Nella stanzetta appartata, dove non era mai arrivato il vento arido, né la polvere, né il caldo, entrambi si ricordavano della visione atavica di un vecchio col cappello ad ali di corvo che parlava del mondo dando di spalle alla finestra, molti anni prima che loro nascessero. Ambedue scoprirono che lì era sempre marzo e sempre lunedí, e allora capirono che José Arcadio Buendía non era cosí pazzo come raccontava la famiglia, ma che era invece l'unico provvisto di sufficiente saggezza da intravedere la verità che anche il tempo subiva inciampi e incidenti, e poteva pertanto scheggiarsi e lasciare in una stanza una frazione eternizzata.

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