In una mano come un calice
diversamente stretto

Cominciava

Un fertile seno di giovane
rosa illibata

La carne sua era più
profonda nel petto

Sconsacrato tabernacolo di
bellezza e

Chiese sporche di
solitudine


mi lascio guarire dalle parole
ancora dimentico
insieme al profumo del vento
Sensazioni
sulla tua bionda chioma

Giovane poco più
di qualche anno
negli occhi

Bellissimi
fiori
Tuona laggiù una porpora
chè
meraviglia

Sfuggire

Quì
nei miei pensieri

Discreti servitori
Di bellezza
Nel cielo grandi maestosità
regnano il disgno antico

Altipiani innumerevoli,
le nuvole
riflettono
orizzonti di solitudine

Dove è il vento
a portarci la bellezza
del loro mistero