Lei

Desideravo come sempre
Di avvicinare la mia mano
Alle sue labbra più
Profonde

L'inferno

Dei seni dei liquidi
Materia di un quadro
In dissoluzione
Colava

Profumi antichi come
La struttura del petto
Incarnato di seni

Una chiesa

Fino alle dita
Fondeva come sangue
e Oro e
Vino

cena consumata
Nella notte

-

Volgarità

Dovevi rincasare
Così aperta di me
Ti sfilasti

Eri vento responsabile

Desideravi ancora
Quella notte come
Tuo padre la
Pace e

Mi sussurasti
Una follia

Una volta ancora
Prima delle ventiquattro

Alla macchina quando
Fianco a fianco ne
Passano altre
Indifferenti e
Contrarie

Mi sgorgavi dalle vene
Come sperma da
Un cuore ferito

Pulsavi e
Ti mostravi così
Proibita

Una mezza
Creatura sopra la vita
Sotto l'inferno
Sappiamo tutti
Cosa di uno sguardo
Colpisce

Una grazia che copre
Delicata le cose

Neve

L'aveva voluta troppo che
Non bastava una rete come
Il mare a intrappolare il
Mistero dei suoi occhi

Svelare una donna e
Bere un oceano
Ode alla vita

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle 'i'
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda
Avevo fra le dita
Un pelo

Era leggero
Pareva nero
Come un ragno

Si era lasciato cadere nel
Mio nido come neve

Il palmo mio l'aveva poi
Rapito
La poesia rimane sempre
Una perdita di tempo
Ci sospende
Un cavo
A noi poeti
Digitali
Chi è sano

se essere l'àlter ègo di sè stessi
è considerata normalità
Mi hai colto prostrato
Sole della sera

Diversamente rosso
Parevi
Specchio
Infranto di
Incadescenze

Non ti ammiravo
Come si devono
Le altre cose del
Cielo

Eri l'ardor del
Nomade e del
Deserto

La pietra più bella
L'occhio del mio
Signore

Bramavi me
Il mio sguardo
Pieno di
Universo

Ero rimasto
Ombra di ghiaccio al
Sole

Mestre

Labirinto mestrino
Poche consegne
Eri lontana e
Breve

Mestre
Digitale

Decisa come
Diretta sfociavi
Nel porto

Mestre
Una come tante
Un segmento

Piena di puttane
Di matti e camionisti

Ventre di pesce
Mestre

Oggi ti scrutavo e
Tu mi rapivi

Oggi
Dalle tue sottane
Rubavo palazzi
Brutti come cazzi

Oh Mestre a me
Corteggiavi randagia
Il gatto e la preda

Ammaliavi
Ammaliavi l'occhio
Nel tuo decandente
Sguardo italico
Con le altre si
con le altre si che lo farei ma con te mai
devi fermarti poco prima degli spasimi
toccami le scarpe di vitello blu
sei tu sei tu
sei così bella, sei come la mia mamma
cantami la ninna nanna
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Ho fatto un sogno, ho visto un mondo nuovo
dodici elvis volanti paracadutati sopra il Caesar Palace.
Rimani, rimani, liberami le mani
giochiamo ancora a ping pong
come due bravi senatori romani.
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Scrivi, scrivi pure la mia biografia
ma per favore devi dire che sei stata solamente mia,

vedi che la moglie di cesare
deve restare al di sopra del sospetto
ma siediti sul letto
Non vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre l’oceano ormai è pacifico
dammi un anestetico.

(Caesar Palace, Virginiana Miller)
Io ne ho viste cose che vuoi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire.