Noi e le cose siamo un’unità compatta e diveniente, un assoluto che si trasforma e che si riorganizza senza sosta, ordinandosi da sé in quelle formazioni di senso che la Modernità penserà come l’incontro tra le schegge disperse di una qualche materia di partenza, e un principio piovuto dall’alto e capace di associarle tra loro, connetterle in una forma, distribuirle secondo la geometria di un senso
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