E c’è una ragione, c’è un principio basilare di governo che è ben compreso dagli analisti seri. In realtà è stato spiegato piuttosto chiaramente dal professore di Scienza del Governo dell’Università di Harvard, lo scienziato politico liberale emerito e consulente governativo Samuel Huntingdon. Ha osservato – lo cito – che “gli architetti del potere negli Stati Uniti devono creare una forza che può essere sentita ma non vista, il potere resta forte quando rimane nel buio. Esposto alla luce del sole comincia a svanire”.

Questo è ciò che gli Stati Uniti fanno fin dalla Dottrina Truman, e sono molte le dimostrazioni di questo principio di base. Bene, Julian Assange ha commesso il grave crimine di esporre il potere alla luce del sole, la cui conseguenza può essere la sua sparizione, se il popolo coglie l’opportunità per diventare cittadino indipendente di una società libera, piuttosto che il soggetto di un Padrone che opera in segreto.

Hume ha osservato che “nulla è più sorprendente che vedere la facilità con cui i molti sono governati dai pochi e l’implicita sottomissione con cui gli uomini rinunciano ai propri sentimenti e alle proprie passioni a favore di quelli dei propri governanti. Quando ci domandiamo con quali mezzi questa meraviglia si possa verificare, troveremo che, dato che la forza è sempre dalla parte dei governati, i governanti non hanno altro che li supporti se non l’opinione. Quindi è solo sulla base dell’opinione che si fonda un governo, e questa massima vale sia per i governi più dispotici e militari, sia per quelli più liberi e popolari”.

Questa è una delle ragioni per cui l’enorme industria delle pubbliche relazioni, la più grande agenzia di propaganda della storia umana, ha raggiunto le sue forme più sviluppate e sofisticate nelle più libere delle società: gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Quell’istituzione è sorta circa un secolo fa, quando le èlite sono giunte alla comprensione che il pubblico aveva guadagnato troppa libertà per poter essere controllato con la forza, quindi sarebbe stato necessario controllare atteggiamenti e opinioni. Anche le èlite intellettuali liberali lo hanno capito, quindi, per fare alcune citazioni, insistono affinché “scartiamo i dogmatismi democratici per cui le persone sono i migliori giudici dei propri interessi. Non lo sono. Sono sconosciuti ignoranti e invadenti e quindi devono essere messi al loro posto, naturalmente nel loro interesse”, secondo alcuni prestigiosi intellettuali liberali.


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