In Kika lo spettatore dovrebbe lasciarsi perdere nell'estro
esasperato del regista. La telecamera è appesa ad un filo.
Imbilica fra il reale e il surreale, tra la commedia e il
dramma, fra il passato e il futuro. Non direi troppa carne
al fuoco. In questo film c'è troppo Almodovar, troppo per
radicarsi nei consueti 117 minuti di un comune nastro.
E se il genio spagnolo è sinonimo di troppo, questo prodotto
è il troppo del troppo. Eccessivo. Forse indigeribile.
E' interessante come Pedro nasconda la sua sensibilità
dietro a rappresentazioni così squallide dell'uomo. Come se
un messaggio autentico (in questo caso la critica allo spettacolo
verità dei media), non possa che essere portato da un cogegno di
personaggi più agghiaccianti della realtà stessa che denunciano.
Si apprezza molto la fotografia di alcune scene; come la maestria
nel rappresentare i diversi volti della femminilità. Una licenza
cinematografica ormai prerogativa del regista spagnolo.
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