"ci" verrà pensato come l"’apertura" (Ofjénheit) che appartiene all’essere, in cui l’uomo è "gettato" dall’essere stesso.

Piega

Noi vi si inserisca noi stessi

Percepire le cose per quello che sono e non per se stessi

Parlato breve frammentato sospeso drammatico ineffafabile

Allentare doppio legame che tiene le sue idee in contatto con i suoi sentimenti e la sua anima con la vita, far conversare fra loro le proprie idee per il semplice piacere di farlo

nella filosofia continentale [14] Heidegger ha sviluppato il legame rilevato da Kant tra esistenza e temporalità, per superare l’impostazione tradizionale della metafisica e del problema ontologico. Egli propone un sostanziale abbandono del problema della conoscenza e della metafisica come ricerca della struttura ultima della realtà. La filosofia diventa interpretazione dell’ esistenza, in particolare dell’esistenza sensata, quella umana. Da Heidegger in poi nella filosofia continentale si parlerà di ermeneutica.
La religione più antica, quella iniziatica dei misteri sembra contraddire questa teoria. I misteri, infatti, venivano celebrati in luoghi appartati e la stessa parola richiama il buio, la segretezza. In effetti il termine misteri deriva da mùstoi (μύστοι), a sua volta derivato dal verbo muo (μύω), che significa "coloro che serrano la bocca e strizzano gli occhi" come si fa appunto per vedere meglio. I mùstoi, cioè, sono quelli che vogliono vedere l'invisibile.
Parmenide, il filosofo convinto che pensare ed essere siano la stessa cosa e che non si possa pensare il "non essere".
I Greci, sostiene Calogero, in epoca arcaica non distinguevano dunque tra visibilità[8], esistenza e pensiero: solo ciò che era visibile esisteva veramente e quindi poteva essere pensato.
un'età mitica dove non si distingueva tra parola e cosa, riferendola al passaggio dal pensiero primitivo a quello razionale adulto, Calogero vi vedeva una "coalescenza arcaica" , una specie di fusione di linguaggio, realtà e verità