In queste ultime pagine, Deleuze ci invita a considerare semplicemente che cosa è “una vita”, una vita qualunque. Suggerisce di pensare alla vita dei neonati, tutta fatta di potenza e virtualità. Una vita contiene solo virtuali, il piano di immanenza dà agli eventi virtuali una piena realtà. Basta leggere Dickens, ci dice, se vogliamo entrare in questo mondo al cui lessico non siamo davvero abituati, ma nel sottofondo pare ancora di udire il motivo del settimino che si irradia come un ritornello nelle pagine della Recherche di Proust.

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