Le nuvole in cielo
si conoscono si
toccano

Sembrano compagine di
razze diverse

Sembrano divinità
rivelate

Titani incuranti e
dissoluzione

di artista assorto
sembrano il soffice
richiamo
Si sente
un
piccione
tubare

Pare
sovrasto
d'un filo
immenso

l'amore

viola sul petto
bagnarsi e
violentarsi di
rosso
nel vetro dell'occhio
solo

Negra
creatura

Cenere di
città

Verso di
universo
Digitalizzato
mi sento anello
didue lontane
metafisiche

LE CURIOSITA' PROIBITE DI SOPHIE

Siamo nella Londra puritana di fine anni '50. Sophie, una studentessa modello, carina e molto secchiona, si vede consegnare per strada da uno sconosciuto una specie di decalogo delle sconcezze o perversità. Attratta suo malgrado, si troverà sottoposta dallo stesso misterioso personaggio ad affrontare delle prove di iniziazione sessuale sempre più sfrenata. Alla fine lo studio forse ne risentirà, ma in compenso Sophie sarà diventata sicuramente molto più aperta e spigliata su certi argomenti.

di Erich Von Gotha

Internet
èra già
mio padre
Per un artista, che è l'ossessione d'un esteta, è comune soffrire per la propria produzione.
Questo lo spinge ad eliminare sistematicamente sè stesso.
L'unico modo per mantenersi eternamente artista.
Prendete un giornale. Prendete le forbici. Scegliete nel giornale un articolo della lunghezza che desiderate per la vostra poesia. Ritagliate l'articolo. Ritagliate poi accuratamente ognuna delle parole che compongono l'articolo e mettetele in un sacco. Agitate delicatamente. Tirate poi fuori un ritaglio dopo l'altro dispondendoli nell'ordine in cui sono usciti dal sacco. Copiate scrupolosamente. La poesia vi somiglierà. Ed eccovi divenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità, benché incompresa dal volgo.

(Tristan Tzara, Per fare una poesia dadaista)

Di già?

“Gli uomini dovrebbero sperare che da nient’altro se non dal cervello derivino le gioie, i piaceri, le risa e gli svaghi, e i dispiaceri e le angosce, lo scoramento e le afflizioni. E grazie a ciò, in special modo, noi acquisiamo la saggezza e la conoscenza, e vediamo e udiamo e sappiamo ciò che è giusto e ciò che è infame, ciò che è buono e ciò che è cattivo, ciò che è dolce e ciò che è insipido… e per mezzo dello stesso organo diventiamo pazzi e deliriamo, e le paure e il terrore ci assalgono… Tutte queste cose sopportiamo dal cervello, quando esso non è in salute.”

( Ippocrate, traduzione del 1952, p. 159)