Estetica Trascendentale e Logica Trascendentale.
Quest'ultima, a sua volta, si distingue in:
Analita e Dialettica.
Nell'Analitica Trascendentale l'argomento è l'intelletto, a differenza dell'Estetica Trascendentale dove di parla dei Sensi.
Le forme a priori (i trascendentali= gli strumenti necessari per fare la sintesi a priori) sono le 12 Categorie, che si dividono in 4 gruppi:
1) Quantità
2) Qualità
3) Posizione o Modalità
4) Relazione
Quindi, affinchè ci sia la Sintesi A Priori, che per Kant è uguale alla conoscenza, obiettivo principale della sua filosofia, bisogna che ci sia un Soggetto e un Oggetto.
Il Soggetto sono le 12 categorie, l'Oggetto invece sono le Intuizioni Empiriche, che altro non sono che il risultato dell'Estetica Trascendentale (citata prima).
Risultato: Concetti Empirici, cioè, Sintesi A Priori, che afferma la possibilità delle scienze fisiche, come la Biologia, Chimica, Fisica.
CONOSCENZA (sintesi) = CONCETTO, INTELLETTO, PENSIERO mediante un concetto puro dell'intelletto (innato, conoscenza dell'universale, spontaneità dei concetti. Vi è pensato l'oggetto. Il concetto puro soltanto la forma sarebbe il pensiero di un oggetto in generale, senza contenuto a cui applicare il pensiero.) + messo in relazione con oggetti dei sensi INTUIZIONE, SENSIBILITà, OGGETTO DEL PENSIERO(+1, conoscenza del particolare, la ricettività delle impressioni. Vi è dato l'oggetto. La pura intuizione contiene soltanto la forma.)
Analitica dei principi (studio dell'applicazione delle categorie alle intuizioni empiriche tramite gli schemi temporali)
conoscenza RAZIONALE filosofica: discorsiva, non può fare riferimento all'intuizione (noumeno).
conoscenza RAZIONALE matematica: costruisce a priori i propri concetti nell'intuizione (la pura intuizione contiene soltanto la forma).
conoscenza scientifica: concetti intelletto più intuizioni pure più sensazioni dall'esperienza.
Io come COSCIENZA (il pensare me stesso), ovvero l'unità sintetica originaria dell'appercezione che sono. Io sono un pensare non un intuire. Così la mia propria esistenza non è per vero fenomeno (e tanto meno semplice parvenza); ma la determinazione della mia esistenza può avvenire solo secondo la forma del senso interno, in quella speciale maniera in cui il molteplice, che io unifico, può essere dato nell'intuizione interna; ed io non ho dunque pertanto una CONOSCENZA di me quale sono, ma semplicemente quale apparisco a me stesso. La coscienza di se medesimo è dunque ben lungi dall’essere una conoscenza di se stesso, malgrado tutte le categorie che costituiscono il pensiero di un oggetto in generale mediante l’unificazione del molteplice in una appercezione.
Per la conoscenza di me stesso io ho pur bisogno di una intuizione di un molteplice entro me, con cui io determini quel pensiero, SECONDO I RAPPORTI DI TEMPO ( FUORI DAI CONCETTI PROPRI DELL'INTELLETTO, COME CATEGORIE), facenti parte della condizione limitativa che chiamo senso interno. L'intelligenza può conoscersi come apparisce a se stessa in rapporto ad una intuizione di un molteplice dentro di me, non intellettuale.
L'INTUIZIONE SENSIBILE PUò ESSERE DI DUE TIPI:
concetto + intuizione pura = non crea conoscenza (SPAZIO E TEMPO sono soltanto nei sensi e fuori di essi non hanno nessuna realtà. ). Ottenere conoscenze a priori degli oggetti ( matematica= INTUIZIONE A PRIORI) solo rispetto alla forma di essi, come fenomeni. Se poi ci possono essere cose che si debbano intuire in questa forma, è ciò che rimane tuttavia indeciso. Per conseguenza, tutti i concetti matematici non sono per sé conoscenze, se non in quanto si presuppone che ci siano cose che si possono rappresentare solo conformemente alla forma di quella pura intuizione sensibile.
SPAZIO E TEMPO = FORME, O INTUIZIONI CHE CONTENGONO UN MOLTEPLICE Noi abbiamo a priori forme così della intuizione sensibile esterna, come della interna nelle rappresentazioni di spazio e di tempo. FORME NELLE RAPPRESENTAZIONI. A queste deve sempre conformarsi la sintesi dell’apprensione del molteplice del fenomeno.
Ma spazio e tempo non sono rappresentati semplicemente come forme dell’intuizione sensibile, bensì, a priori, come intuizioni essi stessi (che contengono un molteplice), e perciò sono rappresentati con la determinazione dell’unità di questo molteplice che è in essi (vedi Estetica trascendentale).
Le rappresentazioni di spazio e tempo sono forme a priori dell'intuizione sensibile ESTERNA ed INTERNA, e al contempo intuizioni a priori esse stesse che contengono un molteplice, con la determinazione della sua unità. A queste rappresentazioni deve conformarsi la sintesi dell'apprensione del molteplice del fenomeno, che può sorgere solo SECONDO questa forma.
LO SPAZIO (rappresentato come oggetto, come occorre in geometria ) contiene:
- FORMA DELL'INTUIZIONE -> Dà IL MOLTEPLICE SOLO
- INTUIZIONE FORMALE-> Dà LA SINTESI del MOLTEPLICE DATO, in un'unità rappresentativa, secondo la forma della sensibilità, in una rappresentazione intuitiva.
LA PERCEZIONE è POSSIBILE GRAZIE ALLA SINTESI.
L'ESPERIENZA è CONOSCENZA MEDIANTE PERCEZIONI CONNESSE. LE CATEGORIE SONO CONDIZIONI DELLA POSSIBILITà DELL'ESPERIENZA, A PRIORI PER TUTTI I SUOI OGGETTI:Noi non possiamo pensare alcun oggetto, se non per le categorie; né possiamo conoscere un oggetto pensato, se non per intuizioni che corrispondano a quei concetti.
L'UNITà DELLA SINTESI DEL MOLTEPLICE (fuori e in noi) è DATA A PRIORI, CON LE SUE INTUIZIONI, COME CONDIZIONE DI SINTESI DI OGNI APPRENSIONE: è l’unificazione del molteplice d’una data intuizione in generale in una coscienza originaria, applicata, in conformità delle categorie, solo alla nostra intuizione sensibile.
Ogni sintesi, per la quale la stessa percezione è possibile, sottostà alle categorie.
L’esperienza è conoscenza mediante percezioni connesse, le categorie sono condizioni della possibilità dell’esperienza, e valgono perciò a priori tutti gli oggetti dell’esperienza.
E' LA SINTESI DELL'INTELLETTO CHE DETERMINA LA SENSIBILITà!
L'ESPERIENZA è CONOSCENZA MEDIANTE PERCEZIONI CONNESSE. LE CATEGORIE SONO CONDIZIONI DELLA POSSIBILITà DELL'ESPERIENZA, A PRIORI PER TUTTI I SUOI OGGETTI:Noi non possiamo pensare alcun oggetto, se non per le categorie; né possiamo conoscere un oggetto pensato, se non per intuizioni che corrispondano a quei concetti.
- PENSARE ATTRAVERSO CATEGORIE
- CONOSCERE OGGETTO PENSATO MEDIANTE INTUIZIONI CHE CORRISPONDONO A QUEI CONCETTI (dell'intelletto).
TUTTE LE INTUIZIONI SONO SENSIBILI E QUESTA CONOSCENZA è EMPIRICA, in quanto il suo oggetto è dato.
LA CONOSCENZA EMPIRICA è L'ESPERIENZA.
Le categorie del pensiero non sono vincolate dalle condizioni della nostra intuizione sensibile; hanno un campo illimitato.
La conoscenza di ciò che pensiamo, la determinazione dell'oggetto, HA BISOGNO DI UN INTUIZIONE.
QUINDI NON ESISTE ALCUNA CONOSCENZA A PRIORI (METAFISICA, NOUMENO, USO TRASCENDENTE DELLE CATEGORIE NELLA DIALETTICA TRASCENDENTALE FRA LORO E L'IO PENSO). Il pensiero dell’oggetto senza intuizione sensibile (quindi senza conoscenza empirica, quindi senza esperienza, ergo inconoscibile) può del resto aver sempre le sue conseguenze vere ed utili nell’uso che il soggetto fa della ragione, e che non si può ancora qui trattare, poiché non sempre esso è indirizzato alla determinazione dell’oggetto, ma anche a quella del soggetto e del suo volere.
IL CONCETTO CONTIENE L'UNITà SINTETICA DI APPERCEZIONE.
L'UNITà DELLA SINTESI DEL MOLTEPLICE (fuori e in noi) è DATA A PRIORI, CON LE SUE INTUIZIONI, COME CONDIZIONE DI SINTESI DI OGNI APPRENSIONE: è l’unificazione del molteplice d’una data intuizione in generale in una coscienza originaria, applicata, in conformità delle categorie, solo alla nostra intuizione sensibile.
Ogni sintesi, per la quale la stessa percezione è possibile, sottostà alle categorie.
L’esperienza è conoscenza mediante percezioni connesse, le categorie sono condizioni della possibilità dell’esperienza, e valgono perciò a priori tutti gli oggetti dell’esperienza.
E' LA SINTESI DELL'INTELLETTO CHE DETERMINA LA SENSIBILITà!
L'intelletto determina la sensibilità che è prima di ogni concetto, e dalla cui sintesi otteniamo le intuizioni di spazio e tempo. la sintesi non appartiene ai sensi e rende possibile ogni concetto di spazio e tempo come intuizioni; questa unità appartiene allo spazio e al tempo e non al concetto dell'intelletto.
CATEGORIE Spazio e tempo valgono, come condizioni della possibilità che ci sien dati degli oggetti, non altrimenti che per gli oggetti dei sensi, e perciò solo dell’esperienza. Fuori di questi limiti, essi non rappresentano nulla; perocché sono soltanto nei sensi e fuori di essi non hanno nessuna realtà.
CONCETTI puri dell'intelletto, si estendono ad oggetti dell’intuizione in generale, sia essa simile alla nostra o no, pur che sia sensibile e non intellettuale. Semplici forme del pensiero senza realtà obbiettiva a cui possa essere applicata quell'unità sintetica dell’appercezione che soltanto esse contengono, con cui esse possono determinare un oggetto. Quindi concetto contenente unità sintetica di appercezione + più intuizione sensibile, esperienza, mediante le categorie (forme o intuizioni a priori) interne ed esterne danno la conoscenza.
CON L'INTUIZIONE DETERMINO IL CONCETTO GENERALE.
l'intuizione è l'atto estetico con il quale noi entriamo in rapporto col tavolo, colla sedia, col pc ecc.
cioè è un atto estetico nel senso dell'estetica trascendentale: ha a che fare con spazio e tempo.
il tavolo è qui ora. il quadro ieri era laggiù.
faccio notare una cosa fondamentale, si parla di casi singolari.
cioè uno sporadico caso empirico.
un caso sporadico empirico può dentro kant darci scienza?
no, non può. la scienza, ormai lo sappiamo, è fatta di giudizi universali che valgono sempre.
quindi o il caso singolo è giustificato da una legge generale, oppure il caso singolo distrugge la mia legge.
ma ciò significa che la legge era sbagliata a monte (poichè non sa giustificare il caso singolo).
il caso singolo però per essere elevato a caso universale (la legge x) ha bisogno di una "unificazione". questa unificazione però ha luogo attraverso il sopraggiungere dell'intelletto.
l'intervento dell'intelletto in questa fase è un mettere insieme (sintesi: aggiungere qualcosa a qualcosa) di casi singolarmente presi (il sole sorge ieri, il sole sorge l'altro ieri ecc) con i quali ho avuto relazione attraverso intuizioni semplici.
ora queste intuizioni semplici, singolarmente prese sono nulle in se stesse se io non ne avessi in qualche modo già avuto notizia, se io, cioè, non avessi già tenuto sott'occhio (ap-prese diremmo in lingua corrente, ma la lingua corrente NON distingue la memoria di casi - la conoscenza empirica la chiamava aristotele in Metafisica I I e I - II, e l'apprendimento concettualmente inteso).
quindi la sintesi dell'A è il processo che rende possibile il fatto: il sole sorge (a cui devo trovare una legge che giustifici "quid iuris" quanto constato di fatto, "quid facti").
cioè è un atto estetico nel senso dell'estetica trascendentale: ha a che fare con spazio e tempo.
il tavolo è qui ora. il quadro ieri era laggiù.
faccio notare una cosa fondamentale, si parla di casi singolari.
cioè uno sporadico caso empirico.
un caso sporadico empirico può dentro kant darci scienza?
no, non può. la scienza, ormai lo sappiamo, è fatta di giudizi universali che valgono sempre.
quindi o il caso singolo è giustificato da una legge generale, oppure il caso singolo distrugge la mia legge.
ma ciò significa che la legge era sbagliata a monte (poichè non sa giustificare il caso singolo).
il caso singolo però per essere elevato a caso universale (la legge x) ha bisogno di una "unificazione". questa unificazione però ha luogo attraverso il sopraggiungere dell'intelletto.
l'intervento dell'intelletto in questa fase è un mettere insieme (sintesi: aggiungere qualcosa a qualcosa) di casi singolarmente presi (il sole sorge ieri, il sole sorge l'altro ieri ecc) con i quali ho avuto relazione attraverso intuizioni semplici.
ora queste intuizioni semplici, singolarmente prese sono nulle in se stesse se io non ne avessi in qualche modo già avuto notizia, se io, cioè, non avessi già tenuto sott'occhio (ap-prese diremmo in lingua corrente, ma la lingua corrente NON distingue la memoria di casi - la conoscenza empirica la chiamava aristotele in Metafisica I I e I - II, e l'apprendimento concettualmente inteso).
quindi la sintesi dell'A è il processo che rende possibile il fatto: il sole sorge (a cui devo trovare una legge che giustifici "quid iuris" quanto constato di fatto, "quid facti").
"l'idea" casa, il fenomeno casa è dato dalla "somma" di tutte queste apprensioni.
tale somma è chiamata "sintesi", ed è attuta dall'immaginazione (kant mi pare che poi la chiami "immaginazione produttiva" distinguendola dall'"immaginazione riproduttiva" che è quella che riguarda gli altri lati)
la somma delle apprensioni (PLURALE!), la sintesi delle apprensioni è il fenomeno nella sua interezza (che è lo stesso sia se lo guardo a 400 km di distanza col binocolo, sia se ci faccio il giretto attorno come ho descritto). In ultima analisi allora in kant la percezione conta un grado razionale.
tale somma è chiamata "sintesi", ed è attuta dall'immaginazione (kant mi pare che poi la chiami "immaginazione produttiva" distinguendola dall'"immaginazione riproduttiva" che è quella che riguarda gli altri lati)
la somma delle apprensioni (PLURALE!), la sintesi delle apprensioni è il fenomeno nella sua interezza (che è lo stesso sia se lo guardo a 400 km di distanza col binocolo, sia se ci faccio il giretto attorno come ho descritto). In ultima analisi allora in kant la percezione conta un grado razionale.
Conoscere, non secondo la forma della loro intuizione, ma secondo le leggi della loro unificazione: leggi della natura (la capacità delle categorie, spiega come tutto ciò che perviene al nostro intelletto sottostà sa leggi che vengono a priori dall'intelletto). Come prescriverle e renderle possibili.
concetto + intuizione empirica = crea conoscenza . Date solo in quanto percezioni (rappresentazioni accompagnate da sensazione).
Di guisa che le categorie mediante l’intuizione non ci danno ancora nessuna conoscenza delle cose, se non soltanto perla loro possibile applicazione a una intuizione empirica, esse cioè servono solo alla possibilità della conoscenza empirica. Ma questa si chiama esperienza.
CONCETTO= La conoscenza comprende due punti: in primo luogo, un concetto per cui in generale un oggetto è pensato (la categoria).
LA FILOSOFIA DEVE STABILIRE UN LIMITE ALLA RAGIONE, NATURALMENTE INCLINE A TRASCENDERE L'AMBITO DELL'ESPERIENZA POSSIBILE IN CERCA DELL'INCONDIZIONATO. E A STABILIRE LE CONDIZIONI DELL'USO DEI CONCETTI CHE SI APPLICANO LEGITTIMAMENTE ALL'ESPERIENZA POSSIBILE.
CONCETTI o INTUIZIONI sono o puri (a priori, alla rappresentazione non è mescolata sensazione) o empirici (a posteriori, alla rappresentazione è mescolata sensazione, come reale).
La “deduzione metafisica” è il procedimento con cui Kant si sforza di provare la coerenza logica delle categorie, ossia che queste corrispondono a concetti che non implicano in sé contraddizioni.
concetto + intuizione empirica = crea conoscenza . Date solo in quanto percezioni (rappresentazioni accompagnate da sensazione).
Di guisa che le categorie mediante l’intuizione non ci danno ancora nessuna conoscenza delle cose, se non soltanto perla loro possibile applicazione a una intuizione empirica, esse cioè servono solo alla possibilità della conoscenza empirica. Ma questa si chiama esperienza.
CONCETTO= La conoscenza comprende due punti: in primo luogo, un concetto per cui in generale un oggetto è pensato (la categoria).
LA FILOSOFIA DEVE STABILIRE UN LIMITE ALLA RAGIONE, NATURALMENTE INCLINE A TRASCENDERE L'AMBITO DELL'ESPERIENZA POSSIBILE IN CERCA DELL'INCONDIZIONATO. E A STABILIRE LE CONDIZIONI DELL'USO DEI CONCETTI CHE SI APPLICANO LEGITTIMAMENTE ALL'ESPERIENZA POSSIBILE.
CONCETTI o INTUIZIONI sono o puri (a priori, alla rappresentazione non è mescolata sensazione) o empirici (a posteriori, alla rappresentazione è mescolata sensazione, come reale).
"Se noi vogliamo denominare sensibilità la recettività dell'animo nostro nel ricevere rappresentazioni, in quanto viene in qualche maniera impressionato, l'intelletto è invece la facoltà di produrre da sé rappresentazioni, è cioè la spontaneità della conoscenza.
La nostra natura porta con sé che l'intuizione non può mai essere che sensibile, cioè contiene soltanto la maniera in cui noi possiamo essere impressionati dagli oggetti. Invece l'intelletto è la facoltà di pensare l'oggetto dell'intuizione sensibile. Nessuna di queste proprietà è da preporre all'altra. Senza sensibilità non ci verrebbe dato nessun oggetto, e senza intelletto nessuno ne verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le intuizioni senza concetti sono cieche.Perciò è altrettanto necessario dare un significato sensibile ai propri concetti (cioè unire loro l'oggetto dato nell'intuizione), quanto rendere a sé intelligibili le proprie intuizioni (cioè, sottoporle a concetti). Entrambe le facoltà o capacità non possono poi scambiare le loro funzioni. L'intelletto non può intuire nulla, e i sensi non possono pensare nulla. Soltanto dal fatto che essi si uniscono può scaturire conoscenza. Perciò non si può neppure fondere la loro partecipazione, anzi vi è fondata ragione di separare accuratamente l'una cosa dall'altra. Perciò distinguiamo nettamente la scienza delle regole della sensibilità in generale, cioè l'Estetica, dalla scienza delle regole dell'intelletto in generale, cioè la Logica."
Kant prende in esame il processo di formazione dei concetti attraverso le categorie ed il loro rapporto con un materiale sensibile che è preordinato secondo intuizioni pure: quelle dello spazio e del tempo, non più pensati alla maniera di Newton o di Leibniz come “cose” o “relazioni tra cose”, ma come forme a priori del nostro conoscere.La “deduzione metafisica” è il procedimento con cui Kant si sforza di provare la coerenza logica delle categorie, ossia che queste corrispondono a concetti che non implicano in sé contraddizioni.
La “deduzione trascendentale” è invece il procedimento con cui Kant si sforza di mostrare come le categorie stesse costituiscano le condizioni (a priori) IMPRESCINDIBILI nelle nostre rappresentazioni degli oggetti (vere o false che siano).
La matematica è una intuizione a priori (Gli interrogativi che si pone sono come siano possibili la matematica e la fisica in quanto scienze) accede alla certezza dei suoi principi attraverso al costruzione di concetti.
Nella matematica e nella fisica l'uomo esprime giudizi universali e necessari superando i limiti dell'esperienza sensibile. Fondata su giudizi ( 2+7=12 ) e intuizioni pure, o forme a priori di spazio e tempo. Conoscenza a priori di oggetti ma solo nella forma, come fenomeni ( de facto non è conoscenza poiché non ci sono rappresentazioni conformi alla forma di quella pura intuizione sensibile, quindi non accompagnate da sensazioni). Accede alla certezza intuitivamente (apodittica, non empirica).
COMPITO FILOSOFIA TOUT COURT PORRE FRENO DISPOSIZIONE RAGIONE A TRASCENDERE AMBITO ESPERIENZA POSSIBILE IN CERCA DELL'INCONDIZIONATO, DARE LEGITTIMAZIONE USO DEI CONCETTI. A proposito della liminarità della conoscenza filosofica (saper stare "sul limite di ogni uso lecito della ragione", quindi stabilire le condizioni dell'uso dei concetti che si applicano legittimamente all'esperienza possibile) Kant sostiene che la critica è opera della ragione in quanto possiede "dei principi a priori della conoscenza".
La critica è opera della ragione in quanto possiede dei principi a priori della conoscenza. Principi operanti come giudizi sintetici a priori, ma indirettamente sintetici, perché valenti solo nell'ambito dell'esperienza possibile e grazie ad essa. Legati alle facoltà dell'intelletto che, per mezzo di concetti puri o categorie, pensano i dati sensibili. Modi di funzionamento dell'intelletto innati, comuni a tutti gli uomini, così validi, necessari e universali. Svolgono una funzione trascendentale ordinatrice(attiva): precedenti a ogni esperienza, acquistanti significato solo se applicati a essa. Perché contingenti all'esperienza possibile, e per concetti, rendono possibile l'esperienza e sono presupposti in questa. Essi esulano dal possedere dogmi ( giudizi a priori analitici del RAZIONALISMO DEDUTTIVO, legati quindi alle facoltà della ragione. Idee di anima, Dio e mondo) e tantomeno teoremi ( giudizi sintetici a posteriori, o empirici, per costruzione di concetti : proprio dell'EMPIRISMO INDUTTIVO, legati quindi a facoltà sensibili per mezzo delle forme, intuizioni pure, a priori di spazio e tempo che oggettivizzano spazializzando) , rendono innanzitutto possibile il loro argomento, cioè l'esperienza, e ne sono il presupposto in questa. Quindi l'esperienza entra nella prova come argomento, ma è anche ciò che rende possibile questa prova.
L’esistenza non è deducibile a priori ma solo a posteriori.
“Io penso” non è un soggetto conoscibile ma è un principio formale ed è la condizione ineliminabile che rende possibile la conoscenza.
LE FORME a priori della ragione umana (spazio, tempo e le dodici categorie), da cui derivano necessità ed universalità:
Le facoltà razionali sono:
Il tempo è la forma a priori del senso interno che usiamo per ordinare le esperienze interiori. PROPRIO DEL TEMPO, COME SUCCESSIONE DELL'UNITà.
Kant: prima con uno scritto del 1768 dal nome "Del primo fondamento della distinzione delle regioni dello spazio". Egli qui definisce "a) posizione: relazione reciproca delle parti componenti un ente b) ordine: relazione tra diversi enti nello spazio c) regione: la disposizione di tali elementi.
Nell’ambito della conoscenza umana distinguono tre facoltà: sensibilità (estetica), intelletto (analitica), ragione (dialettica, mera illusione rispetto alla conoscenza noumenica).
SOSTANZA DELLA CONOSCENZA: sinolo di materia e forma ( a priori determina il nostro modo di conoscere la realtà). Conoscenza= sensibilità + intelletto. Pensare= attribuire un predicato ad un soggetto. Questa sintesi è compiuta dall’intelletto che forma concetti empirici e poi riferisce un concetto ad un altro formando i giudizi. Per fare ciò esso utilizza le sue forme a priori dette concetti puri o categorie.
CRITICISMO KANTIANO: Che cosa è l'uomo ( come essere razionale) ? la ragione alla ragione, non il mondo alla ragione. Domanda di stampo antropocentrico, eredità dell'illuminismo.
GIUDIZI SINTETICI A PRIORI: concetti mentali condizionati dalle forme a priori dell'intelletto.
GIUDIZIO (sapere costituito da proposizioni assertive): aggiunge un soggetto a un predicato. Sintesi fra soggetto e predicato. IL MEDIUM è INNATO ( negazione della conoscenza cartesiana e allo stesso tempo della tabula rasa humiana).
SINTETICO: aumenta conoscenza.
PRIORI: valido a prescindere dell'esperienza individuale.
RAGIONE (Vernunft): Può essere intesa come facoltà distinta, la ragione attraverso le sue tre idee principali (Anima, Mondo e Dio) che cerca di unificare concettualmente qualcosa che non ha una sua consistenza sensibile ( necessità irrealizzabile sia scientificamente che fattualmente ).
O come facoltà della conoscenza in generale. (ambiguità in tedesco "Kritik der reinen Vernunftse "critica "se critica fatta "alla" o "dalla" ragion pura).
IL SAPERE DERIVA DA PRINCIPI SINTETICI A PRIORI E DALL'ESPERIENZA.
Per Kant le categorie non appartengono alla realtà perciò hanno un valore gnoseologico trascendentale, cioè sono funzioni dell’intelletto usate per verificare il molteplice sensibile.
RAGION PURA si intende ogni forma di conoscenza che si ha a prescindere dall'esperienza, quindi a priori. Perché indipendente dall’esperienza tradizionalmente riferita alla materia impura.
TRASCENDENTALE: non appartiene alla realtà.
“Criticismo” significa bilancio critico delle facoltà conoscitive umane.
KANT ANTIRAZIONALISTA, FALLIBILISTA IN FILOSOFIA.
LE DUE DISCIPLINE RAZIONALI SONO:
LE CATEGORIE, come la casualità, a differenza di Hume, sono considerate un carattere necessario della conoscenza, infatti sono presenti nell'intelletto di tutti gli uomini.
Prima dell’attività sintetica dell’intelletto c’è un supremo principio unificatore: l’ ”Io penso” o l’autocoscienza trascendentale o appercezione trascendentale.
I giudizi sintetici a priori, ciò a cui Kant arriva per spiegare in che modo possa la conoscenza giungere a validità scientifica, sono quei giudizi nei quali la sintesi tra soggetto e predicato si fonda su un principio a priori interno al soggetto conoscente che non rischia di scadere nel particolare e allo stesso tempo è in grado di apportare nuova conoscenza. È su questi giudizi che deve fondarsi tutta la fisica e anche la matematica. Ancora in opposizione a Leibniz e in questo caso a Locke la matematica si fonda su giudizi sintetici poiché nella somma 5 + 7 = 12 il risultato non è già implicito nella somma come voleva Locke ma risulta dalla sintesi progressiva che il soggetto opera intuitivamente aggiungendo al numero 7 a una a una le unità che compongono il numero 5. Anche la metafisica allora dovrà basarsi su questi principi così che le tre domande [ “Che cosa posso conoscere” (Ragion pura), “Che cosa devo fare?” (Ragion pratica) “Che cosa mi è lecito sperare?” (Giudizio) ] Kant si pone all’inizio della sua opera sono riducibili ad una sola: come sono possibili giudizi sintetici e priori? Le connessioni necessarie che costituiscono la conoscenza allora non dipendono dall’oggetto che di per sé ne è privo, ma dal soggetto che nell’atto conoscitivo proietta sull’oggetto la propria capacità sintetica. La rivoluzione copernicana della filosofia dice Kant deve allora consistere nell’occuparsi non più degli oggetti in se stessi, bensì degli elementi a priori che nel oggetto rendono possibile la costituzione e la conoscenza di quegli oggetti: una simile filosofia è detta filosofia trascendentale.
La critica della ragion pura si concretizza in queste domande:
1. Come è possibile una matematica è una fisica pura?
Kant si chiede quali sono le condizione che conferiscono loro un carattere oggettivo
2. E’ possibile la metafisica come scienza?
E se la risposta è negativa, come è possibile la metafisica come disposizione naturale dell’uomo?
Egli ricerca i motivi per cui la ragione umana pur consapevole dei limiti, sia portata ad oltrepassare i limiti e vuole conoscere l’assoluto e altri oggetti della metafisica. (sintesi Heghel)
Nell’ambito conoscitivo la ragione pretende di andare oltre l’esperienza. In quello morale, pretende di poter raggiungere la santità, In quello sentimentale pretende di poter subordinare a se stessa il mondo e la natura (tecnica).
La matematica è una intuizione a priori (Gli interrogativi che si pone sono come siano possibili la matematica e la fisica in quanto scienze) accede alla certezza dei suoi principi attraverso al costruzione di concetti.
Nella matematica e nella fisica l'uomo esprime giudizi universali e necessari superando i limiti dell'esperienza sensibile. Fondata su giudizi ( 2+7=12 ) e intuizioni pure, o forme a priori di spazio e tempo. Conoscenza a priori di oggetti ma solo nella forma, come fenomeni ( de facto non è conoscenza poiché non ci sono rappresentazioni conformi alla forma di quella pura intuizione sensibile, quindi non accompagnate da sensazioni). Accede alla certezza intuitivamente (apodittica, non empirica).
COMPITO FILOSOFIA TOUT COURT PORRE FRENO DISPOSIZIONE RAGIONE A TRASCENDERE AMBITO ESPERIENZA POSSIBILE IN CERCA DELL'INCONDIZIONATO, DARE LEGITTIMAZIONE USO DEI CONCETTI. A proposito della liminarità della conoscenza filosofica (saper stare "sul limite di ogni uso lecito della ragione", quindi stabilire le condizioni dell'uso dei concetti che si applicano legittimamente all'esperienza possibile) Kant sostiene che la critica è opera della ragione in quanto possiede "dei principi a priori della conoscenza".
La critica è opera della ragione in quanto possiede dei principi a priori della conoscenza. Principi operanti come giudizi sintetici a priori, ma indirettamente sintetici, perché valenti solo nell'ambito dell'esperienza possibile e grazie ad essa. Legati alle facoltà dell'intelletto che, per mezzo di concetti puri o categorie, pensano i dati sensibili. Modi di funzionamento dell'intelletto innati, comuni a tutti gli uomini, così validi, necessari e universali. Svolgono una funzione trascendentale ordinatrice(attiva): precedenti a ogni esperienza, acquistanti significato solo se applicati a essa. Perché contingenti all'esperienza possibile, e per concetti, rendono possibile l'esperienza e sono presupposti in questa. Essi esulano dal possedere dogmi ( giudizi a priori analitici del RAZIONALISMO DEDUTTIVO, legati quindi alle facoltà della ragione. Idee di anima, Dio e mondo) e tantomeno teoremi ( giudizi sintetici a posteriori, o empirici, per costruzione di concetti : proprio dell'EMPIRISMO INDUTTIVO, legati quindi a facoltà sensibili per mezzo delle forme, intuizioni pure, a priori di spazio e tempo che oggettivizzano spazializzando) , rendono innanzitutto possibile il loro argomento, cioè l'esperienza, e ne sono il presupposto in questa. Quindi l'esperienza entra nella prova come argomento, ma è anche ciò che rende possibile questa prova.
L’esistenza non è deducibile a priori ma solo a posteriori.
“Io penso” non è un soggetto conoscibile ma è un principio formale ed è la condizione ineliminabile che rende possibile la conoscenza.
LE FORME a priori della ragione umana (spazio, tempo e le dodici categorie), da cui derivano necessità ed universalità:
- CATEGORIE SONO: i filtri che permettono di organizzare il pensiero secondo una funzione determinante, raggruppante le intuizioni concrete ricevute dal grado inferiore
- SPAZIO E TEMPO SONO FORME PURE A PRIORI, O INTUIZIONI A PRIORI, O GIUDIZI FONDANTI.
LE IDEE DELLA RAGIONE:
- ANIMA MONDO E DIO SONO TRE IDEE della ragione, fonte di conoscenza discorsiva-attiva ( filosofia )
LA MATEMATICA E LA GEOMETRIA SONO SCIENTI SINTETICHE A PRIORI PER ECCELLENZA
- intuizione sensibile: conoscenza immediata attraverso i sensi (input + sensazione)
- intelletto: la facoltà che, a partire dai dati ottenuti dalla sensibilità, produce giudizi (giudizi = soggetto + predicato) e pensa per categorie
- ragione: tenta di spiegare in modo totale e definitivo la realtà - oltre l'esperienza - tramite le idee di anima, mondo e Dio
Il tempo è la forma a priori del senso interno che usiamo per ordinare le esperienze interiori. PROPRIO DEL TEMPO, COME SUCCESSIONE DELL'UNITà.
Kant: prima con uno scritto del 1768 dal nome "Del primo fondamento della distinzione delle regioni dello spazio". Egli qui definisce "a) posizione: relazione reciproca delle parti componenti un ente b) ordine: relazione tra diversi enti nello spazio c) regione: la disposizione di tali elementi.
Nell’ambito della conoscenza umana distinguono tre facoltà: sensibilità (estetica), intelletto (analitica), ragione (dialettica, mera illusione rispetto alla conoscenza noumenica).
SOSTANZA DELLA CONOSCENZA: sinolo di materia e forma ( a priori determina il nostro modo di conoscere la realtà). Conoscenza= sensibilità + intelletto. Pensare= attribuire un predicato ad un soggetto. Questa sintesi è compiuta dall’intelletto che forma concetti empirici e poi riferisce un concetto ad un altro formando i giudizi. Per fare ciò esso utilizza le sue forme a priori dette concetti puri o categorie.
CRITICISMO KANTIANO: Che cosa è l'uomo ( come essere razionale) ? la ragione alla ragione, non il mondo alla ragione. Domanda di stampo antropocentrico, eredità dell'illuminismo.
GIUDIZI SINTETICI A PRIORI: concetti mentali condizionati dalle forme a priori dell'intelletto.
GIUDIZIO (sapere costituito da proposizioni assertive): aggiunge un soggetto a un predicato. Sintesi fra soggetto e predicato. IL MEDIUM è INNATO ( negazione della conoscenza cartesiana e allo stesso tempo della tabula rasa humiana).
SINTETICO: aumenta conoscenza.
PRIORI: valido a prescindere dell'esperienza individuale.
RAGIONE (Vernunft): Può essere intesa come facoltà distinta, la ragione attraverso le sue tre idee principali (Anima, Mondo e Dio) che cerca di unificare concettualmente qualcosa che non ha una sua consistenza sensibile ( necessità irrealizzabile sia scientificamente che fattualmente ).
O come facoltà della conoscenza in generale. (ambiguità in tedesco "Kritik der reinen Vernunftse "critica "se critica fatta "alla" o "dalla" ragion pura).
IL SAPERE DERIVA DA PRINCIPI SINTETICI A PRIORI E DALL'ESPERIENZA.
Per Kant le categorie non appartengono alla realtà perciò hanno un valore gnoseologico trascendentale, cioè sono funzioni dell’intelletto usate per verificare il molteplice sensibile.
RAGION PURA si intende ogni forma di conoscenza che si ha a prescindere dall'esperienza, quindi a priori. Perché indipendente dall’esperienza tradizionalmente riferita alla materia impura.
TRASCENDENTALE: non appartiene alla realtà.
“Criticismo” significa bilancio critico delle facoltà conoscitive umane.
KANT ANTIRAZIONALISTA, FALLIBILISTA IN FILOSOFIA.
LE DUE DISCIPLINE RAZIONALI SONO:
- LA METAFISICA (O CONOSCENZA FILOSOFICA, NO COSTRUZIONE CONCETTI. Rapporto con intuizione mediato-> DAI CONCETTI per trovare la sua certezza apodittica con ragioni a priori e non empirica-> DISCORSIVAMENTE.)
- LA MATEMATICA(CONCETTI A PRIORI NELL'INTUIZIONE). Ottiene sua certezza 2+2=4 apodittica, a priori e non empirica-> INTUITIVAMENTE TRAMITE COSTRUZIONE CONCETTI.
LE CATEGORIE, come la casualità, a differenza di Hume, sono considerate un carattere necessario della conoscenza, infatti sono presenti nell'intelletto di tutti gli uomini.
Prima dell’attività sintetica dell’intelletto c’è un supremo principio unificatore: l’ ”Io penso” o l’autocoscienza trascendentale o appercezione trascendentale.
I giudizi sintetici a priori, ciò a cui Kant arriva per spiegare in che modo possa la conoscenza giungere a validità scientifica, sono quei giudizi nei quali la sintesi tra soggetto e predicato si fonda su un principio a priori interno al soggetto conoscente che non rischia di scadere nel particolare e allo stesso tempo è in grado di apportare nuova conoscenza. È su questi giudizi che deve fondarsi tutta la fisica e anche la matematica. Ancora in opposizione a Leibniz e in questo caso a Locke la matematica si fonda su giudizi sintetici poiché nella somma 5 + 7 = 12 il risultato non è già implicito nella somma come voleva Locke ma risulta dalla sintesi progressiva che il soggetto opera intuitivamente aggiungendo al numero 7 a una a una le unità che compongono il numero 5. Anche la metafisica allora dovrà basarsi su questi principi così che le tre domande [ “Che cosa posso conoscere” (Ragion pura), “Che cosa devo fare?” (Ragion pratica) “Che cosa mi è lecito sperare?” (Giudizio) ] Kant si pone all’inizio della sua opera sono riducibili ad una sola: come sono possibili giudizi sintetici e priori? Le connessioni necessarie che costituiscono la conoscenza allora non dipendono dall’oggetto che di per sé ne è privo, ma dal soggetto che nell’atto conoscitivo proietta sull’oggetto la propria capacità sintetica. La rivoluzione copernicana della filosofia dice Kant deve allora consistere nell’occuparsi non più degli oggetti in se stessi, bensì degli elementi a priori che nel oggetto rendono possibile la costituzione e la conoscenza di quegli oggetti: una simile filosofia è detta filosofia trascendentale.
La critica della ragion pura si concretizza in queste domande:
1. Come è possibile una matematica è una fisica pura?
Kant si chiede quali sono le condizione che conferiscono loro un carattere oggettivo
2. E’ possibile la metafisica come scienza?
E se la risposta è negativa, come è possibile la metafisica come disposizione naturale dell’uomo?
Egli ricerca i motivi per cui la ragione umana pur consapevole dei limiti, sia portata ad oltrepassare i limiti e vuole conoscere l’assoluto e altri oggetti della metafisica. (sintesi Heghel)
Nell’ambito conoscitivo la ragione pretende di andare oltre l’esperienza. In quello morale, pretende di poter raggiungere la santità, In quello sentimentale pretende di poter subordinare a se stessa il mondo e la natura (tecnica).
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