dal livello delle strutture narrative al livello delle strutture discorsive è
denominato convocazione, nel senso che chi vuole produrre un discorso convoca
una serie di conoscenze e capacità che gli sono offerte da repertori personali e
culturali, e trasforma i ruoli più o meno astratti delle strutture semio-narrative in
spazi, in tempi, in attori, in temi, in figure. In altri termini, comincia la vera e propria
messa-in-scena, con luoghi, personaggi, temi, in un’ottica narrativa pienamente
umana.
Alla base della convocazione c’è un’istanza dell’enunciazione che media tra
un’enunciazione, cioè un contesto produttivo originario, e un enunciato, che quindi
presuppone un’enunciazione e ne mantiene delle tracce (marche)
denominato convocazione, nel senso che chi vuole produrre un discorso convoca
una serie di conoscenze e capacità che gli sono offerte da repertori personali e
culturali, e trasforma i ruoli più o meno astratti delle strutture semio-narrative in
spazi, in tempi, in attori, in temi, in figure. In altri termini, comincia la vera e propria
messa-in-scena, con luoghi, personaggi, temi, in un’ottica narrativa pienamente
umana.
Alla base della convocazione c’è un’istanza dell’enunciazione che media tra
un’enunciazione, cioè un contesto produttivo originario, e un enunciato, che quindi
presuppone un’enunciazione e ne mantiene delle tracce (marche)
In una delle sue intense poesie la scrittrice Emily Dickinson dice: “Il cuore non dimentica / finchè non contempla / ciò che rifiuta”. Sembra che, allo stesso modo, la mente che non riesce a vedere bene ciò contro cui lotta, che non riesce a capire cosa sta cercandoveramente di evitare, continui, ossessivamente, a rimettere in scena la propria protesta cercando esperienze penose in cui combattere contro un fantasma per perdere, ancora una volta, la battaglia
Il colore provoca delle reazioni e stimola l’attività dei processi biologici negli esseri viventi: il più noto e scontato è la vista. Il colore permette di capire la forma e le dimensioni degli oggetti, le distanze e le relazioni spazio-tempo, influenza il sistema involontario modificando la pressione sanguigna, il tono muscolare e la frequenza respiratoria stimolandoli o riducendone l'attività a seconda del bisogno.
Da sempre s’è tentato di rintracciare il valore dellasimbologia cromatica. Riportiamo di seguito degli stralci ed annotazioni sull’interpretazione dei colori e la loro percezione, quali “avvenimenti, fenomeni psichici consci ed inconsci”. Rimandiamo alla bibliografia suggerita per approfondimenti degli argomenti trattati e del pensiero completo degli autori.
In numerosi articoli scientifici l’Oliverio Ferrarisdistingue tra:
- colori caldi (rosso, giallo, arancione) che suscitano attività, eccitazione, serenità, gioia di vivere, impulsività,
- e i colori freddi (verde, blu, violetto) che suscitano passività, calma, inerzia, tristezza, malinconia inducendo alla riflessione.
Widmann invece analizza ed approfondisce i significati simbolici e psichici propri di alcuni colori, di seguito alcuni stralci, rimandando alla bibliografia per ulteriori approfondimenti.
Il rosso: “fuoco, spirito, scintilla che origina la vita”, colore dell’affettività, delle emozioni, intraprendenza, sofferenza, rabbia, coraggio e volontà di dominare; simbolo dell’aggressività e dell’ostilità esprime le componenti psichiche violente; ricevere e dare la vita, piacere dell’azione e della seduzione. In termini temporali rappresenta il tempo presente, chi usa questo colore vuole che la sua attività sia intensa d’esperienze.
Il giallo, “colore più prossimo alla luce”, mobilità interiore, intuizione e movimento centrifugo, esplosività pericolosa; distinzione in negativo, evanescenza e illusione; più del rosso è il colore dell’aggressività; più è puro e più è libertà, attività, cambiamento come bisogno di sviluppo. È simbolo della coscienza del Sé, riconoscimento da parte degli altri, del sapersi, conoscersi e percepirsi, dell’intuizione e della rivelazione che però non è mai totale.
L’arancione è preferito da chi possiede spirito vivace, sereno, orientato al positivo; comprende gli aspetti “forti” del giallo e il “calore” del rosso; esprime dinamicità e giocosità della vita; bisogno di rinnovamento psicofisico, ricerca di libertà ed illuminazione spirituale.
Verde: “vita che si perpetua attraverso la generazione”, colore dell’attaccamento alla vita, alla quiete, al desiderio d’immortalità, speranza, apertura sentimentale, è la natura a cui si tende per recuperare silenzio e distensione interiore. Preferito da chi introietta, frena le proprie emozioni, di chi è fermo, perseverante con forte volontà d’operare, alla ricerca di considerazione, di realizzazione personale tanto da diventare rigido, tortuoso e calcolatore.
Il blu, impenetrabilità misteriosa, “colore d’aria, eternità senza tempo”, energia mentale, pensiero riflessivo, introverso, ragionamento acuto, “freddezza” affettiva, senso morale e controllo razionale. Rappresenta ritiro, desiderio nostalgico di ricongiungimento con il passato, di riposo, di un ambiente calmo che faciliti relazioni tranquille e libere da tensioni è associato a forme rotonde e movimenti di chiusura.
Il viola: “equilibrio terra e cielo, sensi e spirito, passione ed intelligenza, amore e saggezza”, razionalità che interiorizza l’emotività, colore della rassegnazione, raccoglimento, espiazione e trasformazione illimitata. Simbolo della sintesi tra opposti psichici, della dialettica maschile/femminile.
Il bianco, “origine di tutti i colori”, fuga, liberazione e libertà, opposizione, difesa affettiva ed emotiva; solitudine e vuoto di chi si trova in un momento di pausa e svuotamento di vitalità, aperto tuttavia alla speranza, a molteplici nuove possibilità, ad un nuovo inizio; simbolo della coscienza, del Sé, dell’individuo realizzato nella sua totalità, nella sua immagine di perfezione.
Il nero, “vuoto che precede la creazione e dello stato psichico che precede la coscienza”, distacco da una certa condizione e passaggio ad un altro livello attraverso il dolore. È completa rassegnazione, depressione, espressione di dolore, sofferenza angosciosa, misteriosa ed inconscia, indice di anaffettività, devitalizzazione e malinconia.
Il grigio, “niente di ogni cosa”, quando è scuro rappresenta un groviglio energetico, un blocco psichico, un distacco, mentre argenteo è carico di movimento, propensione all’azione e all’eccitabilità psicofisica. Poco usato perché privo di vitalità, coinvolgimento, risonanza affettiva, è immobilità, tendenza depressiva, mancanza d’autodefinizione, di gioia del vivere e d’una via d’uscita.
Marrone: “fuoco e fumo, amore e tradimento”, simbolo materno della materia, delle forme, rigenerazione, corporeità e rilassamento appagante, è associato alla semplicità, alla vita comune, all’abbandono fiducioso, all’introversione, a contenimento, accoglienza e all’interiorità come rinuncia della dimensione narcisistica.
Il colore, rispetto alla forma, è codificato dal sistema ipofisario, livello più basso del sistema nervoso, pertanto diventa linguaggio emotivo che permette d’evidenziare aspetti psichici altrimenti insondabili soprattutto per coloro che mostrano difficoltà nel comunicare le proprie emozioni.
Bibliografia:
G. CROCETTI, “Il bambino nella pioggia”, Armando Ed., Roma 1986.
M. DI RENZO, “Il colore vissuto”, Scientifiche Magi Ed., Roma, 1998.
M. DI RENZO, C. WIDMANN, “La psicologia del colore”, Scientifiche Magi Ed.,Roma, 2001.
J.W. GOETHE, “La teoria dei colori”, Il Saggiatore Ed., Milano, 1999.
M. LUSCHER, “La persona a quattro colori”, Astrolabio Ed., Roma, 1993.
M. LUSCHER, “Il test dei colori”, Astrolabio Ed., Roma, 1976.
A. OLIVERIO FERRARIS, “Il significato del disegno infantile”, Boringhieri, Torino,1975.
C. WIDMANN, “Il simbolismo dei colori”, Scientifiche Magi Ed., Roma, 2000.
L. WITTGENSTEIN, “Osservazioni sui colori”, Einaudi Ed., Roma, 2000.
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