SERENITà RITROVATA

Doveva ancora passare l'odore di quelle persone.
Avevano dormito fino alla notte precedente
nei letti dove gicciono i nostri corpi sfatti, così soli.
Mi sentivo l'ombra della loro persona,
aggirarsi per un luogo dannato e sempre sconosciuto.
Ecco come mi sentivo. Triste. Volevo volare via
col pensiero. Su di un albero, un cielo, che poteva
accogliermi e cullarmi più sereno.

Poi, lentamente, le montagne mi lenirono la lontananza,
mi sentivo più vicino a quelle pareti così calde e
legnose. Il mio odore, della mia pelle, lasciava una
presenza familiare. Serenità. Si andava costituendo la mia
calcarea dimora; una chioccia ove potevo rilassarmi,
scrivere ed avere la voglia di leggere, a lungo. Dormire.
Questa era la mia serenità ritrovata.

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