del mio bel carcere
ricordo le stagioni

lontane quanto fredde
Donna priva di
Fiato
Evocata dall'ombra

Mi stai chiamando e
Giacendo

Donna impossibile

Non posso capire dei
Canti tuoi scomposti

Come il
Sole la
Carne

Invisibile
Trepidante risalire della febbre
Avvolge la mia presenza

Fremendo di inconoscibile

Mi domando cosa sia
L'amore


Dolce divenire delle liquide
Cose

Let me be
Let me be
Let me be

Come piogge lontane
Let me Be

Come oscure consuetudini
Splendi in fondo alla mia
Anima

Preghiera

Un uomo che cerca sotto di lui forse
Il peso leggero
Di una penna

Balla e balla
Come una rondine
Nel cielo
Nostalgia d'inverno
Ora spezzata
Ora dal vento
Gridata
Moribondo vento autunnale
Lontani le rondini

Mentre oggi le mie pallide ossa
Reggono la tua lontanaza
E' notte del giorno successivo
La camera riflette un
Precipizio di parole

Bisbigliate alle orecchie
Parlano da sole

Solo persone
Oneste

Dicono
Le parole
Un poeta è fotografo del cuore

Coperte di Pb

Giacevano cose sopra
Cose

Poi piovevano ancora, mentre
Noi alla fonte
Bagnavamo
Le dita

Come maree
Instancabili nell'orrizzonte
Si imprimevano
Onde

Così solo coperte
Di piombo potevano
Custodire delicate
Le nostre effimere
Dita
Arte te te te
Pareti bianche e

Cose sole e nude come i colori
Bambini bambini
Testicoli

Gridavano quei poveri
Figli

Di cosa poi
Figli lontani e
Soli

-

Passeggiavano lungo terrazze notturne
Loro, i cumulunembi di
Stelle

-

Sentimi uomo di 37
Ho da dirti che sei libero
Di affogare nel

Mare
Coricatosi presto si
Ritrovava già a
Vagare
Su fumosi pensieri e

Svanire

L'uomo #1

L'uomo di circa 37
Passeggiava lungo la vita

Lungo un precipizio

Passeggiava

-

Era azzurro
Come altezze
Vertigionose e

Dove nere nuvole lo
Lo avevano raggiunto
Lui si chinava
Scendeva come
Scale profonde

-

Passo dopo passo
Rotolavano i suoi occhi e
Svitati e
Perduti

Parevano così
Lontani e
Belli

Die

ONE PIECE OF MY LIFE
LIKE NO ONE
RUNSAWAY AS A LOST WIND
GOES

MY MIND
GOES

AND ONLY ME
NOWHERE
ESCAPE

WITH AN INCOMPRENSIBLE
PRAYER IN MY COLD HAND

anonimo
Un uomo non è uomo
Senza lavoro e
Senza lavoro ero felice
Di non essere uomo
Risale d'un tratto e svanire
Come nube e solo
Rimane
Un lungo giorno
Strisciare

Di aerei nel cielo
Di cose azzurre

Il fruscio delle cicale nei giardini e
Gremire piu forte il
Silenzioso

Spirare dei condizionatori
Spirare

Un ricordo di un luogo
Sepolto

Ove forse la mia sola
Coscienza e dimora tentatrice
Di sogni

Giace

Vaneggiamenti #1

Tanto sale scendeva dalle mie dita

Come pioggia d'inverno
Come filosofie remote
Librate in cielo

Dal mio lontano
Spirito

Pareva di giorno in
Giorno
Ritrovato

Su di un viso dolce e nudo
L'amore
Mi ritrovavo ad
Ascoltare

Note nere e lontane

Non ne sapevo il motivo

Era pura follia
Possono
Talvolta cambiare
Le cose

Come i capelli sul viso
Di una cara ragazza
Un bicchier d'acqua
Un bicchiere
Di acqua

Solo come il mare
Navigare
Come svaniscono
Le gioie del tempo
Vento

Fili spezzati che
Legano vite spezzate

E corrono
Davanti alla vita

Sbiadire
In
Nuvole di tristezza
Artigiano prezioso,
L'orafo

Metallurgico incisore
Di stelle

Animo della fucina

Dove un dio vive e
Dannato mira
Dal suo core
Li occhi

E consumate e ricche dita di sporcizie
Annerite trapelano un ungola caduta
Come una eucarestia
Di artigiano
Ed ecco come tornare a piovere
Parole e
Speranze

Come uscire da una nuvola
Nera e
Volare ora fianco a
Fianco dei troppo immensi

Un gradino
Dopo l'altro sgretolerà la vita
Come frumento in sabbie
Sottilissime

E forse una padre
Accadrà
Nel mare
Come un lampo al ciel sereno
Tornando a sognare
Come scivola la
Luce da suoi occhi
Sino alle profondità di una mare immenso

Leggera montagna nel cielo,
Complessità di donna

Fiore che sboccia fra le carni

La mia fronte ti sposa e
Posa un orrizzonte di freschezza
Sulle tue timide membra

Oh recondito senso di
Dispersione è
Bellezza
Avevo visto la prepotenza
Di una spiga posata come
Neve

Innanzi al calice
Dei miei occhi
Nel continuo
Depositarsi
Del sole
L' uomo lavora ancora
Lungo la striscia
L'amara terra

Versa lacrime di indifferenza
Contenute nelle dolorose carni

Spesso straccia una bestemmia

E' l'uomo che lavora, e immenso
Come una spiga
Beve il sole del mezzogiorno
A Luisa era morto il marito,
Gli rimaneva una foto e
Un figlio.
Poi la sua vita

Come carne secca
Luisa

Era bella e
Dimostrava più di cinquant'ànni

I suoi seni erano disfatti

E lei sapeva e
Godeva
Dignitosa sotto il peso
Del ventre sudicio
Che era la sua vita

Come una lascrima
Pendeva una dolce
Luisa
Mi erano apparse come poche
Figure misteriose attorno a un ferro
Rivolte sempre al muro sotto
Piccole finestre così
Lontane per sognare

Povera la vista del cielo quando
Sorgeva da una porta aperta in
Quello stagno di persone,
Insieme di macchie polverose

E se rivolgevano una nuova
Parola, li occhi seguivano le
Mani laboriose come forni

Poveri pugni di monete
Scavati nelle fosse degli occhi
Spesso per un solo bambino
Principe della loro vita

Continuavano a manipolare le cose
Mentre io come loro
Mi assopivo a strumento

Sentimento d'elezione

Come sono belli i barboni rossi
Senza gli occhiali neri
Occhi azzurri
Forse

Come sono belli e impossibili
Le loro camicie a quadri
Sporche dicono i
Fascisti

E qui i cavalli di bicicletta
Corrono felici

E' qui che non esiste il male
Le cravatte lo dicono
I cantautori lo cantano

E i fiori e le pistole
Fiori e pistole

La vita dentro una scatola
Di liquerizia rossa
Un tronfo alle tempie, ed
Ero zattera nel mare
Scossa come corde di pazza altalena

Dovetti sedermi di impegno
Per non cascare dal
Mal di esistere

Ero fermo e cadevo sempre

Profondo
Dove potevo andare
Fermo?
Membra stirate di fatica,
Contorte nella pruriginosa
Delicatezza dei tessuti

Sensibili alla careza di una madre
Come dolore
Lo sapeva il bello
Senza qualità
Alcuna

L'ora prima i svelarsi
Vuoto

Era bello da guardare e
Confondeva come polvere d'oro

Era solo
Noia
Ci si avvicina alla pelle
Col pensiero
La si sfiora
La noia
La

Scoperta di una segretissima
Porta

Nero pudore
Scala che vi poggia
Scorre di pioli rossi
Verso un bianco baglior

Utensile lucente
Fra le mie gambe

Paradiso
Breve
Oh la macchina
Mi ha osservato

Una mano fredda
La macchina

Non trasudava la sua
Anima

Un contatto
Negato

La macchina
Mi osservava
E io la desideravo

Non poteva morire
La macchina

Non poteva
Fiorire
L'uomo senza la morte:
Un fenomeno
Ti amo
Impalpabile

Timore
Abbandonatissimo
Nelle mani

Chiuso nell'eterno
Rovinare di un conflitto

Oh padricidio quotidiano

Quante formule e
Eiaculazioni
Quante

Nelle piazze
Roghi di anime
Putriscenti fiori

Piovono così
Preamboli
Di caducità
Infinita
Scienza come normalizzatore
Sono un ancora che scende
Dal foro della nave
Una catena
Mi tende

Al porofondo rovescio cielo
La quali stelle vivono o
Muoiono
Sopra il mio ferro

Tirarle a bordo della
Mia anima una
Sola cosa

Un volto umano

Sarebbe pelle e
Non ruggine solo
Lacrime e salso

Dolci comel vento e
Gabbiani fra le nuvole
Vociando
Vivo di ieri
Una fotografia

Fuori è mite il cielo

Passeggiano persone

Vivo nel passato
Vivo di melodie e
Vetri rotti

Zampillano alla finestra
Come sangue come raggi
Lame parallele

Bruciano i tessuti del muro
Bruciano e colano
Ogni mia ingestione
Nel lontanarsi della
Polvere da balli
Infiniti

Come si avvicinava il desiderio di quelle parole, leggendole
volevo possederle. La dove la critica mi veniva meno, scaturiva
tutta l'onnipotenza di un genio. Persuaso da una storia divina, la
mia vita era come un senso inafferrabile, ed io colpito. Ne ero
sicuro dove si animava profondo, come tutta la poesia del mondo, il cuore.
Fiori e sangue e odori, profusi da intensi calici ove giaceva la cosa. Il dolore.
Così mi inginocchiavo di fronte al genio. Così mi chiedevo cosa. Cosa
per scarnarmi di tutta la mia imperfezione si era scatenato nelle
mie vene. Con quale meritevole flagello si fosse scagliata tutta la mia
rabbia dal petto. Grazie per avermi consumato un fiore immenso.
Grazie per avermi donato l'amore di un dio sempre lontano.
Una serenità gridata
La mia profondissima
Santità

Come il violino si
Spezza

Fra le note del caos
Mani

Da un pozzo epidermico
Brillano

Come peli come onde
Assaporano
Il cielo
L'ultima innocenza
Lontano
Svagava come un pastello

Ordinateur machine de
Voyages

Non ti conosco
Scappiamo
Amore
Che

Il treno è partito
La gente potrebbe
Dalla gente
Ottenere
Il sapore

Diverso
L'amaro ritrovato
Dolce

Comel vino
Ne la bouche
Des Enfants

Non è più
L'ascolto del
Bambino

Des Armes

Des armes, des chouettes, des brillantes
Des qu'il faut nettoyer souvent pour le plaisir
Et qu'il faut carresser comme pour le plaisir
L'autre, celui qui fait rêver les communiantes
Des armes bleues comme la terre
Des qu'il faut se garder au chaud au fond de l'âme
Dans les yeux, dans le coeur, dans les bras d'une femme
Qu'on garde au fond de soi comme on garde un mystère
Des armes au secret des jours
Sous l'herbe, dans le ciel et puis dans l'écriture
des qui vous font rêver très tard dans les lectures
et qui mettent la poésie dans les discours
des armes, des armes, des armes
Et des poètes de service à la gâchette
Pour mettre le feu aux dernières cigarettes
Au bout d'un vers français... brillant comme une larme
des armes, des armes... des armes...

Noir Desir
Dalle mani si scioglieva tutto
Un gesto

Rivelava come l'acqua
Uno specchio più profondo
Dell'animo

Così si poteva pensare
A quelle goccie
Amarissime
Lacrime

Dai lembi delle dita
Alle concavità dei palmi
Sgradevole colare
Contatto di
Carcasse le
Mie mani grondanti
L'anima
Ero mutata nel volto
Rapita negli occhi Un
Riflesso di naufragio

-

Mi ritrovavo sola
Vicino al vuoto
Delle persone
Un ricordo
Lontano

-

Quale movimento
Mi penetrava nel
Petto freccie
Roventi

Infrante
Nel gelo che io sola
Potevo sentire
Come ventre
Incompiuto

Desiderando l'amore
Scendeva la neve
Come cose mute
Note

Di frumento bianco
Divenute risaie nelle
Stade

Ove la natura posa e
Sotto il peso lenisce
Le linee dei tetti dei
Rami

Dimore della neve
Manto prezioso di
Inverno

Otaku

Essere digitale, forma di elevazione intellettuale.
Corrente trasportatrice di spasmi, individui circondati di cose. Giudicate come cose lontane. Non toccare. BELLEZZE STEREOTIPATE.
Seni perfetti. Una rigaretta pende da un labbro, fascino, amarezza.
Occhi a mandorla desiderano occhi grandi. Mi guardo. Li possiedo troppo grandi.

Si muove intorno, si muove rispetto al sistema distorto. La realtà in rarefazione, come prati sopra la montagne, lattine attorno allo schermo, macchine indispensabili al centro.

CENTRO AUTISTICO
BELLEZZE STEREOTIPATE

L'elevazione genera spirali,
che penetrano le profondità della terra.

Per loro,
fumetto di pochi significati la vita.

SERENITà RITROVATA

Doveva ancora passare l'odore di quelle persone.
Avevano dormito fino alla notte precedente
nei letti dove gicciono i nostri corpi sfatti, così soli.
Mi sentivo l'ombra della loro persona,
aggirarsi per un luogo dannato e sempre sconosciuto.
Ecco come mi sentivo. Triste. Volevo volare via
col pensiero. Su di un albero, un cielo, che poteva
accogliermi e cullarmi più sereno.

Poi, lentamente, le montagne mi lenirono la lontananza,
mi sentivo più vicino a quelle pareti così calde e
legnose. Il mio odore, della mia pelle, lasciava una
presenza familiare. Serenità. Si andava costituendo la mia
calcarea dimora; una chioccia ove potevo rilassarmi,
scrivere ed avere la voglia di leggere, a lungo. Dormire.
Questa era la mia serenità ritrovata.
Erano le montagne che mi lasciavano così alto nel cielo