Anche Leibniz conciliò l'entelechia aristotelica con la visione neoplatonica, facendone una proprietà essenziale della monade, cioè di ogni "centro di energia", capace di svilupparsi autonomamente verso la propria meta: ogni monade non riceve alcun impulso dall'esterno, ma tutte insieme formano un complesso unitario, retto al suo interno da un'armonia prestabilita da Dio, Monade suprema. Esse sono infatti coordinate al pari di tanti orologi, funzionanti per conto proprio ma sincronizzati tra di loro.

« C'è dentro di me non so che spirito divino e demoniaco; quello appunto di cui anche Meleto, scherzandoci sopra, scrisse nell'atto di accusa. Ed è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte. »
(Apologia di Socrate, 31 d)


« Eros è un gran Dèmone, o Socrate: infatti tutto ciò che è demonico è intermedio fra Dio e mortale. Ha il potere di interpretare e di portare agli Dèi le cose che vengono dagli uomini e agli uomini le cose che vengono dagli Dèi: degli uomini le preghiere e i sacrifici, degli Dèi, invece, i comandi e le ricompense dei sacrifici. E stando in mezzo fra gli uni e gli altri, opera un completamento, in modo che il tutto sia ben collegato con sé medesimo. »
(Platone, Simposio 202, D-E)

più potenti degli uomini ma meno degli Dèi
A differenza di questi ultimi che sono sempre buoni, tra i Dèmoni ve ne sono anche di cattivi. Quando gli antichi miti narrano di Dèi in lotta fra loro coinvolti in passioni umane, questi, per Senocrate, parlano di Dèmoni non di Dèi. I Dèmoni hanno un posto di rilievo sia negli atti cultuali sia negli oracoli. I Dèmoni infine corrispondono ad anime umane liberate dai corpi dopo la morte, permanendo in loro il conflitto tra bene e male, essi lo trasferiscono dalla Terra al mondo celeste.





« Inoltre rimane la cura di non insozzare il Dèmone che ha preso dimora nel nostro petto, la cura di non turbarlo con impressioni confuse e molteplici; di mantenerlo sereno e benigno, tributandogli rituale e onore come a un Dio; e non dire nulla che sia contrario al vero;Non far nulla contro giustizia. »
(Marco Aurelio, Colloqui con se stesso Libro III, 16)





« Platone, Pitagora, Senocrate, Crisippo, seguaci dei primitivi scrittori di cose sacre, affermano che i Dèmoni sono dotati di forza sovrumana, anzi sorpassano di molto per estensione di potenza la nostra natura, ma non posseggono, per altro, l'elemento divino puro e incontaminato, bensì partecipe, a un tempo, di una duplice sorte, in quanto ad una natura spirituale e sensazione corporea, onde accoglie piacere e travaglio; e tale elemento misto è appunto la sorgente del turbamento, maggiore in alcuni, minore in altri. Così è che anche tra i Démoni, né più né meno che tra gli uomini, sorgono differenze nella gradazione del bene e del male. »
(Plutarco, Iside e Osiride, 25)


Alessandro d'Afrodisia sostiene che il daimon di ogni uomo consiste nella sua stessa natura

Nel neoplatonismo, Plotino affida al «daimon che ci è toccato in sorte» il compito di guidarci nell'ascesa al soprasensibile, tramite la forza dell'eros e della bellezza. Poiché il pensiero cosciente e puramente logico non è sufficiente, si tratta anche in questo caso di un'ispirazione mistica, della scintilla di uno spirito divino grazie a cui è possibile elevarsi dalla dimensione materiale a quella intellegibile. Secondo Porfirio, lo stesso Plotino era assistito «da uno di questi demoni che sono prossimi agli dei».











La transizione alle religioni moraleggianti – dicono i ricercatori - è coerente con il passaggio da strategie di vita a breve termine (basate sull'acquisizione delle risorse e su interazioni coercitive) a strategie di lungo periodo, che puntano sull'autocontrollo e su interazioni cooperative).


ciò che percepiamo come freccia del tempo è in realtà solo l'inesorabile riarrangiamento di stati altamente ordinati in inutili configurazioni casuali, un prodotto della tendenza universale di tutte le cose di raggiungere l'equilibrio tra di esse.

"la freccia del tempo", come la chiamò per primo l'astrofisico Arthur Eddington nel 1927, è stata che si tratta di una proprietà emergente della termodinamica

Arthur Eddington coniò il termine 'freccia del tempo', e fece la famosa affermazione che il rimescolamento di materia ed energia è l'unica cosa che la natura non può annullare”, aggiunge Barbour. "Noi siamo qui, a mostrare al di là di ogni dubbio che questo è in effetti esattamente ciò che fa la gravità. Prende sistemi che sembrano straordinariamente disordinati e li rende meravigliosamente ordinati. E questo è quanto è successo nel nostro universo. Stiamo realizzando l'antico sogno greco dell'ordine che emerge dal caos."


Disponendo di tempo sufficiente – in effetti un tempo infinito - tutto ciò che può accadere accadrà, compreso l'emergere di una grande regione a bassissima entropia, che non sarebbe altro che una fluttuazione statistica di un universo senza età, ad alta entropia, che si trova in uno stato di quasi-equilibrio.


l'universo come lo conosciamo ora non è senza età né immobile. Devono spiegare l'emergere della freccia del tempo all'interno di un universo relativistico dinamico,


la sola forza di gravità prepara il terreno all'espansione del sistema e all'origine della freccia del tempo, il tutto senza dover ricalibrare dei parametri per predefinire una condizione iniziale di bassa entropia.


Da questo stato di bassa complessità, il sistema di particelle si espande poi verso l'esterno in entrambe le direzioni temporali, creando due frecce del tempo distinte, simmetriche e opposte. Lungo ciascuno dei due percorsi temporali, la gravità poi tira le particelle in strutture più grandi ordinate e complesse, equivalenti nel modello ad ammassi di galassie, stelle e sistemi planetari.


Da qui, il trascorrere del tempo termodinamicamente standard può manifestarsi e distendersi su ciascuno dei due percorsi divergenti. In altre parole, il modello ha un passato ma due futuri. Come è suggerito dall'indifferenza al tempo delle leggi della fisica, la freccia del tempo in un certo senso può muoversi in due direzioni, anche se qualsiasi osservatore può vederne e sperimentarne solo una. "E' la natura della gravità a strappare l'universo dal suo caos primordiale e a crearne la struttura, l'ordine e la complessità", dice Mercati. "Tutte le soluzioni si scompongono in due epoche, che vanno all'infinito nelle due direzioni temporali, separate da questo stato centrale che ha proprietà molto caratteristiche."


Se la gravitazione si rivelasse fondamentale per la freccia del tempo, questo potrebbe generare prima o poi previsioni verificabili e, in prospettiva, condurre a una spiegazione della storia e della struttura del nostro universo osservabile meno ad hoc di quella dell'inflazione.


Carroll ha ancora fiducia nella prospettiva che l'aumento di entropia sia la sola fonte per la freccia del tempo, senza bisogno di altre influenze come la gravità. "Tutto ciò che accade nell'universo per distinguere il passato dal futuro è in ultima analisi dovuto al fatto che l'entropia è più bassa in una direzione e più elevata nell'altra",


he ogni volta che si ha una collezione finita di particelle in uno spazio molto grande si avrà il tipo di comportamento generale che descrivono.


Il segreto termodinamico per il successo del modello, dicono, è l'ipotesi che l'universo abbia una capacità di entropia illimitata




Se non c'è limite alla quantità di entropia, allora si può iniziare da qualsiasi punto, e da lì ci si aspetta che l'entropia aumenti quando il sistema si sposta per esplorare regioni più grandi dello spazio delle fasi. L'inflazione eterna è il contesto naturale in cui invocare questa idea, poiché sembra verosimile che l'entropia massima sia illimitata in un universo che si gonfia per l'eternità.

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le letture agli sfaccendati
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Per chi sa discernere la realtà dalla sua ignoranza