Di già?

“Gli uomini dovrebbero sperare che da nient’altro se non dal cervello derivino le gioie, i piaceri, le risa e gli svaghi, e i dispiaceri e le angosce, lo scoramento e le afflizioni. E grazie a ciò, in special modo, noi acquisiamo la saggezza e la conoscenza, e vediamo e udiamo e sappiamo ciò che è giusto e ciò che è infame, ciò che è buono e ciò che è cattivo, ciò che è dolce e ciò che è insipido… e per mezzo dello stesso organo diventiamo pazzi e deliriamo, e le paure e il terrore ci assalgono… Tutte queste cose sopportiamo dal cervello, quando esso non è in salute.”

( Ippocrate, traduzione del 1952, p. 159)

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