È mai pos­si­bile che un pen­sa­tore cri­tico, un sedi­cente fusti­ga­tore del capi­ta­li­smo e dell’ideologia domi­nante non si accorga di essere il pro­dotto per­fetto e lo stru­mento utile di un mec­ca­ni­smo, appunto quello capi­ta­li­stico, che ha sem­pre saputo pro­durre da solo i suoi falsi nemici pur­ché fos­sero disin­ne­scati e in buona sostanza fun­zio­nali a ben altre cause?

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