere indotti a credere che solo una minoranza, alla fin fine, apprezza questi grandi uomini, mentre la gran maggioranza non se ne cura affatto. Ma la cosa potrebbe non risultare così semplice, grazie alle discrepanze tra i pensieri e le azioni degli uomini e alla diversità dei desideri che li muovono. Uno di questi uomini eccezionali, per lettera, si definisce mio amico. Gli avevo mandato il mio piccolo scritto che tratta della religione alla stregua di un'illusione, ed egli mi rispose di concordare in pieno con il mio giudizio sulla religione, ma di dolersi che non avessi giustamente apprezzato la fonte autentica della religiosità. Essa consisterebbe in un particolare sentimento che, quanto a lui, non lo abbandonerebbe mai, che troverebbe attestato da molti altri e che supporrebbe presente in milioni di uomini, ossia in un sentimento che vorrebbe chiamare senso della "eternità", un senso come di qualcosa di illimitato, di sconfinato, per così dire di "oceanico". Tale sentimento sarebbe un fatto puramente soggettivo, non un articolo di fede; non comporterebbe alcuna garanzia d'immortalità personale, ma sarebbe la fonte di quell'energia religiosa che viene captata, immessa in particolari canali, e indubbiamente anche esaurita, dalle varie chiese e sistemi religiosi. Soltanto sulla base di questo sentimento oceanico potremmo chiamarci religiosi, anche rifiutando ogni fede e ogni illusione. Le opinioni espresse dal mio stimato amico, che personalmente ha esaltato una volta in una poesia la magia delle illusioni, mi hanno causato non lievi difficoltà. Per quel che mi riguarda, non riesco a scoprire in me questo sentimento "oceanico". Non è facile trattare scientificamente i sentimenti. Si può tentare di descriverne gli indizi fisiologici. Dove ciò non è possibile - e temo che anche il sentimento oceanico eluda una caratterizzazione siffatta - non resta da far altro che attenersi al contenuto rappresentativo che più immediatamente risulta associato al sentimento. Se ho ben compreso il mio amico, egli allude a ciò che un drammaturgo originale e piuttosto bizzarro offre al suo eroe come consolazione nella prospettiva della morte volontaria: "Fuori di questo mondo non possiamo cadere." Si tratta dunque di un sentimento di indissolubile legame, di immedesimazione con la totalità del mondo esterno. Potrei dire che per me ciò ha piuttosto il carattere di un'intuizione intellettuale, non certo priva di una sua risonanza emotiva, ma tale comunque da non dover risultare assente neanche da altri atti di pensiero di analoga portata. Per quanto riguarda la mia persona non potrei convincermi della natura primaria di un tale sentimento. Non per questo mi è però lecito negarne la presenza effettiva in altre persone. Occorre soltanto chiedersi se venga correttamente interpretato e se debba essere riconosciuto come fons et origo di tutti i bisogni religiosi. Non ho nulla da proporre che possa contribuire in modo decisivo alla soluzione di questo problema. L'idea che l'uomo debba avere conoscenza della propria connessione con il mondo circostante attraverso un sentimento immediato e fin dall'inizio orientato in tale direzione, appare così strana e si accorda così male con la struttura della nostra psicologia da legittimare il tentativo di una spiegazione psicoanalitica, ossia genetica, di tale sentimento. Possiamo quindi disporre della seguente linea di pensiero: Normalmente nulla è per noi più sicuro del senso di noi stessi, del nostro proprio Io. Questo Io ci appare autonomo, unitario, ben contrapposto a ogni altra cosa. Che tale apparenza sia fallace, che invece l'Io abbia verso l'interno, senza alcuna delimitazione netta, la propria continuazione in una entità psichica inconscia, che noi designiamo come Es, e per la quale esso funge per così dire da facciata, lo abbiamo per la prima volta appreso dalla ricerca psicoanalitica, da cui ci attendiamo molte altre informazioni circa il rapporto tra Io ed Es. Ma verso l'esterno almeno l'Io sembra mantenere linee di demarcazione chiare e nette. »

Freud
L'uomo decade da valoroso patriota e lavoratore a lupo parricida

Di qualcuno che non ricordo
Non c'è nulla di più triste delle campane
quando suonano lontane
la sera
"le filosofie scatenano l'immaginazione collettiva, ma sbiadiscono lentamente" Anthony Grayling
Per la chiesa Cristo è solo un ricordo di carne comodo

La morale è pragmatica non divina

La fede è il sentimento privilegiato dai fraudolenti

La preghiera è la ricerca dell'effetto di Dio
Unafromeicanochecantaitaliano
Una femmina passeggia lungo una via.
Gli shorts e le cuffie, bianche.
Un carrello della spesa, vuoto.
Si lascia spingere contro il manto grigio
della modernità.
Eros





Thantos
« Io giro intorno a Dio, intorno all'antica torre - e giro per millenni e ancora non so, se sono un falco, una tempesta o un lungo canto. »

(Rilke)

Europe Belief in God

Jazz Contiano è poesia

Talvolta è solo un giovane
a cavarmi dalle vene il fango

Parola
Balera
Fandango

Bagna ancora di fuoco l'ànima

Negro pozzo al sole
le mie grosse dita
sono la tua spuma rossa,
corposa ad olio

Ora, quì con lei, è laggiù

Nella giungla della notte
tempra
di calde notturne gocce tropicali
tempra
di occhi di uccelli frutti di
pantera
essenza in sfera blu rotante
tempra
per tutta la mia anima,
sacra affamata nuzziale.
Il nonno disse ai nipoti che era buona cosa
la musica



Oggi mi accontento e
la violento sulla carta
L'odore del frutto della carne
penetra un corpo già fatto
dall'arcere del cielo a pezzi
Milano
Nudo artistico

Mistico

Per Te solo parole

Un quarto d'ora
infinito
non sarebbe abbastanza

Ricordo di quando
quella mano mia
si tradiva
avida
con occhi tremuli

Dal fiume ricolmo
di contatti mancati
Una confessione
doveva librarsi a
toccare
nuvole
parole
stelle

Imbrattate di te
Icari senza radici
senza orrizzonti
Imbrattato di Te
fino alle ossa

Di tutta la tua traboccante ombra
sarebbe un eccesso la mia
follia di pensieri sarebbe
freccia spezzata sulla tua
fragile carne

Relitto trascinato dalla brezza
Abbandonato aridosso delle spalle

Dov'è bastato
un solo
brivido
Sopra tutte le alture
uno
disfarmi il corpo
a terra

Fra naufraghe mani
incompiuto
sommerso

dal tuo
oceano di assenza
Io?
non sono digitale
Io!

Le mie parole
nascono sulla carta
lo giuro!

Muoiono sulla
tastiera poi
Provate un pò di compassione, risparmiatemi le lacrime
La tua ironia è un pò abbronzante
L'Artista possiede un mito:
L'Artista
Una vita da protagonista
Come Quando un animale viene sgozzato: "urla"
Non mi puoi levare
una mano?
_________Una
non puoi dedicarmi?
Comel bacio
della mamma

un__Sole
commozione
"come infatti attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, lo stesso modo il medico deve conoscere l'uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza [..] l'uomo è dunque un'immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell'uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l'esistenza dell'immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l'uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l'immagine nello specchio."

Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim


"Ho come una partita a ping pong nel torace"

Sprazzi di cannibalismo




La amo tanto che
quasi quasi me la mangio
la mia fidanzatina....
ma forse è
meglio di no
talvolta
non fa
ridere

e poi fa male al fegato.

Siamo quello che mangiamo e poi

Col termine scatologia (dal greco σκατός, "escremento", e λόγος, "materia, ragionamento"), s'intende ogni cosa che abbia a che fare con deiezioni.
Forme patologiche possono portare all'eccitazione erotica in presenza di atti defecativi o di escrementi (scatofilia), al maneggiamento di deiezioni (coprofilia) e all'ingestione di feci (scatofagia).

Paracelso secondo il quale l'escremento è simbolo di vita e lo parafrasò aggiungendo che "se la merda fosse semiliquida, come un filo simile a quello che le Parche tessevano o tagliavano a loro piacimento, la vita stessa sarebbe più lunga".

Il binomio MERDA -vita (inteso come merda-essenza).


Ah ah ah GRASSE RISATE
Si gonfiano__ventri
appesi
come frutta
sacche di lino e
farina rossa

Ai cieli capovolti
ogni spasmo è
una miniatura
di pipistrello

appesa.

Uno
una
Uno

Grigio
espira un
lamento
uno acuto
deperito
che
silascia
staccare
dal ventre
all'orecchia
per un sottile
insignificante
bacio

una pulsione

scivolandola comeuna lacrima
Haimè! sonora...
nel sordo
timpano

Dov'è tuttuna
sveglia
fastidiosa
di
affamato

cadavere
Un battito di mani

Una nacchera nera

Una
morte
senza
funerale

Italia: Critica dela "Mala Education" Parte Prima

"È una condizione terribile: almeno fosse felice, viene da dire, ma non è nemmeno felice. Allora davvero valeva la pena di accontentarsi di quella felicità che mi permetto di chiamare la felicità sostenibile, quella di povera gente che vive tutti i giorni con una piccola speranza."

"un mondo da disperarsi"
Cantoni

"Il desiderio è esaperato e porta a un’ansietà nei rapporti che alla fine sono solo di possesso"
Don Luis

"uomini diventano donne"

"si uccidono, si divorano, si amano"

"più bello da donna che da uomo"

"appiccicato strass neri sul pube, strass rosa sui capezzoli: la seconda pelle della donna/uomo dal potere fatale, nessuno può avvicinarlo/a senza restarne vittima."
Concita De Gregorio

"il desiderio è il luogo più scuro del cuore, ma il più limpido e l’unico che ci fa vivi"
Mason

Il desiderio:
"la sola legge per la quale valga la pena di pagare un prezzo, qualunque prezzo"

La femme fatal: «una donna cosciente del suo potere di seduzione, ipotesa e perciò incapace di alterarsi, urta donna che ha perso gli scrupoli e non sente il bisogno di recuperarli. Per lei il sesso non è fonte di piacere, ma di dolore per gli altri»
Pedro Almodovar

Todo cambia

Cambia lo superficial
cambia también lo profundo
cambia el modo de pensar
cambia todo en este mundo
Cambia el clima con los años
cambia el pastor su rebaño
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño

Cambia el mas fino brillante
de mano en mano su brillo
cambia el nido el pajarillo
cambia el sentir un amante

Cambia el rumbo el caminante
aunque esto le cause daño
y así como todo cambia
que yo cambie no extraño

Cambia todo cambia x3

Cambia el sol en su carrera
cuando la noche subsiste
cambia la planta y se viste
de verde en la primavera

Cambia el pelaje la fiera
Cambia el cabello el anciano
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño

Pero no cambia mi amor
por mas lejos que me encuentre
ni el recuerdo ni el dolor
de mi pueblo y de mi gente

Lo que cambió ayer
tendrá que cambiar mañana
así como cambio yo
en esta tierra lejana

Cambia todo cambia x3

Pero no cambia mi amor


Mercedes Sosà
Il cervello va in rovina
un giorno per tutti
Da cosa possa
derivare
questo slancio vitale
questa pellicola di
oscar

Irrimediabile
desiderio
di immortalità
un intenso bisogno
di
onnipotenza è
persecuzione

_spirito fiero
del suo sangue
della carne
giovane così
potente e ambigua
_nutrito

Se fosse
una verginità
la potenza

Se perfezione
fosse
un bambino
un atomo
un

infinito
Non è per me, ancora.
Quella corrente sporca
moderna, proprio perchè non moderno mi voglio.

Mi spiace sognare,
ma d'esser grande passato, navigando
me stesso
e poi portandomi
lontano
profondo
ai limiti del cuore
libero
e poi
e poi

poi tanto non mi spiace