Ode alla vita
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle 'i'
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Pablo Neruda
Mestre
Labirinto mestrino
Poche consegne
Eri lontana e
Breve
Mestre
Digitale
Decisa come
Diretta sfociavi
Nel porto
Mestre
Una come tante
Un segmento
Piena di puttane
Di matti e camionisti
Ventre di pesce
Mestre
Oggi ti scrutavo e
Tu mi rapivi
Oggi
Dalle tue sottane
Rubavo palazzi
Brutti come cazzi
Oh Mestre a me
Corteggiavi randagia
Il gatto e la preda
Ammaliavi
Ammaliavi l'occhio
Nel tuo decandente
Sguardo italico
Poche consegne
Eri lontana e
Breve
Mestre
Digitale
Decisa come
Diretta sfociavi
Nel porto
Mestre
Una come tante
Un segmento
Piena di puttane
Di matti e camionisti
Ventre di pesce
Mestre
Oggi ti scrutavo e
Tu mi rapivi
Oggi
Dalle tue sottane
Rubavo palazzi
Brutti come cazzi
Oh Mestre a me
Corteggiavi randagia
Il gatto e la preda
Ammaliavi
Ammaliavi l'occhio
Nel tuo decandente
Sguardo italico
con le altre si che lo farei ma con te mai
devi fermarti poco prima degli spasimi
toccami le scarpe di vitello blu
sei tu sei tu
sei così bella, sei come la mia mamma
cantami la ninna nanna
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Ho fatto un sogno, ho visto un mondo nuovo
dodici elvis volanti paracadutati sopra il Caesar Palace.
Rimani, rimani, liberami le mani
giochiamo ancora a ping pong
come due bravi senatori romani.
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Scrivi, scrivi pure la mia biografia
ma per favore devi dire che sei stata solamente mia,
devi fermarti poco prima degli spasimi
toccami le scarpe di vitello blu
sei tu sei tu
sei così bella, sei come la mia mamma
cantami la ninna nanna
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Ho fatto un sogno, ho visto un mondo nuovo
dodici elvis volanti paracadutati sopra il Caesar Palace.
Rimani, rimani, liberami le mani
giochiamo ancora a ping pong
come due bravi senatori romani.
Lo vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre, ormai parlarmi è inutile
passami le pillole.
Scrivi, scrivi pure la mia biografia
ma per favore devi dire che sei stata solamente mia,
vedi che la moglie di cesare
deve restare al di sopra del sospetto
ma siediti sul letto
Non vedi che ho la febbre
la febbre delle isole
febbre l’oceano ormai è pacifico
dammi un anestetico.
(Caesar Palace, Virginiana Miller)
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