
Volete vedere un film d'amore come Dio comanda? Siete capitati bene. Inutile dilungarsi nell' elencazione dei numerosi premi assegnatigli. E' il racconto, per certi versi metaforico, di una romantica ed enigmatica "donna pianoforte".
Chiarito il suo misterioso mutismo(di origni traumatiche forse) sin dalle prime del film, si comprende come il pianoforte sarà un vero e proprio protagonista. Il prolungamento vocale di Holly Hunter. La copiutezza del suo corpo, dei suoi pensieri, della sua ragione di vivere. Nonchè il suo primo amante.
L' obbiettivo sfiora magicamente la realtà storica di un epoca, i coloni di metà milleottocento. In Nuova Zelanda per la precisione, dove la natura aveva ancora la meglio.
Coprenetrando fra le radici dell'antica foresta tropicale, si schiudono fatalmente le dimensioni della passione, dove la donna, nei suoi poliedrici volti, si può esprimere come meraviglioso soggetto principale.
Lasciarsi trasportare con estrema leggerezza dall'eleganza delle musiche (perlopiù pianoforte, composta da Michael Nyman); dalla fotografia, capace di rittrare più di un quadro poetico: delle emozioni. E' veramente facile e piacevole, anche per un duro. Visto che di duri ce ne sono, dico solo Harvey Keitel. In versione un pò addolcita e romanzata.
Così si viaggia nella carne dell'uomo, senza esclusione di colpi di bobina. Nel crudo. Dove la Campion non si risparmia l'occasione di punire l'ambiente puritano dell'epoca. Magistrale la scena della "comare anziana" che urina rumorosamente sotto la sua gonna pomposa e nera, coperta dalle prommettenti discepole, munite di scialle; costituenti un vero separè vivente, monumento all'ipocrisia. Il contrasto tra il "giusto" e lo "sbagliato", è molto forte. Lo si percepisce nel binomio popolo dei maori/coloni, isola contaminata e incontaminata, nello spirito dei due amanti contro il loro antagonista. Romanzo cinematografico che vince! Veramente riuscito.
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