
Quella Alleniana, un pò europeizzata, molto affascinate.
Accompagnata dal tragico della musica classica, che si
fonde nella commedia del jazz, sin dall'apertura dei titoli,
in un certo senso rivelatori. La pellicola si accende su di un
tavolino "perfetto", rotondo da caffè, intellettuale. Dove quattro
uomini si interrogano su quanto duemila e cinquecento anni prima
si interrogavano già senza risposta i beneamati ellenici. Ecco
la magia che ama Woody, giocare con la vita, sorriderne, piangerne
intorno alla lente da fuoco di un tavolino.
Melinda è il massimo comun denomintaore, l'incarnazione del mondo.
E la gravità dei suoi sentimenti si lascia leggere nell'infinito
rappresentarsi della realtà, dove occhi diversi, quattro paia al
caffè, dipingono diverse realtà. Quante prima dello spegnersi dello
schermo? "il più possibile grazie", risponderebbe forse Woody Allen.
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