Ho fotografato la superficie del mare
agitata da pennelli come soffioni.
Dove suona la tua pelle femmina,
tesa comel tambùro dell'adolescenza.
Lì striscio e piego i capezzoli, spighe
bottoni turgidi, corde di chitarra
erezione d'obelisco al sole.
E l'innocenza ti odora ancora la pelle,
E disperata mi chiede il profumo intenso
profuso dalle lingue come vecchie altalene.
Dove ritmi e spasmi ti percuotono il corpo
al modo d'una tarantola che muore.
Come a riva la saliva bagna l'eccitazione,
una brezza carica di piombo rosso
riempie i miei tessuti di sessualità.
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