Il NARCISO
« Comincio a cantare Demetra dai bei capelli, dea venerabile,e la sua figliola dalle caviglie sottili, che Adoneo rapì – glielo concesse Zeus onniveggente, signore del tuono, ingannando Demetra. [...] Coglieva le iris e il giacinto, e anche il narciso – insidia per la tenera fanciulla - che la Terra generò su richiesta di Zeus, per compiacere il signore infernale: straordinario fiore splendente, prodigiosa visione per tutti quel giorno, sia per gli dèi immortali che per gli uomini mortali. Dalla sua radice erano sbocciate cento corolle, e al suo profumo fragrante sorridevano l'ampio cielo e tutta la terra e la salsa distesa del mare. Stupita, la fanciulla protese entrambe le mani per cogliere il bel balocco: ma l'ampia terra si aprì nella pianura di Nisa, e ne uscì con i suoi cavalli immortali il signore che ha molti nomi e molti sudditi, figlio di Crono. Afferrò la ragazza e la condusse via sul suo carro d'oro. Ed essa riluttante e in lacrime mandò un grido altissimo(59) [...]»
Il fiore del Narciso contiene una narcotossina così potente che già solo il suo profumo può dare senso di torpore. Questa proprietà, espressa dal suo nome greco narkw, « intorpidisco, irrigidisco », lo pone “teoricamente” tra le “erbe magiche e piscotrope” in grado di far entrare in uno stato lievemente alterato di realtà. Di certo non si tratta di un fiore comune, perché il suo nome compare nell'omonimo mito di Narciso, il cui simbolismo gravita intorno a uno strumento iniziatico molto importante: lo specchio, presente anche nei misteri dionisiaci.
Il fiore di narciso, « insidia [...] la fanciulla dal roseo volto », creando un gioco di specchi (« dalla sua radice erano sbocciati 100 fiori » ) che le impediscono di vedere oltre il desiderio immediato di possedere quella stessa immagine. Distratta e «attonita » si rende vulnerabile e viene rapita mentre protende « le due mani insieme per cogliere il bel giocattolo » . Parallelamente, Narciso si innamora dell'immagine effimera di un amante inesistente. Scambia se stesso per quel che vuole vedere(60) e inseguendo un pallido riflesso cade nell’acqua e affoga. In entrambi i racconti è presente un inganno, ma mentre Persefone si trasformerà da sprovveduta adolescente in regina del suo mondo interiore e esteriore, “maturando”, Narciso, invece, pagherà con la vita il suo profondo egocentrismo e disprezzo per gli altri che finisce per estraniarlo dalla realtà.
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