"La musica testimonia il fatto che l'essenziale in tutte le cose è NON SO CHE (charme) d'inafferrabile e d'ineffabile; essa rafforza in noi la convinzione che, ecco, la cosa più importante del mondo è proprio quella che non si può dire"

Debussy
La ricchezza secondo natura ha confini ben precisi ed è facile a procacciarsi, quella secondo le vane opinioni cade in un processo all'infinito.

Epicuro

La vita privata altro non è che quella zona di spazio, di tempo, in cui non sono un'immagine, un oggetto. Ciò che devo difendere è il mio diritto politico di essere un soggetto

Roland Barthes la camera chiara

Il processo di antropizzazione della natura promosso dalla civiltà europea e la sua progressiva conquista del mondo non si devono solo alle capacità tecnico-scientifiche; forse in essa ha giocato anche una tendenza aggressiva propria all’Europa carnivora di cui parlava Braudel, in relazione all’alto consumo di proteine animali. L’ascia e il vomere sono gli strumenti per asservire la natura, secondo un’ambizione biblica e prometeica. Lo storico della tecnica Lynn White ha attribuito alla tradizione ebraico-cristiana la responsabilità maggiore di quella volontà imperialistica che affida al lavoro e alla progettualità umana il compito di dominare e assoggettare una natura ostile e priva di sacralità: l’arroganza del cristianesimo, la più antropocentrica delle religioni, avrebbe legittimato lo sfruttamento sistematico dell’ambiente (nel suo solco è nata la società dei consumi) e sarebbe da considerare una delle radici determinanti dell’attuale crisi ecologica. Ma forse le religioni hanno scarsamente influenzato il comportamento umano nei confronti dell’ambiente. Anche l’Oriente ha finito per accogliere una fede più seducente, quella della rincorsa alla crescita economica; i sacerdoti del (neo)liberismo hanno espulso la natura dall’economia, considerandola al massimo un deposito di risorse in attesa di essere sfruttate.

Ma «la creatura che la spunta contro il suo ambiente distrugge se stessa», scriveva Gregory Bateson

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qausi aforismi

Unire le carni è così naturale
Vorrei dire la nostra unica vocazione

Come animali la si riceve
Ed è così piacevole

Una polaroid dell'eterno
Al contrario
L'amore

Bene a tutti quelli che non basta
Rimane l'arte, la filosofia, la teologia

La prima forse la più simile alla stessa vocazione che l'ha generata
è fondamentalmente mero simulacro

La terza ci propone di scegliere fra
Un dio che ci ama ma non riesce, quindi imperfetto
O un dio perversamente sadico

La filosofia sostiene che sono entrambe le cose della teologia
E nessuna delle due
L'aporia
la neve questa mattina
diafana sul silenzio delle strade
cura gli animi delle persone
portando segreti come fiocchi
conclusi, perfetti, immutati
bianchi
Va bene immaginatevi questo.
Siete seduti su di una comoda poltrona. L'atmosfera è familiare.
Vi stanno massaggiando il corpo, vi offrono da bere e
fuori c'è moltissimo ossigeno purissimo. Solo una cosa vi imbarazza, uno specchio.
Vedi delle mani sul tuo collo stringere, ti rendi conto che il tuo respirare in
verità non è così disteso come il fare dei massaggi. E' un continuo rilassato
fluire di un sotilissimo, algebrico flusso d'aria. Nulla di meno, nulla
di più.
Fuori tutto continua ad essere incantevole, ma è difficile approfondire lo sguardo in
tanta bellezza quando si ha le cervella appese a un filo!

Cosa è sufficiente in te se tutto è necessario. Lavarsi i denti, dormire, comunicare.
Le macchine esistono per te, non ci puoi fare niente, non ne hai la forza.
Sei solo così unito.

Appartenere al più importante nulla

Cosmo
Quanta attenzione merita
Quel tuo piccolo mite
Stivale

Impenetrabile vorticoso
Generatore di stelle

Gli ospiti tuoi
Più belli

Italiani d'Italia
Grandi cuori quanto millantatori
Amanti e assassini
Maestri
Fratelli
Servi

Imperatori