Asclepius: «Il signore
dell‘eternità è il primo dio, il mondo è il secondo, l‘uomo è il terzo [...]. Il dio ha due
immagini: il mondo e l‘uomo‖. Se [l‘uomo] conosce sé stesso, conosce anche il
mondo, [...] nella consapevolezza di essere esso stesso la seconda immagine del
dio171». Queste parole di Ermete Trismegisto, il ―tre volte grandissimo‖ prodotto
dell‘Egitto ellenistico quale trasposizione del dio egiziano Thot172, racchiudono, a
mio avviso, quella tensione conoscitiva che spinge il libero muratore a ricercare la
verità attraverso quel ―gioco di specchi‖ che abbiamo visto all‘opera nel Tempio,
dove il mondo e l‘uomo si riflettono continuamente l‘uno nell‘altro, nell‘acuirsi
vieppiù della consapevolezza che l‘uomo debba «per prima cosa conoscere se stesso
per poter in seguito conoscere tutte le cose, poiché, in verità, può trovare dentro di sé
tutte le cose173».
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