volare volare volare
fame d'amore
mele

appesantite
appassite
superflue

pendenze

sotto precipizi
di
sale

desertici

monocromatici

concetrazioni
di stelle
Gli artisti giapponesi non hanno mai cessato di considerare la sessualità come una forza della natura talmente potente da sovvertire il fragile e artificiale ordine sociale.
Mi chiedo se ciò che vie ne corrivamente definito «innocentismo» non celi una leale seppur complicata aspirazione umanista. Lo so, per molti l’innocen tismo è un moto dell’animo tipico di individui privi di struttura e di spina dorsale; la malattia dostoevskiana di chi riesce a identificarsi con l’assassino e non con la vitti ma, o l’incubo kafkiano di chi teme di essere incastra to da un momento all’altro per un reato non commes so. Insomma qualcosa che rischia di diventare, nel mi gliore dei casi pietistico las sismo, e nel peggiore posa estetizzante. Tanto più di questi tempi in cui il più prelibato divertissement dei miei connazionali sem bra consistere nello snidare criminali, leggere intercetta zioni, spulciare verbali, co struire ben documentate cattedrali del sospetto. Ma che posso farci se tale dema gogico esercizio mi appare così rivoltante? E se un mo to interiore che non ha nien­te a che fare con il sentimen talismo mi spinge sempre a ipotizzare, di primo acchito, l’innocenza di un mio simi le?

In questi anni, da che Chiara Poggi è stata trovata morta e il suo ragazzo Alber to Stasi accusato di averla as sassinata, è la terza volta che mi capita di chiosare gli ultimi sviluppi del «caso Garlasco». Constato che i due precedenti pezzi erano animati da uno spirito dis sennatamente innocentista, cui la perizia super partes dell’altro giorno sembra aver dato retroattivamente ragione. Certo, si tratta di una medaglia di latta che non ha nessun senso esibi re. Più interessante mi sem bra il fatto che ancora una volta la mia attenzione si concentri su Alberto Stasi. Sulla storia che lo riguarda che, qualora lui fosse inno cente, mi parrebbe il più perfetto e paradigmatico tra gli incubi contemporanei. Mi spiego. A chi è accadu to di vedere una propria fo to sul giornale sa quanto ta le esperienza sia straniante. La verità è che quella foto ti parla di tutto fuorché di te stesso. Tanto che certe volte hai il sospetto che sia un surrogato, un apocrifo, un’impostura bell’e buona creata ad arte per screditar ti. Non c’è niente di più pe noso della discrasia tra il pensiero intimamente affet tuoso che nutri per la tua ir rilevante personcina e quel la specie di essere disgusto so (quel Mr Hide) catturato dalla foto ora riprodotta, senza il tuo consenso e sen za alcun ritegno, in centina ia di migliaia di esemplari.

Mi chiedo se Alberto Stasi, frattanto, abbia fatto il callo alle sue mille foto apparse in questi due anni sui gior nali. Nel qual caso a que st’ora saprà che non c’è cen timetro quadrato del suo corpo né impercettibile det taglio del suo contegno che non parli di colpevolezza: l’incarnato diafano, la so­brietà dei lineamenti, la sfuggente pudicizia, tutto lo rende l’interprete ideale del ruolo di Stavroghin in una eventuale trasposizione ci nematografica de I demoni di Dostoevskij. Eppure c’è la possibilità che Stasi, a di spetto delle più promettenti apparenze, sia semplice mente innocente. A quanto pare, oltre al suo corpo, al suo contegno e a certe bieche predilezioni sessuali non c’è indizio del la sua colpevolezza. Ed ecco l’elemento che, al postutto, più mi agghiaccia: tutto nel la nostra vita (tutto quello che facciamo e non sappia mo di fare, tutto quello che siamo e non sappiamo di es sere) può offrire la futura prova e il futuro movente della nostra colpevolezza in un crimine che non abbia mo ancora commesso e che forse mai commetteremo.

di ALESSANDRO PIPERNO

proteggevo
ora
quasi
denigro

come un lontano
amico

così
divenuto il mio cuore

un esistenza
[22.44.08] don_vitodesmo: un essere umano
[22.44.16] don_vitodesmo: un soffio
[22.44.25] don_vitodesmo: meno di una goccia o un granello
[22.44.41] don_vitodesmo: una formica che si affanna nell'universo
[22.44.57] don_vitodesmo: per qualcosa che non conosce
BERLUSCONI è UNO STILISTA
equilibrio minato da un rosso bicchiere

equilibrio di scimmia e fumo

equilibrio di santi

di tombe

e rossi pensieri

fra le poesie
bugie

delle impressioni
cosa importa padre mio

di penne
le tue mani

han
trascritto
solitudine

nel mio cielo
manciate di uccelli che non
volano

questo sotto i
profondissimi tappeti
dove disperano i
pallidi

alle stazioni
offrono
ali tarpate di
sogni



"L'economia è mantenuta a galla dalla fiducia di investitori e consumatori che la crescita continuerà
se si penserà che è in arrivo una contrazione la gente smetterà di chiedere prestiti. La gente smetterà di comprare case nuove, gli investimenti cesseranno. La conseguenza sarà che l'economia si ridurrà. Se l'economia non è in crescita continua non ci saranno piu prestiti, e i nuovi prestiti sono i mezzi attraverso i quali si espande la fornitura di moneta. Si fanno soldi attraverso la concessione di debiti, questo significa che se non si fanno nuovi soldi non ce ne saranno abbastanza per ripagare i prestiti e gli interessi esistenti. Questo significa fallimenti e la scomparsa della moneta dall'economia."

"Oil smoke & mirrors" 2005
giovane di poco peso le sue
braccia esili
strumenti di morte lenta

coi sospiri
gli occhi fumavano di
nuovole lontane

così vi dico
nei pantaloni segnati
di sangue le labbra
blu come piovosi inverni
di sostanze remote e

solitudine

galleggia una donna
labbra color vermiglio i capelli
accesi di riflessi incandescenti

è poco piu di cinquanta la sua
pelle nel viso è polvere di sale

al sole come sontuosa lucertola
si lascia ferma

si lascia ferma

e noi giovani solo possiamo
assaporarlo così intenso

il suo vino
questi oggetti volanti

le nuvole
ma poi come il calcio
rapisce le anime
nessuno

capisce quella sfera
veramente pacifica
così sola

una gloria di oceano nella pioggia
una promessa immensa
quando è l'ultimo pensiero che ti suggerisce
comefare il primo sospiro
amare una cosa che ti amerà
In una mano come un calice
diversamente stretto

Cominciava

Un fertile seno di giovane
rosa illibata

La carne sua era più
profonda nel petto

Sconsacrato tabernacolo di
bellezza e

Chiese sporche di
solitudine


mi lascio guarire dalle parole
ancora dimentico
insieme al profumo del vento
Sensazioni
sulla tua bionda chioma

Giovane poco più
di qualche anno
negli occhi

Bellissimi
fiori
Tuona laggiù una porpora
chè
meraviglia

Sfuggire

Quì
nei miei pensieri

Discreti servitori
Di bellezza
Nel cielo grandi maestosità
regnano il disgno antico

Altipiani innumerevoli,
le nuvole
riflettono
orizzonti di solitudine

Dove è il vento
a portarci la bellezza
del loro mistero
Come sei bella
dei tuoi grandi occhi

Bambina

Dove nascono i tuoi cieli.
Dove danzano i tuoi seni
nell'ombra
di un vestito.


Fragile creta

Rossa.



Le tue gambe rapiscono

I sospiri
E' come se il mio volare fosse diventato il bisogno
di volare
per volare, senza secondi fini.
Sfumato poi nella stessa inutilità di
un bicchiere d'amore,
così intimamente profumato di
intenso.

Sarebbe indementicabile, come un cielo

in un giorno di festa. 
Soprattutto privo di triste continuità.
Di ogni solitudine.
Avevo nove minuti ancora per chiarire
cosa provavo li seduto
accanto alle acque che cingevano la piazza.

Non era particolarmente caldo, il vento accarezzava
i capelli, la luce
con gli occhi brillava di diamante.
Era un sentimento delicato e intenso, come
non lo provavo da anni.

Cosa più gli si avvicinava, forse era di primavera,
il senso.
Di libertà che conferiva alle cose più belle
un'indimenticabile.

Nei minuti poi più a lungo fiori
cristallizati di primavere impossibili.
Ecco come può scendere
inaspettatamente una pioggia

Dietro alle quinte
c'era una fermata

La corsa
sempre puntuale

Ed io, io ero li
Io che la godevo
la mia fortuna

Come tutte le donne del mondo
le godevo assieme come
stelle piovute
sul mio solido tetto

Dio mio
quante stelle
Avevo così fretta di vivere
che quasi mi bruciavo
mentre leggevo e passeggiavo
pensavo e tenevo il ritmo
Un passo che propagava
onde sino al capo

Come oscillava come
un mare di pesci guizzanti e
sempre in fuga,
da un oceano così
profondo
"sarebbe come scommettere sulla guerra" dissi io.
"non occorre un interesse economico".

fiesta H.Hemeinghway

Aroma

Ciò che aggrada di più
cosa significa

sarebbe a dire i suoi occhi
come i miei amano
dolci curve di donna

potrebbe essere poi
diverso?
signor consumatore di
immagini

sa io come lei amo i fiori,
il profumo

lei però
vuole la sua pelle
di fiore

mentre il fiore
sul gambo
profuma

lei la terra la vuole
fra le membra per
emanare ciò che
del fiore
non è



come pesano gli occhi

se mi addormentassi ora
diverrei così dolce e inerme
un bambino di carne e
ossa

che ha perduto la sua
pesantezza
e poi che ne sarà mai
del sole per un cristo che
di sole poco intende
soggiogato di luce da
un parapetto riflessa
come fastidiosa mosca
bianca

una pianta addolorata e
tremendamente
assetata
come si può poetare
dinnanzi al piatto di un lurido povero
cristo

mi chiedo chi lo ascolterà
quando le braccia come le gambe
piegheranno il piombo di una
giornata mal
retribuita

chi ascolterà un poeta
che non vuole nascere
perchè è già morto fuori
il mondo

Tempo perso

Davanti alla porta dell'officina
l'operaio s'arresta di scatto
il bel tempo l'ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo e
strizza l'occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

jacques_prevert
Oggi più che mai, un rapporto
ha avuto valore. Come
dissipatore dell'animo,
medicina della mente.

Non libri, persone.

Musica di parole non più
comune delle stelle.
bisognerebbe sapersi lasciare
ai sentimenti
Di qui più indietro, fuori
fianco a fianco di quella
compagna
solerte
chè tornata prima del tempo

l'autunno dopo la primavera

breve non così intenso, posso
intravedervi, fra le nebbie, un deserto


così mancante che sprofonda sempre
più

ora il vento ne soffia via le foschie e me
ne serve di polvere, a rasserenarmi
che il deserto finirà per
uccidermi

quest'abito delicato

se avesse di quanto la rondine, e meno
del serpente
volerei lontano

ove si sente più intenso
il canto del vento
a tarda sera è buon
gusto solere appacificarsi
nel vapore di una tisana

compiuta delle parole
fra le mani
di un buon lettore, che
così sa bene pure
esercitare i pensieri
della notte
Come pioggia che
cade
sui lampioni
disvelare l'infinitamente
delicato delle piccole cose
corde di chitarra
la vita del libero
dai versi è
lontana

l'ombra dell' albero
più grande nel
cielo

lontana

come i sogni e
più dei libri
inutili ali

volare
oltre gli sguardi e
le mani

un giovane
che sono
senza

paure
il circolo virtuoso del sesso
dell'amore come un ricordo

che si sfoglia nell'incontro
del pensiero si
accarezza
l'eterno

amore
apprezzare certe bellezze
può essere cosa difficile per un
operaio non

per un pastore
così bella naturalmente
fresca così
come sei tu
semplice

che basta un sorriso
come fiore

a fare l'amore
Je veux être poète, et je travaille à me rendre voyant : vous ne comprendrez pas du tout, et je ne saurais presque vous expliquer. Il s'agit d'arriver à l'inconnu par le dérèglement de tous les sens. Les souffrances sont énormes, mais il faut être fort, être né poète, et je me suis reconnu poète. »

(J. A. Rimbaud, lettre à Georges Izambard, Charleville, 13 maggio 1871.)
bocciata
l'azzardo
quello che
mi si avvicina
fatale

come insidiosa linfa
nella notte

voglio volare via
però con lei
dalla coscienza

poichè dei valori
della morale lei
libera fiera
primordiale

mi rapisce
Del fuoco nelle sottane, architetture lontane

Paolo Conte
è il malessere che abita
i miei occhi ad
appesantire i miei
pensieri

le mie stesse parole sono
malessere

mi sono approssimato
allo zero
terribile
che potrei scorgerlo e rimanere
pietrito di solitudine e
annientamento
tre quattro due
intreccio di materia
nel pensiero che è materia

fiori che sbocciano su fiori
che piangono

tre quattro due
numeri

desideri
gioia del naufrago
disegno del bambino
equilibrio dell'ubriaco
misura del cielo

così dolce piccolo
mio delirio sulle
note di un violino
Come muori
fra le mie
dita

Come inalberi e
fiorisci
tempestosa
sulle nuvole

Sempre
più alte così
invisibili
rinascimento di una cosa
morta forse
l' ispirazione

fumo di parole dolce
come tramonto
fiori su prati e
alberi che piangono

il sole come una tromba
piove sulle acque
e
riflette incandescenze di
solitudine

le stelle
dormono ancora e

tu come loro
non bastano
infinite parole
nel descrivere i sensi dei miei ricordi

non odori immagini suoni

sarebbe così facile
lontano correre
lontano nei miei cieli

lontano nei profondi
oceani di tenue
solitudine
vi scorgo piccole rose
nei particolari del viso

e ammiro se
mostrate se
incosapevoli siete

un sorriso
aspettami non correre
voglio piangere

si così tanto
che non sai

io mi nascondo
tu non mi vedi e
mi cerchi sempre più

così tanto che ho paura

e ti sento vicina
così come non vorrei

sentimi
voglio scappare
ora
tu perdonami

voglio solo amare
dead soul

joy division
lacrime di cielo lacrime
di cielo scendono le
lacrime
il cielo
sai com'è la paura

quando è così vicina che non ti dimentichi
il suo fetore e sei sempre e
solo con lei
oggi come ieri torna

non se ne è mai andato
è sempre

qui dalla mia miseria
come
amarezza che
guarda
mi chiesi come
avevo potuto
fin'ora

senza lavorare

come potevo
sognare
libero
ora
si ripete
ogni settimana la vita si ripete
ogni settimana

poi lunedì prima
la domenica dopo
non si lavora

così via discorrendo di
morte in vita
la foglia
le foglie

cadono prima forse
dopo
gelide distrazioni
trascorse
interminabili

mesta euforia
della confusione

molta per
l'amore

inderminato granello
compiuto di
solitudine
Donne
lontane come soli
sfrigolano la carne che
svolge il
pensiero

indomato sempre
desiderato
figlio

profondo e terribile
"Se c'è una cosa che non sono più in grado di fare è la corte a una ragazza, non so cosa potrei dirle e d'altronde non c'è ragione che le dica qualcosa, non voglio niente da lei, non ho niente da proporle, tuttavia sento che il matrimonio mi blocca, m'imprigiona e ho voglia di evadere. La prospettiva di una felicità senza scosse m'immalinconisce e mi scopro a ripensare i tempi lontanissimi in cui provavo anch'io gli spasimi dell'attesa. Sogno una vita fatta solo di primi amori, d'amori durevoli. So di volere l'impossibile, non invidio nessuno e quando vedo due innamorati, penso meno a me, a quello che ero, e più a loro, a quel che saranno, per questo amo la città, la gente passa e sparisce, non la si vede invecchiare, quel che rende straordinario ai miei occhi lo scenario di Parigi, le sue strade è la presenza costante e fuggevole di donne che s'incrociano a ogni momento e che quasi certamente non rivedrò mai più, purché siano la, indifferenti o consapevoli del loro fascino, felici di verificarne l'effetto su di me, come io verifico il mio su di loro, per un tacito accordo senza sguardi o sorrisi anche appena accennati. Sento il loro potere d'attrazione senza esserne attratto, tutto questo non mi allontana da Helene, al contrario mi dico che le bellezze che mi passano davanti sono il naturale prolungarsi delle bellezze di mia moglie, la arricchiscono con la loro bellezza ricevendone in cambio un poco della sua, la bellezza di lei garantisce la bellezza del mondo, viceversa quando abbraccio Helene abbraccio tutte le donne. Sento che la mia vita passa, che altre vite passano parallele alla mia e sono quasi frustrato di rimanervi estraneo, di non aver saputo trattenere ogn'una di queste donne anche per un solo istante nella loro corsa verso chissà quale lavoro, verso chissà quale piacere, e sogno, sogno di possederle tutte."

Dal film "L'amore il pomeriggio" di Eric Rohmer, Francia 1972. Scena N° 5: Sognare di donne
talvolta la luce mi è
amica

negli acquitrini riflette
geometrie del cuore

se lo desidera
mi porge le affusolate dita

e lungo una donna
amante

cosicchè possa rubare
il silenzio di un suo
sospiro
correvano come lunghe trecce
dalle spalle

danzavano
su mari
di granturco e
schiudevano
come
piogge
lontane

riflessi di sole
vedere attraverso un' immagine
sfiorare la musica
di un momento
ti sei permessa
come donna
di desiderarmi

ora come zattera nel
soffio della tua tempesta

così breve così intensa

rovinatrice di cuore
mi hai mostrato la tua
bellezza
solitarie domande aggirarsi
fra stanze vuote come
folle indomate e
mai sazie di
consuetudini

assurda la capacità di
rimanere privi
come vivi
giacendo

alla mercè di un divino
irrisolto
quale amore
nella notte di un cielo
fiorisce
certe gelide parole
echeggiano nello spirito
e questo turbato non
assopisce

dietro quei ricordi
scorge
una tristezza priva di
contorno

e dilaga e rovescia
come una piena

che pare eterna
nel pensiero
l'orrizzonte imbrunito d'inverno
va dischiudendosi e
così
gentilmente consumato
della brezza sopra il mio capo
pallido è il primo azzurro di
primavera
rimane un profondo senso di solitudine
una angoscia così profondamente presente
che spezza i pensieri e mutila le parole

rimane come una marea
nel cuore
insieme a pensieri tristi e
paure

la sento sulla pelle
negli occhi dietro le spalle
come un nero
volatile

sopra la mia incapacità
di evadere

senza una parola
sperando
sempre attrai e fai
tuo lo spasimo

attraverso te
come un pesce perduto e pazzo
un ossigeno così intenso e
prezioso

mi attraversa
sai ragazza ti lascio
frugare i miei occhi

puoi rubarli se vuoi
lo amo

tu vuoi qualcosa
prendilo così
come viene

io ti lascio frugarmi
la carne
il pensiero è già tuo

cosa mi è rimasto ragazza
tu vuoi tutto e io
affogo

sono pazzo di te e
di te vorrei le labbra
i loro odori

ragazza lasciami
dimenticare

ragazza
lasciami nel cielo
un tuo momento
mi sveglio umido
sopra l'ombra di un
ricordo

umido
immobile e
velato

corre breve fra i
sospiri dei
capelli

pervade li occhi
ottenebrati da
vuoto

umido e immobile e velato
perso nella profondità
delle ombre

l'amore
il sole dietro
una notte
sorge

e spera che
un giorno lei possa
per sempre

dimenticare
pieni e fecondi
azzurri

cieli

pregni di tutta
la bellezza

melograni
fenomeni lontani

negli occhi
come sfere

infiniti
senza delirio
When routine bites hard
And ambitions are low
And resentment rides high
But emotions won't grow
And we're changing our ways, taking different roads
Then love, love will tears us apart again
Love, love will tears us apart again
Why is the bedroom so cold
You've turned away on your side
Is my timing that flawed?
Our respect run so dry
Yet there's still this appeal that we've kept through our lives
But love, love will tears us apart again
Love, love will tear us apart again
You cry out in your sleep
All my failings exposed
And there's a taste in my mouth
As desperation takes hold
Just that something so good just can't function no more
But love, love will tear us apart again
Love, love will tear us apart again
giace una lacrima
l'orizzonte la regge
le mani
come nuvole la coronano
immobile sempre
immacolata

una goccia scende
dietro il mare

non si perde
rinasce
velluto attraverso
prati inerti e
bianchi

rosso il drappello
che sempre accarezza

il cielo del tuo
viso

ermetica stella
nella selva
Love will tear us apart

Ian Curtis
Joy Division
linea esterna che delimita una figura disegnata, contorno
bianco nero bianco
nero

dalle finestre
corvi

e noi come sordi
danziamo

privi di alcuno
senso

danziamo nel cielo
nel fango
nero

soli e privi di
senso
l'emozione di un raggio
tramonta nel mare
dove profondi pesci
guardano
scaturiva come l'ago
zampilla di gocce scure
nella pelle più
profonda

dannato vivere
amore lontano

perso fra le dita di una
mano immensa
non basta il tempo a cucire
il cielo

servono notturne mani
di artigiano come
ali

e poi il vento
molto
fra i capelli fino a
dimenticare