Come si avvicinava il desiderio di quelle parole, leggendole
volevo possederle. La dove la critica mi veniva meno, scaturiva
tutta l'onnipotenza di un genio. Persuaso da una storia divina, la
mia vita era come un senso inafferrabile, ed io colpito. Ne ero
sicuro dove si animava profondo, come tutta la poesia del mondo, il cuore.
Fiori e sangue e odori, profusi da intensi calici ove giaceva la cosa. Il dolore.
Così mi inginocchiavo di fronte al genio. Così mi chiedevo cosa. Cosa
per scarnarmi di tutta la mia imperfezione si era scatenato nelle
mie vene. Con quale meritevole flagello si fosse scagliata tutta la mia
rabbia dal petto. Grazie per avermi consumato un fiore immenso.
Grazie per avermi donato l'amore di un dio sempre lontano.