Fra due ambienti
Ora, continua Block, immaginiamo che al posto di un miliardo di neuroni ci sia una popolazione di un miliardo di persone, per esempio cinesi. Immaginiamo che questo miliardo di cinesi sia convinto ad eseguire i medesimi passi che i neuroni eseguono per elaborare una data funzione mentale. Tuttavia, la popolazione della Cina nel suo complesso non avrà alcuno stato mentale identico a quello che un cervello presenta.
Il filosofo funzionalista Fred Dretske[21]ha sostenuto che i sistemi rappresentazionali appartenenti ad organismi biologici hanno come fine evolutivo quello di rappresentare il mondo interno ed il mondo esterno. Drestke distingue, seguendo lo psicologo cognitivo Jerry A. Fodor, a) l’avere esperienza di k(rappresentazione sensoriale) e b) l’avere pensieri (credenze, giudizi) sull’esperienza di k (rappresentazione concettuale).
« Avere una proprietà disposizionale non è essere in uno stato particolare o subire un mutamento particolare; è essere costretti o soggetti a essere in uno stato particolare, o a subire un particolare mutamento, quando si realizza una condizione particolare[13] » |
(Gilbert Ryle, comportamentista logico) |
percepite dai sensi e che quindi esse nascono dalla relazione tra oggetto e sensi, sebbene siano effettivamente contenute solo nei sensi tant’è che quando la sensazione termina, cioè l’azione dell’oggetto sui sensi non ha più luogo, essa scompare e non rimane che il puro nome, a differenza invece delle qualità oggettive che, essendo inerenti all’oggetto, permangono anche quando non sono direttamente ed attualmente percepite dai sensi:
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