Don Chisciotte, allora, come si dice con troppa disinvoltura, incarna l’uomo moderno nel senso che costui seguirebbe delle regole a prescindere dal loro senso, cioè dal fatto che da tali regole ne seguano giuste decisioni e credenze vere: egli segue la sua strada non senza motivo, ma senza ragione, in questo senso, sì, senza giustificazione. L’aver isolato un nucleo di regole non implica assenza di senno, ma il fatto che queste regole siano malformulate mostra una caratteristica importante della nostra evoluzione storico-culturale che ha scisso la norma dalla realtà, determinando, così, il rischio di avere strutture psico-sociali totalmente aberranti. In fondo, i nazisti non sono molto diversi, nell’astratto, da Don Chisciotte, perché essi non possono essere definiti “pazzi” in senso clinico, ma aberranti da un punto di vista morale ed epistemico: anche loro credevano che le “razze inferiori” non fossero propriamente “insiemi di uomini” (follia epistemica) e, per questo, si sentivano giustificati ad agire in modi disumani (follia morale).
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