In questo secondo senso la letteratura, come gesto volontario, estremizzando l’“ipotesi finzionale” di Deleuze e portandola dunque a toccare il suo opposto (l’enunciato che somiglia a un sogno ricade concreto sul reale), può arrivare a rappresentare un catalizzatore di lacerazioni discorsive, forse addirittura ponendosi come vettore di soggettivazione, una «strategia […] che passa attraverso una battaglia contro l’egemonia del senso» (p. 12), in linea con il registro guerresco che sovente supporta le dimostrazioni foucaultiane.
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