avendo perso ogni possibilità di comando sui mezzi di produzione e di sussistenza
avrei voluto essere un esperto conoscitore delle nuvole
moltitudini di mediocri formule e banalissime stronzate escono dalla bocca e si costituiscono prive di significato come assoluti aborti della ragione
focault delueze attali
stallo ottenuto per l'indebitato, mediatizzato impaurito. della moneta di corrispondere sfruttando a quella che è la totalità della produzione sociale. la circolazione sul debito sostituisce lo scambio deve denaro lavoro obbedienza. debito mistifica produttività. l'uomo indebitato per sopravvivere vende l'interno valore della vita, l'intero tempo. non sono i lavoratori che consumano, ma il capitale che inizia a consumare i lavoratori come suo possesso e merce propria. egemonia del profitto, società dominata dalla rendita. capacità capitalistica di intervenire fra la relazione fra le vite, capacità biopolitica. accumulazione valore complessivo socialmente prodotto. giochi di povertà crescenti che asservono all'industria il soggetto. assunzione materiale umano come parte del capitale. costretti al lavoro tramite indebitamento crescente, inschiavizzazione. debito come etica del lavoro esteriore, coercitiva, arma della moralità. l'uomo rappresentato sintesi l'uomo affetto dalla miseria del debito. rottura soggettiva del singolare nella moltitudine di soggetti, non più massa di colore. povertà non più solo salariale di risorse materiali individuali e collettiva, ma prodotto di una macchina di potere che priva i lavoratori della loro attività umana e diminuisce capacità di azione. processo di depotenziamento generalizzato. fare della propria casa la propria prigione. desiderio che nasce dalla privazione, dalla mancanza. denaro potere sociale, con il rifiuto debito si esprime desiderio potenza legame sociale. è solo in comune che si produce è solo in comune che siamo sfruttati. i nostri legami sociali diventano mezzi di produzione, nella nostra comunalità riscopriamo il potere. passare dal rapporto contrattuale individualistico, all'antindividualismo dei legami sociali contro i legami finanziari. qualitativo della trama di desiderio sociale, decisione di rompere. ricostruire un nuovo mondo possibile. da intervento di A. Negri Maggio 2012

immergersi nel mondo
"Ciò che veramente mi manca è di capire chiaramente me stesso, quello che devo fare, non quello che devo conoscere. Trovare una verità che è verità per me, trovare l'idea per la quale devo vivere e morire . A cosa mi servirebbe dimostrare l'importanza del cristianesimo, poter chiarire molti singoli fenomeni, se esso non avesse per me un significato più profondo? Che cosa è la verità se non vivere per un'idea?"
Kierkegaard
"dobbiamo essere sempre insoddisfatti di noi stessi, che non c'è niente nella nostra vita che sia interamente buono."
Solerte suona il campanile
posto immobile
penisola nel cielo

Le antenne delle case rimandano medie
ai camini che pigri diffondono dalle fessure
il fumo

E' il campanile
solo, all'orizzonte, che
mira alle stelle

Acuto e vertiginoso
completo di filiforme croce
in sferico equilibrio
accoglie i sussurri
dall'immenso

Perciò così era
l'orecchio dell'uomo


Insensibile, né benevolo, né spietato, sottomesso a leggi rigorose o affidato al caso, il mondo non sa di sé. Non lo si può capire perché si presenta impersonalmente, se lo si riesce a chiarire in qualche particolare, resta comunque incomprensibile nella sua totalità. Ciò non toglie che io conosca il mondo anche in un altro modo. Un modo che me lo rende affine e che mi consente di sentirmi, in esso, a casa mia, al sicuro. Le sue leggi sono quelle della ragione, per cui, sistemandomi in esso, mi sento tranquillo, costruisco i miei strumenti e li conosco. Mi è familiare nelle piccole cose e in quelle che mi sono presenti, mentre mi affascina nella sua grandezza; la sua vicinanza mi disarma, la sua lontananza mi attira. Non segue i sentieri che attendo, ma anche quando mi sorprende con insospettate realizzazioni o inconcepibili fallimenti, alla fine conservo, anche nel naufragio, un'indefettibile fiducia in esso. (K. Jaspers, Filosofia II,1)
l'uomo, libero di scegliere necessariamente, non possiede quindi il libero arbitrio. Questo è frutto dell'illusione data dalla apparente diversità fra la moltitudine di scelte, percepite come diverse nella produzione delle essenze.
Kant vide l'individuo umano come un essere razionale autocosciente con una scelta di libertà "impura"
Moderna è la presunzione di essere nel progresso, come tempo in ascesa sempre giustificante l'abbandono storico, del passato, dell'antico. Questo pone le basi del male peggiore, l'illusione della conoscenza. La licenza ai giudizi di disvalore, marchi annichilatori sovrastrutturali. Differente dalla naturale ignoranza divinata nello stadio mitico come per l'inconoscibile, l'oltre fisico, il superamento dell'uomo oggi è fraintendimento nel tempo, confusione spaziale.
dialogare è verità nel cielo e
produzione di stelle
solo qui
fuori al bruno
una stella
si agita

un cosmo
che alla sera
accoglie e
culla nel canto dei grilli
come una madre
per essere efficace deve essere massacrante
tutto è spietato

Ti osservo e rubo la tua vita
Ma non te la strappo è
Così eterna

Guarda dove sei stata
Nei sogni
Mi fai viaggiare e sentire
La tua pioggia
In tutte le acque

Così giovane io
Così diverso
L'odore è
Linfa

Godo d'esser
Come un fiore
Tuo

Loro avevano qualcosa che io non avevo
Piuttosto io esprimevo qualcosa che loro non avevano

Io ero mia madre ero mio padre la mia famiglia era
Diversa

Ed io non avevo coscienza ero
Puro

superman è lenin
massa
magnifica informe volgarità
immenso maroso umano

suprema è la tua volontà divoratrice
cieca medietas


sono smarrito ancora
ricordo

sempre al mattino
sembrerebbe che non sia più
freddo

conservandone
il peso

faccio tesoro dell'orrido manifesto

non dimentico

per non provare
meraviglia

una parola e
questo è santo

nella mia
pelle

abita il tempo

rotto

che consuma l'essere e

perde
la melodia

i miei occhiali hanno una lente sporca
l'insalata è così leggera
dimenticare dimenticare dimenticare:
è la vite che regge la lente del mio apparecchio
si svita sempre ed è così dolce
piange
come un bambino

il semprino, prima due tre tazze così
la pasta era troppo salata
pensavo
sul gabinetto
leggo edoardo
quella sua santa carne magra e infetta
dalle parole

l'equilibrio del bicchiere,
l'equilibrio del mio bicchiere
ohhhhhhhhhhhhhhh è un lago
e lo
vorrei
vorrei
seguire
quel treno di bollicine

è jacopo e quando lo vedo
è più bello se sono ubriaco
è più bello se sono ubriaco
non so per quale maleagurata sorte sia
progettato
per una qualche distruzione
sicuramente mi sento
di sognare
quando torna e come
dalle tempeste suona
la mia timida ipostasi

è radioso siero risorgivo e senziente

non sono ancora defunto
cara mamma
assassinio
crollo serotino della pellicola che avvolge
lo spirito
propaggini propagate in sfregio
di lame arrugginite
è il sommo esilio
LO
schianto
LO SCHIANTO
è schianto
"angusto sarebbe il cielo per contenerla"